L’esperimento continua: vogliamo capire se realmente l’ausilio dell’elettrostimolazione permette di migliorare le prestazioni sportive, non soltanto la fase di recupero. Nella prima puntata del racconto mi sono soffermato sulla descrizione del progetto e della dotazione tecnica.Gli esperti di DJO Global Italia, importatore Compex per il nostro Paese, a partire da novembre 2018 hanno integrato nel mio allenamento le sessioni di elettrostimolazione con il Compex SP 8.0. Il piano prevede in linea di massima: due allenamenti con i pesi in palestra, uno di rullo a una gamba, due in bici (5-6 ore complessive), oltre a due giorni di recupero.Le due sessioni settimanali di palestra prevedono un’attività di “core stability”, dedicata cioè al rafforzamento dei muscoli di postura; un lavoro di base sulla parte superiore (pettorali, dorsali, spalle) e naturalmente un intenso lavoro di miglioramento della forza e della resistenza sugli arti inferiori, con serie da 12 a 20 ripetizioniIl pacchetto Compex vede l’introduzione del programma “Resistenza” sui quadricipiti prima di ciascuna delle due sessioni di palestra e a precedere il lavoro sui rulli. In pratica i 21 minuti del programma vengono aggiunti a pacchetti già di per sé impegnativi. Il rafforzamento di addominali e lombari in palestra è ulteriormente valorizzato dal programma Core stability del Compex, con applicazione degli elettrodi su addominali e lombari.Quale deve essere l’intensità di lavoro con l’elettrostimolatore? Il Compex SP 8.0 arriva a quota 999 nell’indicazione della intensità massima: un numero che, specialmente ai principianti, sembra fantascientifico e irraggiungibile. Ma, come sostiene Marco Ravasio, l’esperto che DJO Global Italia mi ha affiancato, non bisogna avere paura di “spingere”: quota 240 è il primo step di intensità suggerito da Marco.Bisogna, però, partire per gradi. Infatti nonostante la prudenza della fase iniziale, probabilmente dovuto all’istinto di conservazione, è facile constatare come gli esiti delle prime sessioni di Compex, sommati al lavoro in palestra, consistano in dolori ai quadricipiti tali da rendere proibitivo salire e scendere anche un solo piano di scale, in ufficio.Niente paura: bastano pochi giorni per recuperare la piena funzionalità, magari utilizzando il programma “Recupero post allenamento”, non prima di aver verificato come disporre gli elettrodi. L’app Compex Coach sullo smartphone è fatta apposta ed è molto comoda perché permette di verificare al volo come utilizzare l’apparecchio; in più fornisce un quadro completo dei programmi disponibili e dei loro obiettivi. Grazie ai consigli di Marco ora so che la posizione ottimale del corpo è quella del mezzo squat, con le gambe parzialmente flesse.Il programma Resistenza prevede un rapido ed efficace riscaldamento, a cui seguono 42 contrazioni prolungate, intervallate da brevi recuperi. L’intensità va incrementata progressivamente, fino ad arrivare alla soglia del dolore muscolare. Su questo punto va specificato come nelle prime sessioni prevalga l’approccio conservativo, quasi che alzare troppo l’intensità possa danneggiare i muscoli: in realtà il rischio è di lavorare a intensità troppo blande e quindi poco allenanti. Non bisogna essere troppo timorosi ma spingere forte, molto più forte di quanto mente e corpo inizialmente suggeriscano. Solo così è possibile raggiungere le intensità suggerite (240-260), verificando che sono certamente impegnative ma non insostenibili.Dopo i primi due mesi di allenamento con il supporto del Compex SP 8.0 posso affermare con certezza che l’inserimento nel piano di allenamento finora è stato un successo: fatta eccezione per le prime due settimane, il carico di lavoro muscolare si è rivelato sostenibile e complementare rispetto alla preparazione specifica in bicicletta. Per i prossimi due mesi continuerò ad affiancare palestra, uscite in bici ed elettrostimolazione: quest’ultima sarà di supporto anche nella prima fase agonistica a marzo, e non solo per l’indispensabile recupero bensì per continuare il lavoro sulla forza.