Il privilegio di fare questo lavoro è che ci si può permettere il lusso di avere fra le mani in una volta sola tre degli oggetti capaci di agitare i sonni della maggior parte dei ciclisti. Quando si tratta di scegliere quale gruppo montare sulla bicicletta dei sogni, molti hanno le idee chiare:Campagnolo Super Record senza nemmeno pensarci un attimo: la scelta dei più feticisti, di coloro che vedono nel marchio italiano il simbolo del ciclismo. Nel 1959 nasce il primo “gruppo”, un concetto fino ad allora sconosciuto.Dura-Ace è il preferito da chi vede in Shimano il top in fatto di prestazioni, affidabilità e modularità. Quest’ultima è un aspetto molto importante per chi ama allestire il gruppo giocando con guarnitura, ruota libera e cambio di marchi differenti.A pensare a SRAM sono i più attenti alle innovazioni, coloro che non amano troppo conformarsi, che credono nell’idraulica e dunque si affidano ai contenuti tecnologici e al look distintivo del Red 22.Per gli ossessionati dal peso il discorso è differente, perché l’idea del gruppo completo con i classici sette componenti (guarnitura, deragliatore, cambio, cassetta, catena, freni e comandi), non fa parte del loro modo di pensare: il gruppo ideale è quello che mette insieme quanto di più esoterico e leggero si possa trovare sul mercato, soprattutto online. Ma questa è un’altra storia, molto interessante, che merita di essere raccontata da sola. Campagnolo Super Record, il fascinoSe le biciclette di oggi sono fatte così lo si deve in grande parte a Tullio Campagnolo e alle sue intuizioni geniali. Nel 1927 ebbe l’intuizione che lo portò tre anni dopo a realizzare gli sganci rapidi. Nel Dopoguerra arriva il cambio a bacchetta, che più avanti evolverà nel modello a parallelogramma, il Gran Sport (precursore dei cambi moderni).Il “nonno” Record nacque nel 1962 e il Super Record fece la sua apparizione nel 1973, ed era fatto in Ergal e titanio! Negli Anni 90 arrivano i comandi Ergopower, i primi al mondo con i cavi che passano internamente. Forse proprio tanta gloria e la mancanza di un concorrente (bisogna aspettare il 1988 perché Shimano riesca a vincere un Giro d’Italia) hanno fatto sì che Campagnolo abbia affrontato con la guardia troppo bassa l’arrivo di Shimano, che in un attimo divenne padrone incontrastato del mercato del Mtb e conquistò i vertici di quello strada. E pensare che nel 2002 Campagnolo aveva già prototipato il primo cambio elettronico.Il cambio del Super Record è un’opera d’arte (se fosse per me la terrei in una teca sulla libreria!), ma anche le leve meritano, con la trama della fibra che gratifica l’occhio. La guarnitura sceglie invece una strada diversa e la fibra di carbonio ha un aspetto particolare, con un effetto laminato.I freni sono disponibili sia in versione single pivot sia dual pivot, mentre il disco idraulico è in arrivo. La guarnitura è proposta nelle misure 34/50, 36/52 e 39/53 con pedivelle da 170 a 175 mm. Per la cassetta la scelta spazia fra 11-23, 11-25, 11-27, 11-29 e 12-25, 12-27, 12-29. Shimano Dura-Ace, il riferimentoAnche la storia di Shimano, sebbene i primi vagiti risalgano agli Anni 70, è ricca di passaggi importanti per l’evoluzione del ciclismo. Il colosso giapponese ci ha messo poco per arrivare al successo: ha cominciato con ruota libera e cambio, nel 1973, ma a fine decennio aveva già vinto alcuni titoli mondiali. La prima versione del Dura-Ace è datata 1976 (aveva 10 velocità) e solo due anni dopo, grazie al progetto di un mozzo rivoluzionario con ruota libera a cassetta e ingranaggio da 11, Shimano