La cattiva notizia: la BMW M3 Touring è disponibile solo con trazione integrale. La buona notizia, che cancella quella cattiva: basta premere un tasto e i 510 CV / 650 Nm di coppia vengono scaricati sulle sole ruote posteriori. L’altra notizia, ottima, è che finalmente in BMW si sono convinti a farla, la M3 con carrozzeria station wagon: cosa li abbia frenati fino a oggi, e cosa li abbia spinti proprio nel momento in cui le familiari sono state “cannibalizzate” dai SUV resterà probabilmente mistero insoluto in eterno. Ciò che conta è il qui e ora e, adesso che c’è, la M3 Touring, godiamocela. Prima di andare nel dettaglio, e prima che vi venga la tentazione di andare in concessionaria senza nemmeno dare un’occhiata al vostro conto corrente, sappiate che gli ordini della M3 Touring apriranno a settembre (prima di allora avremo anche i listini) e la produzione inizierà a novembre.
Un motore esplosivo
Partiamo dal motore, da sempre eccellenza BMW e, ancor di più, di BMW M. Quello della M3 Touring è il 3.000cc, 6 cilindri in linea dotato di M TwinPower Turbo: in previsione di un utilizzo estremo, anche in pista, il raffreddamento e la lubrificazione sono concepiti per non temere le accelerazioni longitudinali e laterali più forti. Molto curato il sound: un flap nello scarico, contollato elettronicamente, aumenta la musica su richiesta.Oltre agli “effetti speciali” c’è molto di più: in BMW M tengono infatti a sottolineare che questo propulsore è stato pensato per garantire un allungo inesauribile agli alti regimi. Capitolo prestazioni: 3,6 secondi bastano per lo 0-100 km/h, 12,9 per lo 0-200 km/h e la velocità massima è autolimitata a 250 km/h; 280 km/h se si opta per l’M Driver’s Package.
Integrale o posteriore a scelta
Di base, ogni volta che la si accende, la BMW M3 Touring è 4×4, con una logica di funzionamento che va alla ricerca del massimo grip in ogni situazione. I tecnici hanno giustamente privilegiato la sicurezza, insomma. Se si vuole dare un po’ di reattività in più all’auto, invece, ecco la modalità 4WD Sport: la ripartizione si sposta maggiormente verso l’asse posteriore.Per la pista (o meglio, questo è il mio consiglio), quando si disattiva il controllo elettronico di stabilità, l’assale anteriore viene “sganciato” e i 510 CV e 650 Nm di coppia vengono inviati tutti alle povere gomme posteriori. Gomme dalle quali il differenziale autobloccante meccanico a controllo elettronico, l’Active M Differential (regolabile su 10 livelli di bloccaggio) tira fuori il massimo della motricità. Il cambio? Steptronic a 8 marce, quindi con convertitore di coppia.
Ruote da 19” davanti, da 20” dietro
Dal punto di vista del telaio, le carreggiate sono state allargate e, con esse, la carrozzeria: +76 mm, per un totale di 1,9 metri (rispetto alla Serie 3 station “normale”, la BMW M3 Touring cresce anche in lunghezza, di 85 mm, fino a 4,79 metri; invariata l’altezza. Interessante la soluzione dei cerchi di diametro differenziato (19” davanti e 20” dietro); inevitabili invece molle e ammortizzatori, questi ultimi a controllo elettronico, specifici. Sono specifici anche i freni, naturalmente più potenti, mentre come optional si possono avere i carboceramici. Non poteva mancare infine lo sterzo con il rapporto di demoltiplicazione variabile e, a richiesta, si possono avere i pneumatici da pista.
Interni: fra hi-tech e divertimento
La differenza principale, internamente, è rappresentata dai sedili a guscio, con struttura in fibra di carbonio (-9,6 kg rispetto ai sedili M Sport). Invariato il bagagliaio: la capacità di carico varia da 500 a 1.510 litri e i sedili posteriori possono essere sempre abbattuti in modalità 40:20:40. Il portellone è ad apertura elettrica ed è sempre disponibile il vano col doppio fondo.Quanto alla strumentazione, è la stessa della Serie 3 restyling, quindi con BMW Curved Display, un pannello unico comprensivo di uno schermo da 12,3” per le informazioni di guida e uno da 14,9” per gestire l’infotainment iDrive 8 (con grafica specifica per il modello M) e passare da una modalità di guida all’altra. Non potevano mancare le varie app by M attraverso le quali monitorare le proprie prestazioni in pista: di serie ci sono l’M Drive Professional, l’M Drift Analyzer e l’M Laptimer che forniscono un report dettagliato dei giri in circuito o delle derapate controllate (si spera).