Trofeo Enduro KTM 2020 di nuovo in scena dopo la gara di apertura a Salice Terme che aveva stabilito un record di partecipazioni. Questa volta teatro della sfida sono i sentieri e le mulattiere dell’Appennino Marchigiano-Romagnolo. Nella terradel motore, il campo base è il piccolo comune di Villagrande (PU), proprio al confine tra Marche ed Emilia Romagna. Ben di più di un tranquillo paesino di circa 1000 abitanti ubicato a 900m di altitudine, perché la vera chicca di questo paradiso dell’enduro, è che proprio il Sindaco, un giovane di 29 anni, oltre ad esserne il primo cittadino, è anche il primo appassionato di due ruote tassellate ed endurista praticante, ed ovviamente ha preso parte alla manifestazione con tanto di fascia tricolore al petto.E’ stato decisamente un fine settimana all’insegna delle due ruote, dato che a poca distanza, al di là della Repubblica di San Marino, che ci separava dalla costa adriatica, si disputava la seconda gara della MotoGP in programma sul circuito di Misano. Ma gli occhi, ovviamente, erano tutti puntati sul Trofeo Enduro Arancione!! Un fine settimana in cui ce ne sono successe un pò di tutti i colori, a cominciare dal viaggio di andata. Io ed il mio compagno di Team, il famigerato pilota italo-americano “F. Tortellino”, di cui non sto a raccontarvi i trascorsi agonistico nel motocross USA..si si, uno “vero”, che la moto la metteva piatta sui salti delle piste d’oltre oceano ed oggi è la punta di diamante del nostro Team, ci troviamo in autostrada il sabato mattina precedente alla gara, per proseguire insieme il viaggio.Lasciata la A14 Adriatica iniziano le statali, ed il navigatore ci manda su e giù per le colline. Ad un certo punto lui, il GPS, dice sinistra, ma un cartello stradale ci indica la destra verso Villagrande. Ci viene qualche dubbio, e decidiamo di seguire la segnaletica stradale. La strada inizia a farsi stretta, sempre più stretta, poi…sterrata. Con i due furgoni iniziamo a scendere e risalire le colline su strade bianche di ghiaia, che quando diventano a tratti asfaltate, sono conciate ancora peggio. E’ evidente che ci siamo persi alla grande. Iniziamo a pensare che non arriveremo mai, visto che quasi a fatica riusciamo a superare alcuni punti con pendenze enduristiche. Alla fine per fortuna ce la facciamo, e raggiungiamo Villagrande, non proprio alla grande.Fin qui tutto bene. Operazioni preliminari fatte, moto pronte, verifiche e parco chiuso. Le prove speciali questa volta sono 2: cross test ed enduro test, disposte perfettamente dal punto di vista logistico, ovvero a pochi passi dal paddock. Una situazione ideale per chi è al seguito dei propri amici/mariti/fidanzati impegnati in gara. La sera di sabato pernottiamo in un piccolo borgo in pietra del XVI secolo a dir poco meraviglioso, a 10 minuti di strada, asfaltata sta volta, da Villagrande. E’ incredibile come l’Italia sia un tesoro infinito di luoghi inaspettati ed incantevoli, ed anche questo è uno degli aspetti più belli del Trofeo, che di volta in volta ci porta a scoprire posti incredibilmente belli.Ma veniamo al dunque: domenica mattina si sta da re, con circa 20 gradi, contro i 34 della prima gara, bel tempo e terreno asciutto. Giò Sala, che è sempre presente ed ha fatto la ricognizione del giro di gara il sabato, ci aveva avvisato: 50 km tutti fuoristrada, enduro vero, nulla di impossibile, intendiamoci, ma tecnici ed impegnativi a livello di concentrazione e… di braccia. Diciamo che per i meno allenati i tre giri previsti sarebbero potuti diventare lunghetti…e se lo dice il Giò c’è da fidarsi. Dopo un breve riscaldamento che ci evita di entrare in speciale a freddo, ci si trova subito al via della “linea” di enduro. Otto minuti dove alla fine le braccia diventano dure come due tronchi, ma una vera goduria in un saliscendi che alterna tratti scorrevoli e velocissimi, volendo giocarsi un bel pò di Jolly dal mazzo uno può anche pensare di fare un bel tempo, ma non è decisamente il mio caso…quindi l’ho presa con filosofia decisamente più vacanziera, una delle speciali più belle di sempre.Finita la PS1 ed anche le braccia, dentro in un bel bosco con altri dieci minuti di salita con un bel pò di scalini di roccia che gli avambracci se ne vanno del tutto. Il resto del giro è molto tecnico, con tanti tratti in single track stretti dove non ci si può proprio rilassare e qualche passaggio “inventato” tra i cespugli quasi da free ride. Prima di rientrare al paddock è la volta del cross test. Bè, ragazzi, il colpo d’occhio è da urlo, anzi da mondiale. Un prato in contropendenza con la traccia tra le fettucce bella rasata, e bello largo che ti viene solo voglia di dare tutto il gas che puoi. L’insidia c’è, ed è proprio la pendenza del praticello, che se non sei preciso a staccare e a tenere la linea giusta, ti ritrovi dieci metri più in giù del punto di corda. Ma bello da impazzire, roba che me lo sarei portato a casa! Fine primo giro, io e “F.Tortellino” facciamo assistenza alle moto e ci accorgiamo che il tempo sta un pò cambiando, mica verrà a piovere?!Partiamo per il secondo giro e viene giù un diluvio…lui va in sbattimento, tipo “oh se è così io mi fermo”, io gli dico che magari dura pochi minuti e poi basta. Per fortuna così accade, e dopo l’ansia di non farcela, ci carichiamo a vicenda e andiamo dritti alla meta. Lavoro di squadra!! Se ci fosse stato anche il terzo del nostro gruppo, che stavolta ha dovuto rinunciare per doveri familiari, non avremmo nemmeno avuto il dubbio di fermarci. Ma siamo solo in due, quindi l’ago della bilancia è nelle nostre mani. E la cosa incredibile sono anche i nostri tempi delle prove speciali. Oggi ce la giochiamo alla pari con i piloti della MotoGP, almeno nella battaglia col cronometro. E’ incredibile, due, tre, quattro prove speciali, e facciamo segnare gli stessi tempi, al secondo, con differenze di pochi decimi, che gusto!Viaggiamo insieme verso gli ultimi 50km di gara, e dopo la pioggia, arrivano i calabroni. Avete capito bene, al controllo orario dell’ultimo giro il commissario della FMI ci avvisa che un tratto di percorso è stato tagliato, causa sciame di calabroni che, non so se avete presente sono delle mega api di anche 2/2,5 cm di stazza, che se ti ci trovi in mezzo non è propriamente una cosa piacevole. Mah, si vede che non hanno gradito troppo il nostro smanettare pimpante nei loro boschetti…comunque lo staff del Moto Club Acerboli non fa una piega ed in men che non si dica taglia il tratto “incriminato” e con una piccola deviazione il gioco è fatto. Quindi dopo esserci persi il giorno prima, dopo la lavata che ci ha fatto quasi desistere, i calabroni e la fatica, anche questa l’abbiamo portata a casa, e non vediamo l’ora di partire per la prossima.Testo Alessio BarbantiFoto Roberto Rossi, Andrea Cutolo