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Prova Yamaha X-MAX 300

In sella al nuovo Yamaha XMax 300 per capire se veramente è il migliore scooter 300

Era il 2014 e Yamaha presentava la nuova versione del fortunato Yamaha X-MAX 250 (130.000 pezzi dal 2005): oggi, a tre anni esatti, arriva il modello di maggior cilindrata Yamaha X-MAX 300, sviluppato su basi tecniche e stilistiche del tutto inedite. L’appartenenza al mondo “Max” è rafforzata da scelte di design molto esplicite, come il boomerang centrale, ma l’obiettivo di fondo resta il medesimo del passato, ossia offrire comfort, capacità di carico e guida sportiva.

La tecnologia Blue Core, volta a migliorare efficienza e consumi, è alla base della progettazione del nuovo motore, 4 valvole con singolo albero a camme in testa e raffreddamento a liquido. L’iniezione elettronica sviluppata appositamente sfrutta iniettori a 12 ugelli, con nebulizzazione indirizzata verso la parte posteriore della testa. Lo studio dei flussi in camera di combustione garantisce secondo il costruttore una turbolenza che migliora l’efficienza termodinamica, oltre a un’erogazione ricca di coppia ai bassi e medi regimi. Tra le novità tecniche spicca il controllo di trazione, che interviene in condizioni di scarsa aderenza e che è possibile disinserire con facilità tramite il deviatore sul blocchetto destro.

Sulla scia del TMAX (leggi la prova) anche questo modello propone la Smart Key: a differenza che sullo scooter al vertice della gamma, il piccolo “telecomando” non contiene la chiave meccanica ma permette comunque di attivare un segnale sonoro che facilita l’individuazione dell’X-MAX 300 parcheggiato. Il consiglio, considerate le dimensioni molto contenute della Smart Key, è di tenerla al collo oppure inserirla nel mazzo di chiavi. Il normale blocchetto di avviamento è stato sostituito dal nuovo comando rotante al centro dello scudo: tramite la selezione delle numerose posizioni abilita lo sblocco della sella e di uno dei vani portaoggetti, l’apertura del tappo del serbatoio e l’avviamento dello scooter. Il funzionamento è intuitivo: il primo gesto da compiere consiste nel premere il comando, rendendo così possibile la rotazione.

Un passo indietro: il nuovo Yamaha X-MAX 300 ha nei gruppi ottici un evidente punto di forza stilistico, come si evince dall’impiego dei LED davanti e dietro. L’avantreno richiama esplicitamente il TMAX, con i due LED laterali che fanno da anabbaglianti e quindi sono sempre accesi; l’elemento tradizionale al centro in basso, invece, è l’abbagliante.

Al centro del cruscotto tornano due grandi strumenti analogici per tachimetro e contagiri, con la sezione digitale al centro più ampia che in passato. L’analogico ha il pregio di esaltare la leggibilità, oltre che di connotare lo scooter in senso sportivo, anche se forse è meno appariscente di un bel pannello LCD.

I deviatori sui blocchetti sono intuitivi, adatti a visualizzare senza indugio sulla sezione digitale del cruscotto tutte le informazioni disponibili, oltre che deputati a disinserire il controllo di trazione. Nel vano portaoggetti sinistro, dotato di sblocco elettrico, una presa 12V tipo accendisigari permette di ricaricare i dispositivi elettronici.

Eccellente la capacità del vano sotto la sella, molto funzionale già sul precedente X-MAX 250: ci stanno due caschi integrali oppure molto altro, con la possibilità di montare l’accessorio originale che divide lo spazio in due parti ed evita che gli oggetti si muovano troppo liberamente.In arrivo a inizio maggio 2017, il nuovo Yamaha X-MAX 300 costa 5.690 euro f.c. e sarà nelle concessionarie in tre colorazioni (Matt Grey, Milky White e Quasar Bronze).

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