Si dilatano i confini dell’universo MINI 3 porte. Debuttano due motori agli antipodi: da un lato il più potente dei td, dedicato alla Cooper SD, dall’altro l’entry level a benzina, destinato alla versione One First.
Introdotto in occasione dell’unveiling della MINI 5 porte, il td più potente della storia MINI è un 4 cilindri in linea common rail (2.000 bar di pressione d’esercizio) di 2 litri sovralimentato mediante turbocompressore a geometria variabile, corredato d’iniettori a magnete e ampiamente utilizzato in gamma nella configurazione da 143 cv, ma in questo caso portato però a 170 cv e 360 Nm (36,7 kgm) già da 1.500 giri/min. Cooper SD scatta così da 0 a 100 km/h in 7,3 secondi, che divengono 7,2 optando per la trasmissione automatica a 6 rapporti Steptronic in luogo del cambio manuale a 6 marce di serie. Una prestazione degna di nota, specie considerando che la sorella MINI Cooper S, top di gamma a benzina dotata di un 4 cilindri 2.0 turbo da 192 cv, fa registrare un tempo di 6,8 secondi a fronte di una percorrenza media di 17,5 km/l (con emissioni di CO2 di 133 g/km). Valori, questi ultimi, ampiamente superati da Cooper SD, accreditata di ben 25,0 km/l e 110 g/km di CO2.
Non meno raffinato il 3 cilindri 1.2 entry level a benzina, forte della tecnologia TwinPower Turbo. Il pacchetto tecnico si compone di sovralimentazione mediante turbocompressore, iniezione diretta, fasatura variabile sia lato aspirazione sia lato scarico e controllo continuo delle valvole analogo al Valvetronic BMW. Soluzioni identiche ai “fratelli” 1.5 da 136 cv (MINI Cooper) e 1.2 da 102 cv (MINI One), sebbene a fronte di una potenza (75 cv) e coppia (150 Nm – 15,3 kgm) inferiori. Valori che consentono a MINI One First di scattare da 0 a 100 km/h in 12,8 secondi percorrendo mediamente 20,0 km/l con emissioni di CO2 di 117 g/km.