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Monferraglia Spring Ediscion: l’ora della verità

La terza reunion dei ciclomotori a Casale Monferrato si preannuncia ancora più hard. Numero chiuso a mille partecipanti e baffi confermati d’ufficio… tra una settimana scatta l’invasione dei cinquantini.

“Pedala che ti passa perché, uomo con i baffi, sappi che anche il falsopiano ti sarà ostile”. Per forza, con la potenza di un cavallo e mezzo, per di più spompo di quindici o più anni di cantina non si può sperare che le “impervie” salite delle colline del Monferrato vengano scavalcate in un batter d’occhio… e non sarebbe divertente! A meno di una settimana dalla terza edizione consecutiva, la seconda estiva e la prima del 2012, la Monferraglia torna a far parlare di sé. Ne avevamo raccontata la genesi e aneddoti il primo giorno di primavera pubblicando l’intervista integrale di Alessandro “Hans” Ansaldi – Deus ex machina della manifestazione – facendoci svelare anche i vari perché, le regole, il percorso, i personaggi e le inevitabili difficoltà che s’incontrano a mettere in piedi un così divertente carrozzone.Bene, oggi, dopo aver nuovamente rivisto e sentito Hans che in questi giorni sta valutando insieme ai vari sindaci il tracciato nel dettaglio ci siamo permessi di farci raccontare e documentare alcuni dei passaggi più tecnici del percorso ben sapendo che poi, al momento del passaggio la domenica mattina, in molti ormai consumati dalla fatica di una pedalata impegnativa come la salita al Gavia non avranno nemmeno il tempo di sollevare il casco dal fanale anteriore.RIDEE’ il momento di preparare il “motorello”, sollevarlo sul cavalletto e via di quadricipite femorale per la rapida pedalata pro avviamento… ricordo che i veri tamarri – me compreso – si affidavano alle tre falcate di rapida spinta e poi hop in sella all’amazzone per i primi venti metri… bei tempi!Dunque, parliamo del percorso che, come raccontatoci da Hans, i monferragliari/isti dovranno affrontare. Come in un paesaggio da fiaba i nomi si perdono tra il mistico e l’onirico e nascondono trabocchetti e sorprese che solo gli impavidi cavalieri a motorino avranno il piacere di affrontare.Siamo consci del fatto che il percorso inizierà subito con la grande mazzata del tracciato da cross a Vialarda, teatro lo scorso autunno della più grande caporetto a due ruote mai vista fino ad ora. Ma quello sarà solo l’inizio perché arriveranno poi passaggi, alcuni ve li anticipiamo, che rimarranno indelebili ricordi nei partecipanti.La Salita dei Frati si presenterà agli impavidi monferraglisti in tutto il suo splendore i quali la dovranno affrontare, tutta di un fiato, sapendo che il suo terreno di friabile stracciatella calcarea si muoverà al passaggio delle ruote a raggi facendo così viver loro la più difficile esperienza di equilibrio fisico e mentale. Solo i puri di spirito riusciranno ad affrontare tutto d’un fiato anche senza l’ausilio di elaborate meccaniche, dei famosi fabbri Polini e Malossi, la vertiginosa pendenza.Il Borgo di S.Giorgio accoglierà il passaggio dei ciclomotori a fronde aperte, rinfrescando gli animi di coloro che ancora hanno di sudor perle in fronte. Le vesti dei pedalatori ormai madide assaporeranno il mite clima delle foglie di primavera che coprendo con le ombre il luogo del passaggio ne permetteranno una rapida essiccazione… sempre che non abbia piovuto il giorno prima. Si narra, infatti, di morse invincibili di fango lì dove ancora oggi riposano membra di antichi destrieri meccanici abbandonati dai centauri esausti nel vano tentativo di liberar la meccanica compagna.Il Taglio ruero con la sua perfida pendenza e la trasversale inclinazione metterà  a dura prova i tamburi meccanici e le sottili ruote anteriori che dovranno, con rigore, mantenere la direzione e mai scartare nemmeno se il terreno compatto si trasformasse in fine ghiaia. Da questo punto si godrà di una grande vista panoramica che mostra le alpi da sud ovest fino a nord est: cielo terso e davanti ai manubri cromati si staglieranno Monviso e massiccio del Monte Rosa.Il Bosco del bel vento riporterà la carovana ad affrontare un tratto boschivo dove, a dispetto del nome che porta… non si muove una foglia. Gli ultimi giorni ci hanno portato un clima di sapor africano, non vorremmo che alla Monferraglia si replicasse. Consigliamo ai partecipanti una borraccia Giostyle classe 1981 con tappo, cordino metallico e tracolla in elegante materiale sintetico. I più fashion potranno optare per una ghirba in pelle di cammello, meno pratica e dall’olezzo pungente, ma decisamente più capace. Lo Tratturo Ca’ di Funs si dovrà percorrere a passo di tango, alternando momenti di lenta e serafica percorrenza di sentier e altri in cui la velocità garantirà il giusto abbrivio per affrontar con la giusta inerzia l’ultimo strappo che riporterà i partecipanti lì dove la sfida ha avuto inizio, in quel di Casale Monferrato nella piazza del Castello.… naturalmente abbiamo scherzato. Nessuna delle difficoltà narrate è reale, questo era il pretesto per ricordare a chi non si fosse ancora preparato o che sta attendendo il “pezzo” special per terminare l’elaborazione del motorello che la Monferraglia spring ediscion 2012 sta per partire. Sabato prossimo inizia la grande festa e mancare sarebbe un vero peccato. Ci vediamo lì.

 

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