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L’auto elettrica si deve fare, ma ai boss delle auto l’idea non piace. E ci sono i primi effetti negativi sull’occupazione

I CEO delle principali Case automobilistiche mostrano perplessità nel passaggio verso auto elettrica entro il 2035, ritenuto costoso e persino controproducente per l’ambiente. E intanto gli effetti della transizione si fanno sentire sull’occupazione: Bosch annuncia esuberi nello stabilimento dei diesel a Bari. Problemi anche per Magneti Marelli

auto elettrica, 2035 ban motore endotermicoLa transizione verso l’auto elettrica è lanciata: la deadline per l’addio ai motori endotermici è stata fissata per il 2035 dalla Commissione Europea, con il pacchetto di provvedimenti Fit for 55. Dopo il 2035 non sarà più possibile immatricolare auto a benzina, diesel, gpl, metano e ibride. Tutte le Case automobilistiche hanno lanciato piani industriali per supportare la conversione dei siti produttivi e rendere totalmente elettrica la propria gamma di vetture entro il termine prefissato, alcune anche prima.

Leggi anche qui: “Stop a benzina e Diesel, le Case che hanno detto basta (anche Lamborghini elettrificata dal 2023)”

E del resto se si guarda ai nuovi modelli in arrivo quest’anno si vede che l’auto elettrica gioca già un ruolo da protagonista. Tutto bene quindi? Non proprio. I CEO delle principali Case automobilistiche mostrano qualche perplessità nei confronti del passaggio all’auto elettrica, l’ultimo in ordine di tempo Carlos Tavares – CEO di Stellantische in una recente intervista ha manifestato tutto il suo scetticismo verso l’elettrificazione. Non sono da meno Herbert Diess, Luca De Meo e Akio Toyoda, rispettivamente CEO del gruppo Volkswagen. del gruppo Renault e di Toyota. Insomma, i boss dei quattro più importanti Gruppi mondiali dell’auto mostrano tutti perplessità verso il passaggio all’elettrico, pur avendo lanciato piani strategici per la transizione.

Carlos Tavares (Stellantis): “L’auto elettrica è una scelta imposta dalla politica”

Carlos Tavares non nasconde le sue perplessità sull’auto elettrica, che sarebbe “una tecnologia scelta dai politici, non dall’industria” sottolineando come ci sarebbero stati “modi più economici e veloci di ridurre le emissioni”. auto elettrica, 2035 ban motore endotermicoLa critica di Tavares si concentra su due aspetti: i costi di produzione delle auto elettriche, superiori del 50% a quelli delle auto a motore termico, e il rischio di non ottenere benefici ambientali tangibili. “La nostra battaglia ora è volta a limitare al massimo l’impatto dei costi supplementari del 50% dei veicoli elettrici. Significa avere in cinque anni aumenti di produttività medi del 10% all’anno, mentre l’industria automobilistica, in particolare in Europa, raggiunge tra il 2% e il 3%” ha dichiarato Tavares. L’aumento dei costi potrebbe avere anche pesanti ripercussioni sui consumatori:”Ci saranno conseguenze sociali e rischiamo di perdere la classe media, la quale non potrà più comprare auto” ha aggiunto Tavares. Tutto questo non sarebbe controbilanciato da effettivi benefici per l’ambiente. “Tra dieci o quindici anni conosceremo anche i risultati reali dell’elettrificazione in termini di riduzione delle emissioni di gas serra. […] Con il mix energetico dell’Europa, un veicolo elettrico deve percorrere 70mila chilometri prima di compensare l’impronta di CO2 creata dalla fabbricazione della batteria. […] Alla fine, è meglio accettare auto ibride termiche molto efficienti in modo che rimangano accessibili e forniscano un beneficio immediato in termini di CO2, o è necessario avere veicoli al 100% elettrici che le classi medie non potranno permettersi?”

Luca De Meo (Renault): “Rispettare la neutralità tecnologica”

auto elettrica, 2035 ban motore endotermicoSulla stessa lunghezza d’onda il pensiero di Luca De Meo, CEO del Gruppo Renault, secondo cui la politica non si è limitata a indicare la strada, ma avrebbe imposto le scelte tecnologiche (auto elettrica) senza lasciare libertà di manovra alle Case automobilistiche “la legislazione dovrebbe rispettare il principio della neutralità tecnologica, concentrandosi sugli obiettivi. Invece oggi questo dogma è venuto meno”, ha affermato De Meo.

