Era il maggio del 1975, esattamente 50 anni fa, quando arrivò sul mercato la sorellina dell’allora rivoluzionaria Golf: la Volkswagen Polo. In quegli anni, immediatamente successivi alla crisi energetica che provocò l’aumento del prezzo dei carburanti, era fondamentale avere in gamma un’utilitaria abbordabile e con costi di gestione contenuti. Le linee della piccola Polo erano nette e spigolose, secondo la chiave stilistica che – segnando una svolta rispetto alle sinuose forme del Maggiolino – la Casa di Wolfsburg aveva introdotto nel 1973 con la Passat.

50 anni e 20 milioni di esemplari venduti
In questi cinque decenni, di Volkswagen Polo ne sono state vendute una ventina di milioni. Cambiando tutto fuorché il nome, che è rimasto lo stesso mentre le generazioni della compatta tedesca si susseguivano: quella attuale è la sesta dalla nascita del modello. La vettura è nata come due volumi a tre porte sviluppata sulla base della coeva Audi 50, alla quale somigliava come una goccia d’acqua, salvo proporsi come alternativa più economica. Caratteristica che le consentì di sopravvivere alla cugina coi cinque anelli nel marchio, pensionata nel 1978.

In 3,5 metri di lunghezza la piccola Volkswagen Polo I serie poteva ospitare 4 adulti, ai quali metteva anche a disposizione un bagagliaio degno di questo nome. All’inizio aveva un 900 a benzina da appena 40 CV, che comunque all’epoca non erano pochi, considerato che le vetture erano di gran lunga più leggere di quelle attuali e che nel caso specifico la stazza era intorno ai 700 kg. Poi si aggiunsero il 1.1 da 50 CV e il 1.3 da 60 CV della GT. Nel ’77 alla Polo spuntò addirittura la coda, che la trasformò in una compatta a tre volumi battezzata Derby.

Gli Anni 80 l’hanno resa anche Wagon
La seconda generazione arriva nel 1981 e la Volkswagen Polo si ripropone con un look più elegante, adatto al “decennio della speranza”, che avrebbe fatto dimenticare le tormentate vicende sociopolitiche di quello precedente, e cresce un po’ nelle dimensioni, con la lunghezza che raggiunge i 366 cm. Per giunta, l’utilitaria della VW si propone anche nelle vesti di una piccola famigliare: sempre a tre porte, ma denominata Wagon e con tanta praticità in più, affiancava la classica Coupé con coda spiovente.

Intanto le prestazioni erano cresciute grazie ai motori più potenti: un 1.0 da 45 CV, un 1.1 da 55 e un 1.3 da 75 CV, sempre a benzina. Il top prestazionale lo colse la G40 (foto sopra) con il 1.3 sovralimentato tramite compressore volumetrico: i suoi 115 CV uniti al look ‘“insospettabile” ne facevano una perfetta sleeper. Curiosità: la sigla G40 è dovuta all’esclusivo compressore G-Lader, particolarmente compatto, con canalizzazioni spiraliformi e diametro di 40 mm. Al di là degli exploit prestazionali, la Polo II serie sarà anche diesel, con un 1.3 da 45 CV dall’87, e con un 1.4 da 48 CV dal ‘90.

Volkswagen Polo III serie, l’età della ragione
Corre l’anno 1994 quando la Volkswagen Polo si rinnova da cima a fondo, con una rivoluzione che coinvolge tanto i motori quanto la piattaforma. Ora la due volumi (371 cm di lunghezza) si può scegliere nelle varianti a 3 o 5 porte. Lo spazio interno cresce assieme alle dimensioni, e nel contempo vengono introdotti i primi sistemi che contribuivano a migliorare la sicurezza attiva e passiva: ABS e pretensionatori per le cinture.

Nel 1997 alla Polo a due volumi si affianca la Variant, ossia la station wagon (di 30 cm più lunga). Intanto la gamma dei propulsori (anche a gasolio) si amplia, ma senza mettere da parte la classica e accessibile motorizzazione base da un litro di cilindrata con 50 CV. E arriva anche un vivace 1.6 da 125 CV che, nel 1998, fa atterrare sulla Polo la mitica sigla GTI.

Quattro fari per vedere gli Anni 2000
Siamo nel 2001 e la Polo cresce sensibilmente le dimensioni (+15 cm di lunghezza e 5 di larghezza). Il design fa un bel salto avanti con linee addolcite e un riuscito frontale a quattro fari. Sotto il cofano arrivano nuovi motori, anche a tre cilindri a benzina. Senza dimenticare i diesel, in quel periodo richiestissimi: la Volkswagen Polo di quarta generazione ne proporrà due, con cilindrate di 1,4 e 1,9 litri e potenze comprese fra i 64 e i 130 CV. Memorabile l’efficientissima 1.4 BlueMotion da 80 CV che prometteva 25 km/l, ma non mancò la GTI con un 1.8 turbo da 150 CV. Invece la Fun (foto sopra), con protezioni in plastica e barre sul tetto stile SUV, anticipò i concetti alla base delle successive CrossPolo. A metà del decennio arriva un restyling firmato da Walter de Silva, che preparerà la strada alla generazione successiva.

La generazione dell’efficienza
Siamo ormai a cavallo degli Anni 10 di questo secolo quando entra in scena la quinta generazione della Volkswagen Polo. La lunghezza tocca i 395 cm, e l’impronta stilistica – ora giocata su linee essenziali e pulite – si riavvicina a quella della Golf come mai nel passato. I motori diventano ancora più efficienti, specialmente quelli a gasolio, non ancora ostracizzati dalle normative “verdi”: anche in questo caso ci fu una BlueMotion, stavolta da 1,2 litri e 75 CV, che vantava un consumo omologato di 3,3 l/100 km. Ampia pure la scelta a benzina, che vide la sua punta di diamante nell’esclusiva Polo R 2.0 TSI WRC Street, sportiva stradale derivata dai rally e capace di 220 CV (contro i 192 della contemporanea Polo 1.8 TSI GTI). E a proposito di innovazioni, su questa serie della Polo viene reso disponibile il cambio robotizzato a doppia frizione DSG.

La Volkswagen Polo dei nostri tempi
La Volkswagen Polo attuale, quella di sesta serie, nasce nel 2017 da una costola della Golf, modello che i suoi 50 anni li ha festeggiati nel 2024. Come base tecnica impiega, infatti, la piattaforma modulare MQB, sino a quel momento destinata ai modelli di segmento superiore. Questo da un lato la rende più grande e accogliente (la lunghezza è vicina ai 410 cm), con 351 di bagagliaio che la mettono nel mirino delle giovani famiglie, e dall’altro le apre l’accesso ai sistemi di assistenza alla guida di ultima generazione, come il cruise control adattativo. La gamma ruota intorno al 1.0 TSI a benzina, offerto con 80, 95 e 115 CV, anche con cambio DSG. Ma la versione GTI resta viva e vegeta, e con un 2.0 da 207 CV supera i 240 km/h.