Si scrive Mazda 2 Hybrid, si legge Yaris: le Toyota, ultimamente, soffrono di sdoppiamento della personalità. Tra le altre, la Rav4 che diventa anche Suzuki A-Cross, la Corolla Wagon che si reinventa Suzuki Swace. Giusto? Sbagliato? Il dato di fatto è che le Case automobilistiche sono obbligate a spalmare i costi per massimizzare le economie di scala. Ci sono aziende che lo fanno prendendosi la briga di rivedere almeno “il trucco” (si pensi per esempio alla Seat Tarraco e alla Volkswagen Tiguan Allspace), altre che hanno le risorse per personalizzare il progetto in modo significativo: Skoda con la Kodiaq su base, ancora lei, Volkswagen Tiguan Allspace. E poi ci sono i giapponesi, che non vanno tanto per il sottile. Staccano il marchio originale, ci appiccicano quello nuovo e via verso i saloni. La domanda che sorge spontanea è: perché dovrei comprare il clone e non l’originale? Una risposta secca non c’è: il consiglio è quello di andare in entrambe le concessionarie e valutare quale delle due fa l’offerta migliore.
Un ibrido quasi perfetto, ormai
La Mazda 2 Hybrid (che per ora affianca la Mazda 2 e non la sostituisce), come suggerisce il nome, esiste solo in versione full hybrid: la Yaris c’è anche con motore 1.0 a benzina. Un ibrido, quello della Casa giapponese, che dopo 25 anni di esperienza e di continui miglioramenti ha raggiunto un livello ormai elevatissimo. Conserva il punto di forza storico, vale a dire l’efficienza imbattibile, anzi la migliora, e ci aggiunge una mai sgradita reattività ai comandi del piede destro. Altro grande passo avanti fatto dal full hybrid Toyota è in termini di gestione dei flussi di energia: se fino a qualche anno fa l’e-CVT (il sistema di ingranaggi che funge da trasmissione) innescava il classico effetto scooter, oggi questa tendenza è quasi del tutto sparita.
Non c’è bisogno di ricaricarla
Full hybrid, lo ricordiamo, significa che l’auto può marciare – sebbene per qualche centinaia di metri, a gas leggero e a velocità costante – in modalità puramente elettrica. Non c’è bisogno, a differenza di quanto accade con le ibride plug-in, di ricaricare la batteria dalla prese elettrica. Il che, nell’uso quotidiano e soprattutto se non si ha un box, è un grande vantaggio. Per il resto, la parte endotermica della Mazda 2 Hybrid è rappresentata da un motore 1.5 3 cilindri a benzina; è un po’ ruvido nel funzionamento, in compenso è particolarmente brillante nelle risposte fin dai bassi regimi.
Quanto consuma
Data la lunga premessa, prima di raccontarvi come va su strada è il caso di parlare di consumi. La percorrenza media della Mazda 2 Hybrid è compresa tra i 19 e i 20 km/litro. 19 km/l se fate tanta autostrada, 20 km/l se si fa soprattutto città e si dà dunque modo al sistema di recuperare l’energia cinetica per trasformarla in energia elettrica da stoccare nella batteria. Guidando esclusivamente in città si fanno i 21,5 km/l, mentre in autostrada la percorrenza cala a 18,5 km/l. Oltre 24 km/l in extraurbano.
Piacere di guida che sorprende
Se l’efficienza è il “minimo sindacale”, per un’auto come la Mazda 2 Hybrid, il piacere di guida è il “bonus track”. Non si pensi al comportamento di una sportiva, ovviamente, però tra le risposte brillanti del powertrain e la reattività del telaio, la giapponese sa essere divertente nel misto, aiutata anche da uno sterzo rapido, sebbene non fulmineo. Il comfort? Molto bene – a parte la sonorità del motore sempre piuttosto presente nell’abitacolo – fino a che le asperità non sollecitano troppo le sospensioni. Se invece la buca è più profonda della media, la Mazda 2 Hybrid offre risposte poco smorzate, anche dove alcune sue concorrenti reagiscono in modo molto più composto. In sostanza, è come se, oltre una certa soglia, molla e ammortizzatore facciano fatica a rallentare lo scuotimento della ruota.
Capitolo abitacolo: mi piace il fatto che non tutto sia concentrato all’interno del touchscreen. I comandi del climatizzatore, per esempio, sono fisici. E mentre si guida sono infinitamente più facili da utilizzare.
Più stilosa che spaziosa
L’abitacolo? Parto da uno degli aspetti che preferisco: non tutto, a differenza di quanto accade sempre più spesso, è concentrato all’interno del touchscreen. I comandi del climatizzatore, per esempio, sono fisici. E mentre si guida sono infinitamente più facili da utilizzare. Quanto agli spazi, il prezzo da pagare alla linea piuttosto sportiva è un’accessibilità posteriore leggermente sacrificata a causa del tetto discendente. Il bagagliaio offre invece una capacità di 298 litri; inferiore non di poco rispetto ai 380 litri di una concorrente diretta come la Skoda Fabia.
Prezzi da 21.150 euro
Non costa poco, la Mazda 2 Hybrid: il listino attacca a 21.150 euro. Una cifra che, per quanto non possa non risentire della raffinata tecnologia ibrida, in realtà offre poco a livello di dotazione. Meglio dunque prendere in considerazione almeno la versione intermedia, la Agile, che rispetto alla Pure (base) aggiunge i cerchi in lega, i fari anteriori a led, i sensori di parcheggio posteriori, i retrovisori a regolazione elettrica, la telecamera per l’angolo cieco e tanto altro.