crea uno standard che diventerà mondiale. Nel 1984 arriva il sistema di cambiata indicizzato (il famoso SIS), che associa a ogni movimento sulla leva il perfetto posizionamento della catena sugli ingranaggi, mentre i comandi nel cambio integrati nelle leve freno arrivano, come per Campy, nel 1990. Nel 2009, prima fra le “tre sorelle”, Shimano mette sul mercato la versione Di2, con comando elettronico.Il Dura-Ace si differenzia dagli altri due gruppi per la scelta di ricorrere principalmente alle leghe di alluminio. La guarnitura ne è l’esempio più evidente: l’immagine è molto hi-tech, complice anche la struttura a quattro bracci e la corona piena, ma anche la doppia colorazione. I freni sono dual pivot e il disco è ormai un’opzione concreta e performante.Le guarniture offrono cinque combinazioni: 34/50, 36/52, 38/52, 39/53 e 42/54 con pedivelle da 165 a 180 mm. Cinque anche le opzioni di cassetta: 11-23, 11-25, 11-28, 12-25 e 12-28. SRAM Red 22, il nuovoCome vuole la tradizione americana, SRAM e il prodotto che l’ha resa famosa, i comandi Grip Shift, nacquero in un un garage grazie alla passione di tre amici. Shimano aveva appena presentato i comandi SIS, composti da 27 parti accuratamente progettate per interagire alla perfezione: immaginate quale poteva essere l’impatto di un sistema realizzato con tre pezzi di plastica, un cilindretto di metallo e una mezza manopola rotante… Era il 9 gennaio del 1988. Fiera di Long Beach, California. Scott Ray e Sam non raccolsero molti ordini, anzi, però ebbero la visita di Gary Fisher che chiese loro se non avessero nulla di specifico per le neonate mountain bike, di cui era uno dei padri. La luce si accese e la vera storia di SRAM cominciò più o meno lì. Pochi mesi più tardi il loro comando rotante era montato sulla bici di Bob Mionske, il meno conosciuto degli americani che avrebbe partecipato alla prova in linea alle Olimpiadi di Seoul. Arrivò incredibilmente quarto al fotofinish e diede un notevole impulso al business, che rimase però legato al mondo dell’off-road e, soprattutto, dell’aftermarket. Nel 1994 arrivò il deragliatore, il famoso ESP con rapporto di movimento 1:1, realizzato in materiale plastico (nel frattempo ci fu anche una lunga controversia legale con Shimano). Il cambio fu il passo successivo: si chiamava X0.Il problema di SRAM è che non aveva un gruppo completo né la competenza necessaria per lavorare i metalli. La soluzione era fare acquisti. Il primo, nel 1997, fu Sachs (mozzi e catene), poi nel 2002 toccò a Rock Shox (sospensioni), nel 2004 ad Avid (freni), quindi Truvativ (guarniture): il gruppo era completo e da lì a poco sarebbe arrivato anche quello Road (2006), che corse il Tour già nel 2007.Nel 2008 fu sviluppato il primo RED, con il preciso obbiettivo di superare in leggerezza il Dura-Ace e nel 2009 monopolizzò i primi tre gradini del podio del Tour con Contador, Schleck e Armstrong!Peculiarità di SRAM sono i freni idraulici, a catalogo sia nella versione dual pivot sia a disco. Il gruppo con comandi elettronici invece non c’è, ma il motivo e che sta già arrivando quello Wi-Fi.Le combinazioni delle guarnitura sono 36/46, 34/50, 36/52 e 39/53 con pedivelle da 165 a 177,5 mm; il pacco pignoni è invece da 11-25, 11-26, 11-28 e 11-30, 11-32 (WiFLi). Il verdetto della bilancia Dura-AceRED 22Super RecordGuarnitura620 g (53/39)520 g (50/34)620 g (52/36)Pacco pignoni200 g (11-28)160 g (11-28)200 g (11-27)Deragliatore70 g80 g80 gCambio160 g150 g160 gCatena270 g260 g250 gFreni300 g260 g270 gLeve370 g290 g350 gTOTALE1.990 g1.720 g1.930 g