Herbert Diess (Volkswagen): “L’addio alle auto endotermiche è impossibile”

Il gran capo del Gruppo Volkswagen, nonostante sia un convinto sostenitore dell’auto elettrica, ha sottolineato come sia necessario convertire il settore primario alle energie rinnovabili al 100% prima di vendere solo veicoli. In pratica, per Diess il passaggio alle auto elettriche ha senso solo se l’energia per la ricarica delle batterie, per produrre le vetture e smaltirne i componenti è totalmente rinnovabile. auto elettrica, 2035 ban motore endotermicoUn pensiero che non fa una grinza ma che pone un obiettivo difficile da raggiungere, con il rischio di portare a differenze enormi nei diversi Paesi europei. Ci sono nazioni (Diess ha citato la Polonia) in cui la produzione di energia elettrica dipende dal carbone. Le auto elettriche quindi sarebbero “controproducenti, perché far funzionare gli EV su impianti a carbone è ancora peggio che far funzionare le auto a benzina”. Esistono poi problemi legati alla conversione della produzione. Diess ha infatti sottolineato che per arrivare all’obiettivo imposto dall’Europa sarebbe necessario costruire nel Vecchio Continente 30 Gigafactory. Stabilimenti immensi, con dimensioni chilometriche e un’incredibile movimentazione di merci e materie prime. “Non è solo questione di dire spegniamo le auto endotermiche. È semplicemente impossibile”, ha concluso Diess.

Akio Toyoda (Toyota): “Auto elettriche sopravvalutate, se tutto il parco auto in Giappone fosse elettrico farebbe collassare il sistema”

Che Toyota non sia tra i maggiori sostenitori dell’auto elettrica è cosa risaputa: la Casa giapponese è stata tra le prime a introdurre l’ibrido ed è leader di mercato nel settore. Toyota ha comunque lanciato la su prima auto elettrica, il SUV bZ4X, ma è anche una delle case automobilistiche, con le coreane Hyundai e Kia, che punta sull’idrogeno e che ha già nella propria gamma un veicolo a celle a combustibile a idrogeno. auto elettrica, 2035 ban motore endotermicoPiù di un anno fa Toyoda si era già pronunciato nei confronti delle auto elettriche, affermando che “le auto elettriche sono sopravvalutate”, aggiungendo che “se il Giappone dovesse intestardirsi sul vietare le auto con motori endotermici l’attuale sistema economico collasserebbe, causando la perdita di milioni di posti di lavoro”. Il fabbisogno energetico del Giappone dipende ancora in larga parte da carbone e gas e adeguare la rete energetica verso altre fonti più sostenibili, in grado di far fronte alle mutate richieste, avrebbe costi elevatissimi. Argomento che ha portato Toyoda ad affermare che “Più veicoli si elettrici producono, più salgono le emissioni di anidride carbonica”. Secondo Toyoda l’ipotesi che l’esecutivo giapponese metta al bando le auto endotermiche dal 2035 è troppo affrettato “Semmai passasse questa legge, il rischio è quello di mettere in ginocchio l’intero tessuto economico del Paese. L’attuale modello di business dell’industria automobilistica collasserebbe, determinando la perdita di milioni di posti di lavoro”.

Terziario a rischio: Bosch annuncia esuberi nello stabilimento dei diesel

L’effetto del passaggio all’auto elettrica sull’occupazione è all’ordine del giorno anche nel nostro Paese. È notizia di oggi la formalizzazione da parte di Bosch di 700 esuberi entro il 2027 su 1700 persone nello stabilimento di Bari, laddove è nato il motore diesel comon rail. Nello stabilimento l’80% della produzione è legato ai motori diesel e benzina, la cui produzione per forza di cose terminerà entro il 2035. auto elettrica, 2035 ban motore endotermicoPreoccupazioni anche in Magneti Marelli, storica azienda italiana della componentistica auto, oggetto di una fusione nel 2019 con la giapponese Calsonic Kansei. Sono previsti diversi esuberi a livello mondiale, 550 in Italia. Colpa della crisi dei chip ma anche del processo di elettrificazione del settore automotive. Questi sono solo due esempi ma gran parte del terziario che si muove intorno alla componentistica del settore auto molto probabilmente sarà messo a dura prova dalla transizione verso l’elettrico.

 

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