Dopo settant’anni di storia costellati di sole auto sportive, culminati con il recente lancio della Emira, l’arrivo della nuova Lotus Eletre apre un nuovo capitolo per la Casa di Hethel. Con l’ingresso nell’orbita del gruppo Geeely, lo stesso che gestisce Volvo, un cambio di prospettiva è diventato indispensabile. Addio dunque alla nicchia delle vetture da track-day per una nuova avventura in segmenti più ampi e – perché no? – profittevoli.
Una vera rivoluzione
Per dare un’idea di cosa significhi la Lotus Eletre per il marchio, basti pensare per esempio che è il primo modello a cinque porte, il primo SUV e il primo elettrico. Come se non bastasse sarà pure prodotta in Cina, dalle parti di Wuhan, e sarà la capostipite di una nuova gamma di vetture a batteria che vedranno la luce nei prossimi anni. Ce ne sarebbe abbastanza per far venire un colpo secco ai fan più tradizionalisti del brand. A uno sguardo più attento, però, emerge anche una certa continuità con il passato, almeno a livello di filosofia. A conti fatti una macchina di questo genere sarebbe forse piaciuta anche al leggendario fondatore Colin Chapman.
La banda del buco
Certo, la Lotus Eletre è sempre un SUV elettrico da un paio di tonnellate, ma l’originalità non le manca. La sagoma la fa sembrare quasi una sportiva tuttoterreno, con uno sbalzo anteriore ridotto e un abitacolo proteso un po’ in avanti, al di sopra di un passo molto lungo (302 cm) in rapporto alla lunghezza totale (510 cm). Un altro elemento distintivo è quella che in Lotus chiamano “porosità” della carrozzeria. Qua e là si aprono buchi e fenditure nel pannelli, studiati per canalizzare i flussi d’aria e migliorare l’efficienza aerodinamica. Il resto in tal senso lo fanno una griglia attiva e spoiler vari, alcuni regolabili, che cambiano angolazione in funzione delle modalità di guida selezionate (Range, Tour, Sport, Off-road e Individual).
Nel nome del padre
“Semplifica e poi aggiungi leggerezza”, diceva il vecchio Chapman, e chi ha progettato la Lotus Eletre pare sia rimasto fedele a quell’insegnamento. La macchina fa infatti ampio ricorso a materiali quali acciai ad alta resistenza, carbonio e alluminio e adotta una struttura essenziale. A fare da base c’è l’Electric Premium Platform, una piattaforma inedita che resterà un’esclusiva Lotus. La Eletre sarà dotata di due motori, uno per ciascun asse, con una potenza totale non inferiore ai 600 CV. Ciò le permetterà di scattare da 0 a 100 km/h in meno di tre secondi e di raggiungere eventualmente i 260 km/h. La batteria avrà una capacità di oltre 100 kWh e potrà essere ricaricata anche a 350 kW, in modo da poter ripristinare in meno di mezz’ora 400 degli oltre 600 km di autonomia dichiarati.
Il futuro è qui
Per sfruttare al meglio queste prestazioni i tecnici hanno studiato per la Lotus Eletre soluzioni molto avanzate a livello di sospensioni. L’assetto conta su elementi pneumatici controllati dall’elettronica che possono anche variare l’altezza da terra. Agli amanti della guida, Lotus offre anche le quattro ruote sterzanti, le barre antirollio attive e il sistema torque vectoring. La Eletre dà però modo al pilota di chiamarsi fuori dalla guida e di delegare la gestione della vettura ai microchip. La Eletre è infatti dotata di ADAS che danno vita a una guida autonoma di livello 2, già pronti a passare al livello 4 appena la normativa lo consentirà. Il tutto grazie all’uso pionieristico della tecnologia LIDAR, con sensori laser a scomparsa pronti a monitorare l’ambiente circostante. Ciò significa che in certe situazioni l’auto si potrà spostare senza il pilota a bordo, per raggiungerlo per esempio all’uscita di un parcheggio.
Maxischermo
Che la Lotus Eletre abbia in sé i geni delle antenate appare per certi versi anche dall’abitacolo. Lo stile degli arredi è minimalista, con quasi tutti i comandi accentrati nel touch screen centrale OLED da 15,1 pollici. Altri schemi, alti appena tre centimetri, si trovano davanti al pilota e al passeggero anteriore, per una perfetta simmetria della plancia. Il primo fa da strumentazione, mentre il secondo propone soprattutto intrattenimento. Per i rivestimenti la scelta è caduta su nuovi tessuti leggeri e resistenti a base di lana, mentre le modanature sono in fibra carbonio di recupero rilavorata, una scelta che mette d’accordo contenimento dei pesi e rispetto dell’ambiente. Interessante il fatto che le luci nell’abitacolo possano cambiare colore e intensità in funzione di svariati parametri come ad esempio il livello di carica della batteria.
Ci vediamo l’anno prossimo
La produzione della Lotus Eletre prenderà il via verso la fine dell’anno, mentre le prime consegne sono in programma per il 2023.