Perturbazioni assenti, alta pressione persistente, scarsa ventilazione: condizioni ideali perché le città annaspino a causa delle polveri sottili. La soluzione? Il blocco del traffico! Una medicina, o meglio sarebbe dire un placebo, che non ha effetti reali sulla situazione, ma che sempre più spesso conforta le coscienze di politici e amministratori, dimentichi di come le quattro ruote incidano solo parzialmente, e in proporzione inferiore a quanto si creda, sulla proliferazione delle famigerate PM10. Indipendentemente da queste considerazioni, è possibile guidare inquinando meno? Assolutamente sì. Ecco le regole d’oro per ridurre le emissioni.L’acceleratore non è un martello da pestare sull’incudine. Dare gas con gradualità, in modo progressivo, aiuta a contenere i consumi e, conseguentemente, le emissioni. Una buona abitudine da abbinare a passaggi di marcia a medio/basso regime, senza costringere il propulsore a salire di giri.Frenare eccessivamente è dannoso tanto quanto accelerare con troppa foga. Perdere piuttosto velocità moderatamente, a marcia innestata così che i sistemi di recupero dell’energia delle vetture più moderne possano operare al 100%, è un accorgimento che gioca a favore tanto dell’ecologia quanto della sicurezza.La costanza è la virtù di quanti rispettano l’ambiente; viaggiare a velocità regolare, senza picchi, favorisce la riduzione dei consumi, consentendo al motore di lavorare a medio/basso regime. A tal proposito, si rivela un’ottima risorsa il cruise control, mentre la proposta di abbassare il limite di velocità nei centri urbani da 50 a 30 km/h non porta in dote reali vantaggi – aerodinamicamente poco cambia – anzi potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio, costringendo le vetture a viaggiare con rapporti più corti e a restare più tempo nel traffico.A meno che si disponga di un’auto dotata del sistema Start&Stop, che spegne automaticamente il motore a veicolo fermo, in caso di lunghi incolonnamenti o congestioni del traffico è bene “mettere a riposo” il propulsore, riavviandolo solamente se necessario, vale a dire qualora divenga possibile riprendere la marcia.Fatta eccezione per gli iscritti alla Dakar o quanti debbano affrontare dune e fangaie, è assurdo viaggiare con pressioni degli pneumatici prossime allo zero! Una gomma sgonfia genera maggiore attrito, quindi comporta una richiesta di carburante superiore allo standard, oltre a deteriorarsi in modo irregolare. È sufficiente una breve sosta al distributore o presso un gommista per ripristinare la pressione corretta; i valori sono spesso riportati lungo la sezione interna dei montanti.Viaggereste con una vela sul tetto? No di certo. E allora, perché spopolano portabici e portasci lasciati per mesi a marcire sulle vetture? Questi dispositivi di trasporto compromettono l’aerodinamica del veicolo e comportano un sensibile spreco di carburante, specie a velocità costante e in autostrada.