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Prova Ducati Hypermotard 698 Mono, rischio dipendenza

Ci siamo lanciati tra i cordoli del kartodromo Lucas Guerrero di Valencia per scoprire come se la cava con le gomme in mescola la nuova Hypermotard 698 Mono...

Ducati Hypermotard 698 Mono, come va in pista

Piccola premessa: la nostra prova della Ducati Hypermotard 698 Mono si è svolta interamente al kartodromo Lucas Guerrero di Valencia e di conseguenza tutte le impressioni di guida che seguono sono strettamente collegate all’utilizzo in pista con gomme in mescola (Pirelli Diablo Superbike SC1 davanti e SC2 dietro). Per la prova su strada dovremmo attendere ancora un po’.

Altro dettaglio prima di parlare del comportamento della nuova arrivata: le due moto che avevamo a disposizione, standard e RVE, si differenziavano per alcuni dettagli, sia per quanto riguarda il motore, sia per quanto riguarda la ciclistica. Nello specifico la RVE era dotata di scarico non omologato Termignoni con mappa e filtro aria dedicati e di un setting per le sospensioni leggermente più sostenuto e puntato davanti.

Superquadro Mono, monocilindrico da riferimento

Il motore della standard mi è piaciuto, perché seppur la potenza non sia stratosferica stiamo pur sempre parlando di un monocilindrico, caratterizzato da una buona reattività quando si prende il gas in mano e una discreta dose di coppia ai bassi. E poi, diciamocelo, in una pista dove il rettilineo più lungo non raggiunge i 300 metri di lunghezza, con una moto che pesa meno di 160 chilogrammi con il pieno 85 cavalli sono più che sufficienti.

Ducati Hypermotard 698 Mono

La gestione del gas è molto precisa e l’on/off, almeno con le velocità e la scorrevolezza tipiche della pista, non si avverte. Anche l’erogazione della potenza viene gestita molto bene, tant’è che non bisogna pensare a questo motore come al classico monocilindrico dal carattere eccessivamente brusco e ruvido. Quando si prende il gas in mano tutto avviene in maniera estremamente precisa e controllabile, senza penalizzare le prestazioni, perché la salita dell’indicatore dei giri verso la zona rossa è veramente svelta, tanto che per arrivare a limitatore non bisogna aspettare più di tanto. Il Superquadro Mono è un motore alla portata di tutti e anche la risposta del freno motore si è dimostrata estremamente gestibile e mai troppo invasiva.

Bene il cambio, che fa affidamento su un quickshifter molto efficace e preciso nel funzionamento, oltre che su una rapportatura azzeccata per l’utilizzo in un kartodromo dove si gioca solamente con la seconda e la terza marcia (con la quale peraltro si arriva fino a poco più di 150 km/h).

Libera di urlare

Con l’impianto di scarico aperto cambia completamente la sinfonia, nel vero senso della parola: la voce del motore si fa più profonda ed è accompagnata da scoppiettii a ogni staccata. Dal punto di vista “pratico” viene confermato tutto ciò che di buono è in grado di offrire la standard, con la differenza che il picco massimo di potenza arriva un po’ più in alto e che ci si ritrova ad avere un motore lievemente meno pronto non appena si riprende in mano il gas.

Ducati Hypermotard 698 Mono

Dettagli marginali a confronto della corposità guadagnata. Infatti una volta che vengono eliminate le noiosissime, seppur indispensabili, soluzioni per rientrare nei parametri di omologazione, il Mono Ducati spinge veramente forte, supportato da un acceleratore che sembra arrivare dritto dritto da una moto a carburatore per quanto riesce a connettere il polso destro con la ruota posteriore.

Elettronica Ducati Hypermotard 698 Mono

Vorrei dirvi qualcosa in merito al controllo di trazione, ma pensandoci bene non è che ci sia molto da commentare, un po’ perché le condizioni della pista, abbinate alle gomme in mescola e alla giornata piuttosto calda hanno fatto sì che il grip in curva fosse veramente alto, e un po’ perché, per quel poco che è intervenuto, il TC della Mono, proprio come sulla stragrande maggioranza delle Ducati dell’era moderna, è veramente preciso, raffinato e poco invasivo quando usato su livello 1.

