Dici Bandit e pensi a una fortunata genia di moto, che dal 1989 solcano le strade proponendo al motociclista una ricetta semplice: motore quattro cilindri in linea, potenza adeguata ma non eccessiva, linee semplici, concretezza e facilità di guida. L’epopea Bandit, che ha conquistato molti appassionati – per la precisione 431.000 escluso il Giappone – torna dunque nelle concessionarie, su ordinazione, da gennaio 2012. In principio furono 400 cc. Nel 1995 la cilindrata era già cresciuta a 600 cc, con raffreddamento misto aria-olio SACS (Suzuki Advanced Cooling System); dieci anni più tardi, un altro incremento, fino a 650 cc. Il motore dell’attuale versione è un affidabile quattro cilindri in linea, raffreddato a liquido, capace di 85 cv di potenza massima a 10500 giri/min e di 61,5 Nm di coppia. La distribuzione è a 4 valvole per cilindro, bialbero a camme in testa, con sistema di iniezione SDTV (Suzuki Dual Throttle Valve) che sfrutta doppie valvole a farfalla per ottenere un’erogazione quanto più possibile dolce e regolare. Il sistema ISC, inoltre, controlla il minimo e permette avviamenti pronti anche a freddo.Sul fronte del comfort di guida, spiccano soluzioni come il manubrio regolabile su due posizioni e le leve di freno e frizione su quattro; anche l’altezza della sella può essere personalizzata entro valori compresi tra 790 e 810 mm. L’attenzione all’ergonomia, quindi, è notevole, coerentemente con la chiara vocazione turistica della Bandit 650SA, che anche sul piano del design non delude: certo, le linee sono molto classiche, senza slanci, ma risultano ben raccordate e nel complesso piacevoli.Turismo come vocazione, l’abbiamo detto: non poteva mancare quindi l’ABS, proposto di serie, con uno sforzo molto apprezzabile considerato il prezzo di lancio contenuto in soli 6.990 euro franco concessionario, cioè senza spese di immatricolazione.