LIVESembra passata più di un’epoca, eppure non più di 20 anni fa l’arrivo dell’estate sanciva ufficialmente l’apertura della scorribande vacanziere: maturità archiviata, per i più grandi gli ultimi scampoli di esami universitari. In quattro, ma spesso e poco volentieri “fully booked” in cinque, si partiva schiacciati come sardine nelle utilitarie in direzione del capoluogo ligure, attraverso la pianura padana e poi rapidi e un po’ spavaldi nel toboga della Serravalle – quando ancora di limiti di velocità e Tutor non si parlava – per raggiungere una Genova ancora assonata. Era il periodo, i primi anni ’90, in cui un viaggio di poco più di 130 km riusciva ad avere il fascino della grande impresa e di una maturità ormai raggiunta. Nelle mani si stringevano volanti di Fiat Uno, Panda, o di qualche francesina. Solo pochi privilegiati guidavano tedesco.Gli anni sono passati, le vetture che all’epoca portavano in vacanza famiglie intere oggi sono icone, nella versione moderna, di una vita esclusivamente metropolitana. Abbiamo voluto sfatare questo mito, ripercorrendo oggi le stesse strade alla guida della Citroën C1 nell’allestimento Deejay. Per ritrovare all’alba profumi di salsedine e gli stessi colori caldi dei palazzi che si affacciano sul lungomare cittadino.DRIVEParto da Milano prima dell’alba: il piccolo motore a tre cilindri da un litro di cilindrata si muove rapido, vibra poco e si sente appena nella notte meneghina e nelle sue strade deserte che conducono fino all’autostrada. La C1 si conferma scattante nelle partenze – anche se buona parte dei semafori lampeggia ancora – e brillante in ripresa. Con settanta cavalli si può arrivare con la lancetta del contagiri quasi al minimo e, ridando gas, sfruttare tutta l’allungo di una singola marcia: elasticità promossa!A bordo si scopre che il piccolo abitacolo da vettura “scarta ingorghi” è essenziale: per contenere i costi – 11.650 euro nell’allestimento Deejay – si è badato solo all’indispensabile. Ad esempio la maniglia per il passeggero del sedile anteriore non c’è, un problema su una strada tutta curve come la Serravalle, che la C1 può affrontare sprintosa grazie a un assetto insospettabile. Non ci convince, poi, la scelta dei comandi singoli dei cristalli elettrici anteriori sulle portiere: chi guida deve sporgersi dall’altro lato per raggiungere il pulsante.Arrivare a Genova e poi sul lungo mare è una pura formalità. Ritroviamo le strade di allora senza bisogno delle indicazioni stradali. La Superba negli anni si è fatta moderna, turistica, meno altera anche con chi ci passa soltanto per raggiungere il traghetto che lo porterà in vacanza. Percorriamo verso est la sopraelevata fino al confine immaginario del Palasport, che segna la fine della Genova portuale; giro di boa e ritorno verso la zona di imbarco alla ricerca del faro, simbolo della città.La Lanterna è alta 117 metri, visibile a più di 30 km di distanza. Raggiungiamo il promontorio su cui è stato edificato infilando il muso della C1 nei meandri del porto commerciale e attraversando luoghi poco frequentati, mentre le squadre di camalli vanno al lavoro.Le dimensioni compatte della C1 invitano ad andare oltre, per raggiungere i luoghi di una Genova cantata e raccontata da Fabrizio De Andrè. Entriamo nella pancia della città attraverso i caruggi: vicoli saturi di umidità, salsedine e odori antichi. Percorriamo via Antonio Gramsci e arrivati alla Marina giriamo rapidi in via delle Fontane; pochi metri e la svolta a destra attraverso Porta di Vacca è d’obbligo per entrare nella stretta e poco ospitale via del Campo, la stessa cantata nell’omonima canzone incisa nel primo album Volume I registrato in studio nel 1967.“Via del Campo c’è una graziosa gli occhi grandi color di foglia, tutta notte sta sulla soglia vende a tutti la stessa rosa.” Qui cantata da Faber con i PFM. http://youtu.be/GGLvm8xviks Alle spalle di via del Campo, la famigerata via di Pré il cui accesso è “sconsigliato” da un vigile urbano che non accetta di buon grado la nostra veloce digressione turistica in una zona che, evidentemente, conserva tutt’ora non soltanto l’alone leggendario del luogo malfamato. Attraverso novelle cantate e ricordi che affiorano, il breve tour genovese si chiude, non prima di un ultimo giro di boa qualche chilometro più in là, verso il Levante, in direzione Genova Nervi; raggiungo la stazione di Sant’Ilario, soppressa nell’ormai lontano 1959 e da anni convertita in abitazione privata, dove giunse un altro personaggio da fiaba cantato da De Andrè: Bocca di Rosa.“Appena scese alla stazione nel paesino di Sant’Ilario tutti si accorsero con uno sguardo che non si trattava di un missionario…”http://youtu.be/JrFjFOjxYyA C1 FeelingRiconoscere la Citroen C1 Deejay è facile perché i loghi del famoso network radiofonico campeggiano su portellone, fiancate e tappetini interni; gli specchi retrovisori sono verniciati in nero brillante e c’è un pratico sistema multimediale per ascoltare MP3.Spingersi oltre i confini urbani non è un problema: 68 cavalli, quasi 10 kgm di coppia e una velocità massima prossima ai 160 km/h fanno squadra. Ogni meta è facilmente raggiungibile con una dose di comfort più che sufficiente. C1 è rapida in città eppure stabile e precisa quando si curva e controcurva nel toboga finale dell’autostrada che porta a Genova. Frena bene e lo fa in spazi contenuti.Cosa chiederle di più? Un po’ di attenzione in più nella scelta degli accessori dell’abitacolo, e magari superfici più appaganti al tatto.SCHEDA TECNICA