Ducati Hypermotard 698 Mono

Anti-wheelie o assistente all’impennata?

Per quanto riguarda il resto del pacchetto mi soffermerei sull’anti-wheelie e sull’ABS. Il primo, se impostato sui livelli due e tre, contiene il sollevamento della ruota anteriore senza tagliare eccessivamente la potenza.

Una volta selezionato il livello uno, invece, più che un anti-wheelie si ha a disposizione un vero e proprio assistente all’impennata; il sistema è calibrato in modo tale che la ruota davanti possa rimanere sollevata fino al raggiungimento di un determinato angolo (neanche basso) per garantire la massima spinta in uscita di curva ed erogare quanta più coppia e potenza possibile. In questo caso, ancor più che nel precedente, ho apprezzato la scioltezza con cui viene gestito il tutto. Per onore di cronaca il rettilineo della pit-lane si riusciva a fare completamente su una ruota sola.

Ducati Hypermotard 698 Mono

Slide by brake

Tema ABS: oltre a essere poco invasivo davanti, una volta selezionati i settaggi due e uno, offre la funzione slide by brake (disponibile sul livello uno), che permette di fare traversi in perfetto stile motard senza usare la frizione. Come funziona? Applicando una pressione di minimo dieci bar sulla leva del freno anteriore si ingaggia il sistema, che consente di accanirsi sul freno posteriore senza preoccuparsi di fare attenzione a gestire la potenza frenante. Et voilà, le jeux sont faits: la Hypermotard 698 si mette di traverso, anche se in piega, e ci resta finché non si smette di schiacciare il freno posteriore o fino a quando non si raggiunge la velocità minima consentita dal sistema. A tenere sotto controllo gli angoli di piega e sbandata ci pensa l’elettronica, che gestisce il tutto per evitare spiacevoli inconvenienti.

Onestamente non so dire quanto sia lontano, in termini di performance, rispetto alla pratica tradizionale di scalare due marce e far partire la moto con il freno posteriore, ma in Ducati sostengono che sia addirittura paragonabile. Quello che posso dire è che per essere un sistema con così tanti parametri da gestire funziona molto bene.

Svelta e precisa

Partiamo dalle sospensioni, delle quali ho apprezzato la sensibilità alle regolazioni, in particolare della forcella. La differenza di settaggio tra standard e RVE, seppur abbastanza contenuta, è decisamente avvertibile. La forcella mi è piaciuta: si avverte che l’idraulica lavora a dovere, soprattutto se si tiene conto che stiamo parlando di una moto stradale. In compressione scorre bene, la discesa è molto progressiva, mentre il ritorno è abbastanza svelto e omogeneo, il che contribuisce a restituire la giusta dose di reattività nei cambi di direzione.

Ducati Hypermotard 698 Mono

Per quanto riguarda il monoammortizzatore, nonostante la differenza di escursione tra anteriore e posteriore, regala alla moto un assetto neutro e bilanciato in tutte le fasi di guida, senza mai pompare in uscita di curva. Giudizio positivo per i freni, con l’impianto anteriore dotato di un’ottima potenza e supportato da un comando molto modulabile.

Conclusioni

Di che moto stiamo parlando? Se dovessi utilizzare poche parole per descrivere la nuova Ducati Hypermotard 698 Mono, queste sarebbero divertente, intuitiva e alla portata di tutti. Obbiettivo centrato, perché quando si riesce a realizzare una moto potenzialmente capace di soddisfare le esigenze di utenti molto diversi tra loro, aumenta di conseguenza il numero dei potenziali acquirenti.

Ducati Hypermotard 698 Mono

Nel caso specifico la nuova Mono si presenta come compagna ideale per chi intende fare le prime esperienze in sella a una moto “vera”, ma piacerà anche a chi, invece, di esperienza in moto ne ha già abbastanza, ma che è alla ricerca di un modello con cui dare libero sfogo al “teppista interiore” e, perché no, concedersi qualche track day in kartodromo.

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