Se ci chiedessero chi ha organizzato il Salone di Ginevra 2012 verrebbe da rispondere il Professor Monti. Attenzione, non fraintendete (e soprattutto non smettete di leggere in preda allo sconforto): ciò che li accomuna non sono le ormai famigerate “lacrime e sangue” ma, piuttosto, una compostezza e un’attenzione alla sostanza poco comune di questi tempi (chi è stato al Motorshow 2011 e ha visto le “tantissime novità” sa bene di cosa stiamo parlando).
Tante le new-entry (anche se sfidiamo a trovarne 140 “reali” come dichiarato da molti), ma soprattutto un sacco di proposte dedicate a chi l’auto la usa sul serio… Tutti i giorni!A partire dalla Fiat 500 L, regina allo stand del lingotto, capace di attirare a sé pareri del tutto contrastanti (chissà se i Marchionne boys riusciranno ancora una volta a far ricredere i detrattori), passando per la Mercedes Classe A che ha scelto di abbandonare completamente i tratti somatici che l’avevano consacrata in passato. Scelta corraggiosa, hanno sentenziato in molti; un errore, hanno replicato altri. Al mercato l’ardua sentenza!
Ford ha scelto di puntare sulla fruibilità con la piccola MPV B-Max (con tanto di porte scorrevoli), mentre le francesi scommettono sul mercato dei crossover (e come dare loro torto) con la Citroen C4 Crossair e la Peugeot 4008. Senza dimenticare le origini sportive con la 208 GTI concept e l’animo ecologico e innovativo con la DS5 Hybrid.Auto vere, quindi, come la Kia Ceed‘ o la Hyundai i30 station wagon, giusto per citare due marchi imparentati che in Europa, da un po’ di tempo a questa parte, stanno facendo la parte del leone. Compostezza e razionalità protagoniste del Salone di Ginevra, anche nella scelta delle hostess: educate, sorridenti e pudiche (non che in passato le scelte fossero stato molto diverse); un’occasione per osservare le auto senza troppe distrazioni, per molti, una delusione per altri.
Voto 10 all’atteggiamento delle case produttrici (tutte presenti, ovviamente…) che, messi da parte sconforto e piagnistei legati alla crisi (fortunatamente) hanno scelto linee guida ben definite e politiche diverse ma, si spera, egualmente efficaci. Insomma, rimboccarsi le maniche, puntare un obbiettivo e fare di tutto per raggiungerlo, forti dei propri mezzi.
Lo ha fatto BMW presentando un alto di gamma come la Serie 6 Grand Coupé; l’ha imitata Opel con una vettura iper tecnologica ed ecologica come la Ampera (ibrida su base Volt che ha conquistato il premio Car of the Year) e una ipersportiva “alla portata” come la Astra OPC. Senza dimenticare la best-seller Mini Countryman proposta in versione pepatissima by John Cooper Works.
L’eccellenza ha visto tanti nuovi protagonisti come il neonato suv marchiato Bentley, un inno al lusso e all’esagerazione (Corona si starà già sfregando le mani, con buona pace degli uomini marketing, probabilmente non entusiasti…), senza dimenticare i gioielli di casa nostra: Ferrari F12 Berlinetta, Maserati GTS, Lamborghini Aventador J (scoperta è dire poco…). E il Giappone? Non moltissime le novità. C’era la replica della Toyota GT-86 marchiata Subaru, qualche concept all’insegna del design e dell’high-tech nello stand Nissan e poco altro (fatta eccezione per la Mazda Takeri, concept che pare essere più vicina di altre a diventare realtà).
Insomma, un bilancio estremamente positivo per il Salone di Ginevra, condiviso dalle case, dai giornalisti e, si spera, da tutti i visitatori che affolleranno gli stand nei prossimi giorni. L’impressione che resta è che, in fondo, questo Salone sia dedicato a loro molto più che in passato e, consentiteci di dirlo, forse questa è proprio la strada giusta. Sognare fa bene, ma bisogna anche dedicarsi alla “vita vera”…