RIDE
Prima di iniziare a parlare di come si comporta su strada la Suzuki V-Strom 800SE, è doveroso fare una premessa: derivando così da vicino e condividendo così tanti componenti con la DE, il comportamento della nuova arrivata, è per certi versi molto simile a quello della sorella con ruota da 21”. Questo però non significa che la SE non abbia una sua identità perché, per quanto sia stretta la parentela con la DE, la nuova arrivata ha una sua identità e nasce per uno scopo preciso.
Motore
Il motore è indubbiamente il pezzo forte e si sposa particolarmente bene con questa tipologia di moto. Sotto c’è una bella coppia, quando si prende il gas in mano si viene tirati fuori dalle curve senza problemi, anche dai tornanti più stretti, anche se la marcia è leggermente lunga. Il cambio è ben spaziato, nonostante la sesta un po’ troppo corta (a 130 km/h ci si trova a 5.700 giri/min) causi qualche vibrazione di troppo su pedane e manubrio.
Per il resto però c’è veramente poco da dire in quanto il due in linea di Hamamatsu è oggettivamente riuscito bene: corposo, al netto di un leggero effetto on/off quando si va più piano, ed elastico, tanto che a 40/50 orari si riesce a viaggiare in sesta marcia senza sussulti. Il cambio funziona bene, con gli innesti che sono precisi, sia quando si usa la frizione, sia quando non si usa.
Suzuki V-Strom 800 SE elettronica
Paragrafo elettronica: il controllo di trazione lavora molto bene, se impostato sul livello uno, ha sempre un intervento morbido e poco invasivo. L’ABS, invece, è abbastanza invasivo, anche quando settato sul livello di intervento più basso. Non stiamo parlando di nulla di estremamente fastidioso, ma credo che la SE si sarebbe meritata un sistema più raffinato. Chiudo il discorso elettronica con un piccolo appunto negativo in condivisione con la DE: manca il cruise control, che sarebbe stato la ciliegina sulla torta e ci sarebbe stato alla perfezione.
Suzuki V-Strom 800 SE 2024 la ciclistica
Partiamo dalle sospensioni che sono veramente morbide, tutto il sostegno che c’è sulla sorella da 21” qui manca. Il che trattandosi di una moto destinata a viaggiare a ritmi “da asfalto” è un po’ sorprendente. Onestamente, sono partito un po’ prevenuto, pensando all’assenza delle regolazioni e alla morbidezza della forcella. Ma, devo dire, nella sua morbidezza funziona molto bene.
In primis la forcella, è vero, è morbida così come è morbido il mono, ma mi è piaciuta perché scorre molto bene, è molto omogenea nell’escursione e questo fa sì che arrivando lunghi in staccata e frenando un po’ più forte non ci sia un affondo incontrollato, il trasferimento di carico è molto omogeneo, quasi piacevole quando si guida un po’ più fluidi, una cosa che, secondo me, contribuisce all’anima turistica della Suzuki V-Strom 800SE. Ma non fatevi ingannare, quando volete dare gas, quando si vuole spingere, il motore è li.
Come abbiamo detto ha tanta coppia nei bassi regimi e quindi ti porta fuori bene dai tornanti in seconda o anche in terza. La moto è molto neutra, per quanto la forcella sia un filo più morbida del monoammortizzatore, che comunque può essere regolata nel ritorno per ovviare un po’ al problema, la V-Strom 800SE rimane bilanciata nonostante la ruota da 19” che all’inizio avevo criticato perché un 120 ci sarebbe stato molto bene e rientrerebbe anche nel trend di questi tempi.
In realtà non ne ho sentito la mancanza, anzi, forse sotto certi punti di vista è stato quasi un pregio e anche il 150 al posto del 170 dietro aiuta la moto ad essere molto svelta e rapida ad entrare in curva, certo, non ai livelli di una sportiva ma per essere una moto con il 19” lo è di sicuro, è anche molto morbida nella discesa in piega. I profili delle gomme non sono male: sono rotondi, non c’è muro sulla spalla e questa cosa aiuta molto la guida.
È una moto che permette tutti gli stili di guida: se vuoi fare il turista e goderti il panorama te lo permette, se trovi delle belle curve con l’asfalto buono e hai voglia di grattare le pedane, perché si grattano le pedane, ti ci butti e la moto ti asseconda, si riesce a fare.
Sono abbastanza sorpreso e se qualcuno tra i colleghi si stesse domandando quale scegliere tra SE e DE da questo punto di vista, beh, la SE guadagna veramente tanto in agilità e il fatto che le sospensioni non siano regolabili e siano anche più morbide influisce meno di quanto si pensi. Il sostegno che c’è sulla forcella della DE è sicuramente più apprezzabile però il pacchetto generale della SE mette una pezza sul fatto di non avere le sospensioni regolabili e non ne fa sentire così tanto la necessità.
