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Prova Ducati DesertX, pronta a tutto

In sella alla nuova Maxi Enduro Ducati per riassaporare sensazioni passate che sanno tanto di Lago Rosa. Ecco come va la nuova Ducati DesertX Rally

Tanto con qualla moto li il fuoristrada non lo fa nessuno, ci vanno solo al bar“. Quante volte abbiamo sentito questa frase? Tante, forse fin troppe. Chi le dice spesso dimentica che il sogno, l’aspirazione hanno anche loro il loro peso nell’acquisto di un mezzo emozionale come è la moto. Mi piace la Panigale V4? La prendo anche se non andrò mai al Mugello. Mi piace la DesertX Rally? La prendo anche se non andrò mai in Marocco nel deserto di Agafay come abbiamo fatto noi.

Quello che mi piace è sapere che quella moto quando e se mai vorrò quelle cose le può fare. E lei, la DesertX Rally quello che può fare lo fa pure bene. Una Ducati in Africa è una novità? Non del tutto, perché il V2 Ducati ha fatto la sua comparsa nel deserto, equipaggiando la Cagiva Elefant degli anni ’90 con il V2 da 21″, con cui Edi Orioli vinse nel ’90 e nel ’94. Ecco se vogliamo la DesertX Rally raccoglie proprio quel testimone.

Ducati DesertX Rally come è fatta

Andiamola a vedere da vicino questa Ducati DesertX Rally. Le prime cose che colpiscono sono il parafango alto pensato per evitare l’accumulo di fango (anche se è possibile montare quello basso), le grafiche in Crystal come sulle moto da cross (più economiche da sostituire rispetto alle livree verniciate), il paramotore in carbonio, la leva del cambio e il pedale della frizione ricavati dal pieno e la doppia regolazione delle alte e basse velocità del monoammortizzatore.

Ducati DesertX Rally Marocco

Motore e telaio non cambiano ma…

La piattaforma della Rally rimane identica a quella della DesertX standard. Non cambiano infatti il motore bicilindrico a V Testastretta 11° da 937 cc, con 110 CV e 92 Nm, il telaio a traliccio in acciaio con forcellone in alluminio e non cambia l’impianto frenante con pinze Brembo e dischi da 320 mm davanti e 265 mm dietro. Anche l’elettronica, nonostante specifiche calibrazioni, rimane invariata e offre ancora 6 mappe, di cui due (Enduro e Rally) dedicate al fuoristrada con controllo di trazione, potenza del motore e freno a motore regolabili.

Cambia il resto

Le differenze principali si trovano invece in quelle che sono le aree “cruciali” per la guida offroad: sospensioni e ruote. Davanti, c’è una forcella Kayaba a cartuccia chiusa da 48 mm con trattamento DLC per gli steli, capace di offrire 250 mm di escursione. Il monoammortizzatore posteriore, sempre Kayaba, accoglie un pistone maggiorato e si allunga portando l’escursione della ruota posteriore a 250 mm. Le ruote sono inedite, con mozzi ricavati dal pieno e cerchi Takasago Excel con canale da 2.15 davanti e 4 dietro. Niente tubeless qui ci sono solo camere d’aria, e le opzioni di gomme omologate includono le Stradali Scorpion Trail 2, le STR o le Scorpion Rally. Un paio di numeri utili: la DesertX Rally pesa 224 kg in ordine di marcia (1 kg in più rispetto alla standard), l’altezza della sella è di 910 mm da terra, e il prezzo è di 22.490 euro.

