Il 2 giugno 2015 dal paese di La Morra, borgo immerso nel meraviglioso territorio delle Langhe, prenderà il via la nuova avventura targata Superenduro.La sfida si disputerà lungo la caratteristica rete della viabilità secondaria, un sinuoso e seducente saliscendi tra il verde dei vigneti, gli antichi borghi medioevali e alcune delle cantine vinicole più famose al mondo. Il terreno di gioco sarà prevalentemente asfalto, ma con qualche tratto di sterrato e di pavè, il tutto lontano dal traffico e dallo smog delle grandi vie di comunicazione.La pausa che lo staff Superenduro si è preso dall’organizzazione del Circuito Mountain Bike a inizio stagione 2015 non ha spento il desiderio di innovare, né tantomeno la passione per il mondo bici. Anzi ha dato modo e tempo di pianificare questo progetto che il gruppo aveva in mente da tempo.“Abbiamo creato Superenduro nel 2007 per dare una collocazione agonistica alla crescente offerta di mtb a lunga escursione e pedalabili, che altrimenti in Italia sarebbero rimaste poco capite. Oggi sempre più aziende stanno proponendo nuove tipologie di bici da strada, che spostano molto più in là i confini di ciò che è possibile fare con una bici da asfalto. È quindi ora di dare vita al Superenduro B-ROAD!”, spiega Franco Monchiero.Di fatto l’obbiettivo del Superenduro B-ROAD è sostenere il mondo della strada in quello che a tutti gli effetti è un cambiamento che sta avvenendo al suo interno, una evoluzione tecnica verso l’utilizzo di mezzi più polivalenti, non estremi, comodi e divertenti. Con questo format si vuole affiancare all’idea classica del ciclismo una nuova filosofia, che poco alla volta sta sfociando in un modo diverso di vivere lo sport e il territorio.L’idea che il Superenduro B-Road intende portare avanti è quella di una fruizione più libera della bici da strada, più “enduro” nella connotazione originale del termine, alternativa e meno vincolata dal tipo di percorso o dal fondo, pura espressione della voglia di esplorazione del ciclista che si svincola dalle costrizioni tecniche dei mezzi meccanici tradizionali.Enrico Guala precisa: “La fase di progettazione del format e del primo evento mi ha riportato ai primi anni del Superenduro. Coniugare sviluppo tecnico dei mezzi con le esigenze dell’utenza e dei territori, regalando a chi partecipa un’esperienza che va bel al di là della gara in se stessa. Oggi alcuni iniziano a parlare di gravel: il Superenduro B-Road va oltre il limite di una definizione, per alcuni sarà una rivoluzione, per molti quello che hanno sempre sognato e non hanno mai osato chiedere!”Per info:[email protected]/superendurobroad