SUV che vanno più forte di molte supercar; supercar che diventano offroad; crossover plasmati come coupé; SUV (ancora loro) che diventano cabriolet e l’elenco potrebbe continuare: la sostanza è che le idee impazzano, negli uffici marketing delle Case automobilistiche, alla ricerca di nuovi clienti. Una tendenza che negli ultimi anni ha conosciuto un’accelerazione importante, ma che è iniziata molto tempo fa. Audi, per esempio, è già dal 1994 che unisce il mondo delle super sportive e quello delle station wagon: la RS2, chi la dimentica, è la prima familiare che tiene la scia di macchine come la Porsche 911 (riferimento non casuale, visto che lo sviluppo della RS2 è portato avanti proprio dai tecnici di Zuffenhausen) in virtù di un motore iper vitaminizzato e di un telaio all’altezza della situazione.
Arriva 8 anni dopo, nel 2002, la Audi RS6: stessa filosofia della RS2 (che nel frattempo è diventata RS4), spalmata però su una carrozzeria più grande. Oggi, vent’anni dopo, con la RS6 che nel frattempo è cresciuta nelle dimensioni, nelle prestazioni, nella tecnologia e nel prezzo, siamo qui a parlare dell’addio ai motori endotermici. Detto che la speranza è l’ultima a morire e che ancora non siamo rassegnati a questo cambiamento epocale (sebbene ci siano tutti gli elementi per pensare che accadrà davvero), vi lasciamo all’articolo di Top Gear Italia, che ha preso proprio l’ultima generazione della “hyperwagon” dei Quattro Anelli e l’ha portata in “pellegrinaggio” a Ingolstadt, culla di Audi, per incontrare la sua antenata. Ecco com’è andata.