Nel 2016 saranno vent’anni che l’Alfa Romeo è assente dal DTM, vale a dire il Campionato Tedesco Turismo, fucina di vetture straordinarie sia per prestazioni, sia per aspetto, sia per cura aerodinamica. Un campo di battaglia sul quale tutti gli appassionati del Biscione avrebbero voluto vedere schierata la nuova Giulia Quadrifoglio, ma che a quanto pare dovrà attendere ancora parecchio prima che una vettura d’Arese sfidi Audi, Mercedes e BMW.Nel 1993, l’anno del debutto con al volante Nicola Larini, la storica 155 V6 TI spezzò le reni alla concorrenza tedesca. Lasciando tutti basiti. Merito della trazione integrale, del V6 2.5 Busso portato a 420 cv (490 cv nel 1996) e di numerosi componenti derivati dalla gloriosa Lancia Delta che ai tempi imperversava nel Mondiale Rally. Oggi, tutti vorrebbero che l’Alfa tornasse a dettare legge in terra teutonica. Specie dopo la notizia del record del Nurburgring conquistato senza eccessivo sforzo, complice l’esuberanza del V6 2.9 biturbo a iniezione diretta di benzina di Giulia Quadrifoglio, forte di 510 cv e 600 Nm di coppia.Harald Wester ha detto no. Il boss della Casa di Arese ha lasciato intuire che non è previsto, almeno in tempi brevi, un impegno diretto nel DTM. E nemmeno in altre serie sportive. In un colpo solo, la dirigenza del brand italiano ha affossato le aspettative dei fan, negando qualsiasi coinvolgimento tanto nel Campionato tedesco quanto nel WTCC, il Mondiale turismo, così come nella 24Ore di Le Mans, magari con un prototipo su base Giulia realizzato per l’occasione. Una scelta controcorrente in un momento storico nel quale i principali rivali dimostrano interesse per le serie turismo, specie il DTM, e marchi in ascesa quali Seat, Citroën e Peugeot intensificano l’impegno in pista. Appare così una ben magra consolazione apprendere che, sempre a detta di Wester, “le future Alfa Romeo saranno adatte all’utilizzo in circuito”. A memoria d’uomo, non è mai esistito un costruttore che, presentando una vettura sportiva, abbia sostenuto il contrario…