In sella alla Ducati DesertX Rally

Saliamo in sella. È proprio il caso di dirlo visto che la sella (dritta e senza discontinuità), sebbene si piazza a ben 91 cm d’altezza. Tuttavia la moto offre una buona accessibilità, permettendo di toccare bene il suolo con entrambi i piedi grazie alla zona di calzata stretta (altezza dello scrivente 180 cm). La posizione di guida è molto confortevole, ed è utile il manubrio regolabile in avanti (con tacche per segnalare la corretta inclinazione) per cambiare l’ergonomia secondo che si guidi su strada o in fuoristrada. La stessa cosa per pedale freno e del cambio così da poter settare la moto da strada o da offroad in poco tempo. Due le cose da segnalare: la prima è che ruotando la leva del freno in posizione off road, questa si allontana un pelo per cui chi ha un piede più piccolo del mio 43 potrebbe trovarla un po’ lontana. La seconda è che la sella è leggermente sporgente rispetto al telaio. Ma alla fine devo dire che l’ergonomia è centrata.

Ducati DesertX Rally

Il cupolino è ben posizionato e abbastanza basso, evitando il contatto con la mentoniera del casco anche inclinandosi in avanti. Le manopole, tuttavia, sono un po’ grosse e dure, e a lungo andare potrebbero risultare un po’ stancanti.

La regina dell’off road

Ovviamente c’era da aspettarselo ma fa comunque piacere constatare che dal punto di vista ciclistico, la DesertX Rally mostri un notevole miglioramento nelle capacità off-road rispetto alla DesertX standard. La forcella Kayaba è eccezionale, offrendo una scorrevolezza raramente riscontrabile su una moto di serie. Il monoammortizzatore, nonostante l’assenza del leveraggio, risolve alla grande quella carenza di trazione che avevamo riscontrato sulla DesertX standard. Insieme, forcella e mono offrono un assetto bilanciato e godurioso. La moto comunque resta abbastanza fisica, con un baricentro alto che richiede attenzione costante e anche che a bordo ci sia un rider capace di “comandare” e non di farsi comandare. Ma una volta trovato il giusto equilibrio, inizia la goduria. Il tutto supportato dalle ottime Pirelli Scorpion Rally, gomme sempre sul pezzo, anche se nel caso si volesse andare ancora oltee (e la moto lo permette) è meglio optare per gomme ancora più specialistiche.

Ducati DesertX Rally

Motore, tutto bene

Il motore non lo scopriamo certo oggi, certo è che questo Testastretta 11° si dimostra camaleontico e anche in questo campo dimostra di saper dire la sua. Forse le manca un pizzico del colpo sotto ma ha una gran bella schiena ai medi con un allungo molto sportivo. Bene, il cambio elettronico soprattutto in salita, anche se in scalata ho preferito usare la frizione per avere miglior controllo. Calore? C’è il cilindro è li dietro ma devo dire rientra in un perimetro di accettabilità.

Ovviamente quando si parla di elettronica ogni Ducati fa la differenza. Qui come detto troviamo ben sei riding mode, ma ovviamente quelli più interessanti per l’utilizzo che abbiamo fatto della moto sono Enduro e Rally. Il primo è la mappa che ho battezzto “portami a casa” semplifica la guida e tiene aperti tutti i paracadute necessari anche se ti fa sempre e comunque divertire. La Rally è la mappa “vera”, quella che amerà chi in fuoristrada ci vive. Controlli molto “alti” (e disattivabili) anche se il controllo di trazione, sebbene non sia la mia preferenza in off-road, funziona sorprendentemente bene, offrendo un taglio del gas omogeneo e poco invasivo.

La Ducati DesertX Rally, alla fine, mi ha lasciato un’impressione positiva. Gestisce bene il gas, offrendo una risposta precisa ai movimenti dell’acceleratore. Con sospensioni eccezionali e un’ergonomia ben studiata, rappresenta un pacchetto solido. Potrebbe non essere la moto più facile da guidare in assoluto, ma una volta compreso il suo utilizzo massimo, si dimostra efficiente e divertente, permettendo di raggiungere alte velocità con sicurezza e divertimento. Certo, il prezzo non la aiuta… ed è un peccato perchè la sostanza c’è eccome. Quella forcella li… può accompagnare solo.

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