Tempo da lupi al “Marco Simoncelli” di Misano Adriatico: è il 27 marzo, la primavera è iniziata da qualche giorno ma la Riviera romagnola è sferzata da un vento freddo, che sembra bucare le tute traforate, scelte con eccessivo ottimismo per l’occasione. Yamaha presenta la sua attività sportiva con il Blue Racing Day, ma è soprattutto il momento per salire finalmente in sella alla nuova Yamaha R9.

Si tratta sicuramente del modello Yamaha più atteso della gamma 2025: era sulla bocca di molti appassionati quando ancora in azienda negavano addirittura che fosse nei programmi, pur con un mezzo sorriso che diceva molto. I suoi 119 CV di potenza e 93 Nm di coppia, invariati rispetto al tre cilindri della MT-09, incarnano l’idea di Supersport accessibile, senza eccessi ma con tanta sostanza. Vale la pena di riassumerne le caratteristiche tecniche ma se volete saperne di più l’abbiamo già raccontata nei dettagli.

Prestazioni sportive, impostazione racing e facilità d’uso sono i capisaldi del progetto R9. Il telaio in alluminio realizzato per fusione gravitazionale pesa 9,7 kg, il 10% in meno rispetto a quello della MT-09, di cui ricalca struttura e caratteristiche. La rigidità è aumentata: longitudinale +37%, torsionale +18%, laterale +16%, nell’ottica di una risposta in linea con le sollecitazioni della guida sportiva e a fronte di esigenze di comfort inferiori. Il cannotto di sterzo è meno inclinato di 2° rispetto alla R6 e alla MT-09, mentre il peso in ordine di marcia si attesta a 195 kg.

La posizione di guida è intermedia tra R7 e R6, sportiva ma non estrema. Interessante il confronto con la R6: i semimanubri sono 8 mm più alti e 10 mm più avanti. La sella è stata avanzata di 33 mm e abbassata di 14 mm.

La zona anteriore è caratterizzata dalle appendici aerodinamiche, pensate per generare deportanza alle alte velocità, anche in curva. L’intera carenatura è stata disegnata per ridurre al minimo le turbolenze. Il comparto sospensioni è incentrato su unità KYB completamente regolabili e con rivestimento anti-attrito Kashima sugli steli da 43 mm della forcella. Quest’ultima ha la regolazione separata dell’idraulica, con l’estensione sullo stelo destro, la compressione alle alte e alle basse velocità sullo stelo sinistro. Scelta di livello per l’impianto frenante, con pinze Brembo Stylema, dischi da 320 mm di diametro, tubazioni in treccia metallica e pompa radiale da 16 mm. Le gomme di primo equipaggiamento sono le efficaci Bridgestone RS11.

Tutta l’elettronica che vuoi
Il pacchetto elettronico riceve i dati dalla piattaforma inerziale a sei assi e mette a disposizione del pilota una serie di controlli molto ben strutturata. Si va dall’erogazione di potenza su quattro livelli al controllo di trazione su nove, disinseribile; lo slide control è anch’esso disinseribile e permette di scegliere tra 3 livelli di intervento, oltre a essere separato dal controllo di trazione. Non poteva mancare l’ABS Cornering regolabile, che si può disattivare al retrotreno per la guida in pista.

Piove forte e fa freddo
Avere a disposizione la nuova Yamaha R9 e vedere la pioggia scendere inesorabile è frustrante. Lo staff Yamaha, però, ha montato una coppia di gomme rain e le ha avvolte in rassicuranti termocoperte. Continua a piovere ma la voglia di guidare la media sportiva Yamaha è troppa, decido di uscire per un mezzo turno sotto l’acqua battente. L’erogazione è la prima sorpresa positiva, perché sembra essere ancora più lineare e piena di quella del CP3 già apprezzato sulla MT-09. Pur con il fondo molto scivoloso ho potuto verificare la bontà delle mappe messe a punto dai tecnici Yamaha, nel caso specifico con una gestione del gas non troppo aggressiva. La risposta all’acceleratore è sempre pronta e sostenuta, con una leggera flessione solo all’avvicinarsi della zona rossa del contagiri.

Posizione di guida efficace e ciclistica sana
La posizione in sella è chiaramente sportiva pur senza rivelarsi troppo costrittiva: per un pilota di media statura la R9 è perfetta, sia come triangolazione sella-pedane-manubrio, sia per quanto riguarda la protezione dall’aria, più che valida per una sportiva. Obiettivo raggiunto, dunque, per una moto che rispetto alla R6 appare nel complesso più comoda e meno affaticante. Della ciclistica posso dire poco, considerato il ritmo basso a causa delle condizioni dell’asfalto, con zone della pista letteralmente allagate. Di sicuro la R9 nell’impostazione della curva è pronta e rassicurante, senza essere mai nervosa. Concede tanta confidenza fin dalle prime curve, anche in condizioni difficili. Attendiamo una prova più approfondita e sull’asciutto per raccontare tutto della nuova Yamaha R9.