Premessa: a RED non siamo nostalgici, non sempre almeno. Non siamo di quelli che pensano che le auto e le moto del passato siano per forza migliori. Siamo favorevoli per esempio all’elettronica, sia essa applicata alle due o alle quattro ruote: un’elettronica che si possa modulare nei suoi interventi, oppure escludere del tutto, quelle poche (purtroppo) volte che si va in pista o comunque si guida in condizioni di sicurezza. Un’auto o una moto pronte a tradire chi le guida anche quando si portano i figli a scuola o si va in ufficio, per capirci, non sono la nostra passione. Siamo favorevoli a qualsiasi soluzione possa migliorare l’oggetto automobile e l’oggetto motocicletta; anche quelle che le rendano più sostenibili dal punto di vista ambientale. Però ci dev’essere un equilibrio, come in tutte le cose. Ecco, attorno alle auto elettriche sembra che ci sia di tutto ma non l’equilibrio.
Non ci crede fino in fondo persino chi ci investe: Volkswagen
L’argomento l’abbiamo già trattato più volte: molte Case automobilistiche hanno già fissato una data di addio ai motori endotermici. Il paradosso è che alcune di queste non hanno firmato l’accordo – peraltro non vincolante – a COP26; l’accordo in questione prevede di eliminare le emissioni locali legate alle nuove auto entro il 2040 e di accelerare la transizione verso l’elettrico. Un nome su tutti: il Gruppo Volkswagen, che fra tutti è quello che più si è esposto sull’abbandono di Diesel e benzina. Un’incongruenza spiegata dalle parole di Herbert Diess, grande capo di Volkswagen Group: Diess ha infatti sottolineato, tra le altre cose, che per arrivare all’obiettivo imposto dall’Europa “sarebbe necessario costruire nel Vecchio Continente 30 Gigafactory. Stabilimenti immensi, con dimensioni chilometriche e un’incredibile movimentazione di merci e materie prime”.
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Scettiche anche Stellantis, Renault e Toyota
Anche Stellantis sta investendo tantissimo nelle auto elettriche e nelle gamme dei suoi numerosi marchi ci sono già diversi modelli. Bene, il CEO di Stellantis ha affermato più volte il suo scetticismo nei confronti dell’auto elettrica sostenendo, fra le altre cose, che “è una tecnologia scelta dai politici, non dall’industria” sottolineando come ci sarebbero stati “modi più economici e veloci di ridurre le emissioni”. A Tavares fanno compagnia Luca De Meo, n°1 di Renault (“la legislazione dovrebbe rispettare il principio della neutralità tecnologica, concentrandosi sugli obiettivi. Invece oggi questo dogma è venuto meno”) e Akio Toyoda: “Le auto elettriche sono sopravvalutate, se tutto il parco auto in Giappone fosse elettrico farebbe collassare il sistema”.
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