Spaziosa, ben rifinita, ricca nelle dotazioni e dalla linea personale. C3 Picasso abbina la concretezza tipica delle monovolume a un piacere di guida superiore alla media della categoria, in linea con vetture compatte dall’indole sportiveggiante. Proprio l’efficacia nel misto e la rapidità in inserimento le consentono di prevalere sulle rivali più moderne, Fiat 500L e Hyundai ix20 su tutte.
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Un istante. Un unico istante. Ed è subito feeling. C3 Picasso ha il pregio d’entrare immediatamente in sintonia con il conducente. Merito soprattutto delle generose superfici vetrate, della posizione di guida lievemente rialzata e dei comandi intuitivi. Lo spazio a disposizione delle gambe è tra i migliori della categoria: superiore, ad esempio, alla rivale Fiat 500L e per nulla inficiato dagli ingombri della consolle. Chiunque trova rapidamente la posizione di guida corretta, sebbene lo schienale del sedile sia regolabile a scatti e non con la più precisa soluzione progressiva.
Smagliatura ampiamente compensata dalla generosa regolazione in profondità e altezza dello sterzo. L’ampio sviluppo longitudinale della plancia tradisce l’impostazione da monovolume. La percezione degli ingombri è comunque intuitiva e si beneficia di un pratico scomparto portaoggetti richiudibile in prossimità del quadro strumenti. Quest’ultimo collocato centralmente, soluzione particolarmente cara a Citroën ma caratterizzata da luci e ombre: da un lato favorisce la visuale frontale, dall’altro costringe, per consultare le informazioni di bordo, a distogliere lo sguardo dalla strada per un lasso di tempo lievemente superiore allo standard.
Spazio in abbondanza in poco più di 4 metri, tanto anteriormente quanto posteriormente. Gli occupanti del divanetto, complice la possibilità di far scorrere longitudinalmente le sedute di 150 mm, hanno ampia libertà di movimento a livello degli arti inferiori: un’accoglienza tra le migliori della categoria. Al contempo, anche i passeggeri di statura superiore alla media non lamentano contatti tra capo e cielo della vettura.
Quanto è spaziosa
L’abitabilità è uno dei punti di forza di C3 Picasso.500/1.506 litri: una capacità di carico al top tra le monovolume compatte. Fiat 500L si attesta infatti a 412/1.480 l, Ford B-Max non va oltre 318/1.386 l e Nissan Note fa registrare 437/1.332 l. Con 5 persone a bordo perde il confronto unicamente con Hyundai ix20 e Kia Venga (500 litri contro 560/570 l appannaggio delle coreane), ma si riscatta abbattendo il divanetto frazionabile 40/60 (1.506 litri anziché 1.486). Operazione, quest’ultima, che richiede la semplice trazione delle levette ai vertici degli schienali e che consente di ottenere un piano di carico perfettamente piatto. Modularità degli interni che si fregia inoltre della possibilità d’adattare su due livelli l’altezza del piano di carico.
Allestimenti e dotazione
L’allestimento Exclusive, top di gamma, è decisamente ricco e include climatizzatore automatico bizona con regolazioni di 0,5°C in 0,5°C, barre al tetto, sensori luci e pioggia, bracciolo anteriore, retrovisore centrale elettrocromatico, cassetto portaoggetti refrigerato, sensori di parcheggio posteriori, cruise control, cerchi in lega da 16”, Radio CD/Mp3 con presa Usb e connettività Bluetooth, controllo di trazione e stabilità, 6 air bag e gli immancabili Abs con ripartitore e assistente alla frenata d’emergenza. Il tutto a 21.400 euro. Prezzo allineato a Fiat 500L, ma superiore di circa 1.000 euro alla media delle rivali, sebbene a fronte di una dotazione di serie lievemente più ricca.
DRIVE
Monovolume nell’aspetto, non nel comportamento. Per efficacia nel misto è anzi paragonabile a una compatta dall’indole sportiveggiante. Più simile, guardando alla concorrenza, a Fiat Punto che a 500L e in questo la C3 ha un punto in comune con la sorella maggiore, la nuova C4 Picasso anch’essa caratterizzata da un comportamento dinamico eccellente. Merito soprattutto della rapidità dell’avantreno in inserimento, ai vertici della categoria, della limitata tendenza al sottosterzo e della stabilità anche in caso d’improvviso rilascio dell’acceleratore in appoggio. Infonde sicurezza in ogni frangente.
Lo sterzo a servoassistenza elettrica variabile è abbastanza preciso, mai troppo leggero anche ad alta velocità. Unico appunto, sarebbe auspicabile una minore demoltiplicazione. Consente, in ogni caso, di percepire nitidamente le reazioni della vettura e, complice l’impianto frenante scarsamente incline al fading, invoglia a forzare il ritmo. Riporta alla realtà, in ogni caso, lo scarso contenimento garantito dallo schienale del conducente. Lo schema delle sospensioni prevede una classica combinazione tipo McPherson all’avantreno e a traversa deformabile al retrotreno. Molle e ammortizzatori denotano una taratura votata tanto al comfort quanto alle prestazioni: da un lato garantiscono un adeguato assorbimento delle imperfezioni dell’asfalto, dall’altro contengono rollio e beccheggio entro livelli inferiori alla media della categoria.
Un piccolo confronto a distanza con le concorrenti
All’atto pratico, Hyundai ix20, Kia Venga e Fiat 500L sono più confortevoli, ma non riescono a eguagliare l’agilità nei trasferimenti di carico tipica di C3 Picasso. Caratteristica rafforzata dal peso di 1.205 kg, inferiore di 90 kg a 500L 1.3 16V Multijet, di 166 kg a ix20 1.4 CRDi e di 30 kg a Ford B-Max 1.6 TDCi.Leggerezza che corre in aiuto del 1.6 8V common rail sovralimentato mediante turbocompressore a geometria variabile. Accreditato di 92 cv e 23,5 kgm, il 4 cilindri francese è affetto da un discreto turbo lag ai regimi più bassi, cui fa seguito un’erogazione di coppia abbastanza corposa ma tutt’altro che travolgente.
Il grande assente è l’allungo: superati i 3.500 giri/min la spinta scema sensibilmente rendendo inutile insistere sull’acceleratore e suggerendo di passare a un rapporto superiore. 1.6 td che si riscatta sotto il profilo dei consumi: consente di percorrere mediamente oltre 20 km/l. Un risultato degno di nota, specie considerando l’assenza del sistema start&stop.Il vero punto debole di C3 Picasso? Il cambio manuale a 5 rapporti. Discretamente contrastato, non impeccabile negli innesti e, soprattutto, caratterizzato da una corsa della leva decisamente lunga. Tutt’altro che rapido. In aggiunta, la V corta costringe il motore a regimi relativamente elevati (oltre 2.500 giri/min) in autostrada, pur viaggiando nel rispetto del Codice della Strada. A danno, oltre che dei consumi, del comfort acustico.
RED END
In sintesi, vale 21.400 euro? Sì. Abitabilità, capacità di carico, modularità degli interni e piacere di guida sono ai vertici della categoria. Sebbene il progetto risalga al 2008, grazie al recente restyling non sente il peso degli anni. Tiene testa alle rivali più moderne. Promossa con lode l’efficacia nel misto. Rimandato a settembre il cambio manuale. Rivolgersi alla trasmissione Chi l’ha visto per la grinta del propulsore…