Ultimo punto sulla ciclistica prima di passare ad altro: freni, in primo piano le pinze anteriori. Le pinze Nissin hanno un bel mordente, non è uno tra gli impianti più potenti ma si modula abbastanza bene per la potenza e il tipo di moto. Un bel passo in avanti rispetto agli assiali, soprattutto su strada dove si tengono ritmi un po’ più alti e poi, di conseguenza, si frena più forte. Scelta approvata. Il freno posteriore, invece, non mi dispiace, fa il suo nonostante l’ABS sia sempre un po’ invasivo.
Suzuki V-Strom 800 SE 2024 le gomme
Per la Suzuki V-Strom 800SE parliamo delle Dunlop D614F, nate dalla collaborazione tra Dunlop e Suzuki proprio per questa moto. Se devo essere sincero, non mi convincono a pieno. Il grip c’è, anche se la prova si è svolta su strade che già di grip ne avevano e anche con una buona temperatura, ma per il resto non mi fanno impazzire. La carcassa è molto rigida, cosa che sicuramente non aiuta l’ABS a lavorare bene e ad avere un intervento un po’ più morbido, meno invasivo e più preciso. Questa gomma costringe il sistema ad entrare in azione un po’ più spesso ma, soprattutto, avendo una carcassa così rigida rimanda tutte le piccole asperità e disconnessioni nonostante la forcella e il mono siano abbastanza morbidi.
Comfort
Parliamo un po’ di comfort. In sella mi trovo bene, io (alto 180 cm) non ho le gambe troppo piegate, la sella è a 825 mm da terra quindi tocco molto bene con entrambi i piedi. Rispetto ad alcune concorrenti ha la sella un po’ più larga ma non di tanto, niente che impedisca a chi magari è un po’ più basso di me di appoggiare i piedi a terra.
Durante la guida non ho le gambe troppo piegate e il manubrio è lontano il giusto. Anche qui, devo ammettere di essere arrivato prevenuto. Il fatto che il manubrio fosse stato spostato in avanti e abbassato rispetto alla DE non mi convinceva ma, devo dire, che è la posizione giusta e mi piace anche il fatto che i tecnici di Hamamatsu abbiano deciso di stringerlo di 15 mm. Quello della DE è veramente molto largo e in fuoristrada torna utile, in strada non tanto e quindi i millimetri di troppo sono stati tagliati.
Lo schiumato della sella è buono, la prova è durata qualche ora e non mi è dispiaciuto. La protezione aerodinamica è molto buona per il segmento in cui si trova questa moto fino alle spalle. Il busto è molto coperto e anche sulle spalle non arriva troppa aria. Il casco invece è abbastanza scoperto e a ritmi autostradali la testa si muove, una cosa che sicuramente alla lunga stanca. Il sistema di regolazione del cupolino rimane come quello della DE che consiste nello svitare quattro brugole e non è il massimo.
Suzuki V-Strom 800 SE quanto pesa
La SE risparmia sette chili rispetto alla DE, la maggior parte del peso è probabilmente perso dalle ruote in lega da 19” e un po’ dalle sospensioni. Difficile sentire la differenza senza avere entrambi i modelli a portata di mano ma sicuramente la sella più bassa, le sospensioni più basse, insomma, il baricentro più basso aiuta molto nelle manovre a motore spento della moto. Durante la guida rimane un po’ come la DE: non è la moto più leggera del segmento però il peso si avverte poco e sembra più leggera di quello che è.
Conclusioni
Tiriamo le somme. Premetto dicendo che mi piace molto che Suzuki abbia risposto tempestivamente alle esigenze del mercato presentando la V-Strom 800SE solo un anno dopo la controparte offroad. La Suzuki V-Strom 800SE è una moto per chi vuole viaggiare ma non giornate intere, perché a quel punto il comfort e, soprattutto, la protezione aerodinamica diventano un fattore limitante. Insomma, non è la moto per fare il giro del mondo ma è una bella moto per iniziare a viaggiare, visto e considerato il fatto che è anche depotenziabile per i possessori di patente A2. Su delle belle strade è una moto che toglie delle belle soddisfazioni, dinamicamente mi ha sorpreso.
Magari non eccelle in niente, se non forse per il motore che nella parte sotto, nel suo segmento, è uno dei migliori, ma guardando il quadro generale tutto lavora in armonia e il pacchetto generale è vincente. È una moto al passo con i tempi, così come lo è la DE, e sono curioso di sapere cosa nascerà da questa piattaforma che finora sta dando dei buonissimi risultati.