Ne avevamo parlato giusto poco tempo fa. L’argomento erano le piccole race replica 400 giapponesi. Gioielli di meccanica con motori 4 cilindri capaci di frullare oltre i 15.000 giri e dotati di ciclistiche raffinatissime. Ne avevamo parlato con un po’ di nostalgia, certi che moto come quelle non sarebbero mai più arrivate. Troppo costosi i motori, troppo pregiate le moto per essere competitive su un mercato in cui il prezzo conta ormai più di tutto e la categoria Supersport 300 è caratterizzata da motori bicilindrici e moto dalla struttura piuttosto economica.
Follia verde
Poi ti arriva Kawasaki, che ormai va detto è la meno giapponese tra le giapponesi e i cui ingegneri sono evidentemente caratterizzati da una vena di lucida follia che non può che farci commuovere. Non sarebbero stati capaci altrimenti di creare quella moto pazzesca che è la H2R da 314 CV (moto che peraltro ho provato…).
Con queste premesse si spiega l’arrivo della Ninja ZX-4R. Il nome ai più attenti spiega molte cose come, ad esempio, che sotto la carenatura non c’è il solito noioso bicilindrico ma un infuocato 4 cilindri in linea da 399 cc e ben udite-udite 80 CV (potenza raggiunta con il RAM air in pressione, la potenza statica è 77 CV comunque ragguardevole). E poi una cassa filtro che è dove deve essere, il condotto in pressione (RAM Air) che sbuca nel cupolino proprio dove deve essere. C’è tutto quello che c’è sulle grandi moto sportive. Lei non è un Fake, è una vera mini superbike. E anche lei sarà una delle novità di EICMA 2023
Kawasaki ZX-4R la ciclistica
Motore-gioiello, quindi, incastonato in una ciclistica che non sarà super pregiata come la ZX-R 400 del passato (che aveva il telaio in alluminio), ma comunque è uno step ben superiore a quanto siamo abituati a trovare sulle moto di questa categoria ai giorni nostri. Il telaio, infatti, è un traliccio in acciaio, di contorno ci sono forcella a steli rovesciati Showa e monoammortizzatore con sistema di leveraggio progressivo backlink come sulla Ninja ZX-10R. Freni con doppio disco da 290 mm e pinze radiali. Insomma, tanta roba buona. Anche le sovrastrutture ricordano quelle della Ninja di grande cilindrata.
Tre versioni una più sportiva dell’altra
C’è già molto materiale di cui parlare, ma Kawasaki ha spinto ancora un po’ presentando la Ninja ZX-4R in tre versioni, standard, SE e RR.
La base tecnica è, ovviamente, la medesima, compresa la dotazione elettronica con Ride by Wire, quattro Power mode (sport-road-Rain-Rider completamente personalizzabile), controllo di Trazione KTRC. Le differenze stanno nell’equipaggiamento che sulla ZX-4R SE prevede la presenza del Quickshifter e sulla ZX-4RR anche dell’ammortizzatore Showa BFRC-lite uguale a quello della 1000. Strumentazione ovviamente digitale con l’ormai classico (per Kawasaki) display TFT da 4,3 pollici dotato anche di modalità di visualizzazione “track” per mettere in evidenza i tempi sul giro.
Ora resta da vedere una cosa. Cosa vorrà fare Kawasaki con questa moto? Vorrà partecipare al mondiale Supersport 300? La lasceranno partecipare? Nel caso, come la prenderanno gli altri? Perché qui siamo su tutt’altro livello e l’arrivo della 4 cilindri in un campionato come quello creerebbe non poco scompiglio.
