Le impressioni di guida della BMW XM
La BMW XM riserva una gran bella accoglienza a bordo. I sedili, ampi e ben sagomati, fanno sentire il pilota ben inserito nella macchina senza per questo risultare costrittivi. Tutto è a portata di mano su una plancia un po’ troppo spoglia di tasti fisici e che accentra ormai quasi tutto nel touch screen in mezzo alla plancia. Le possibilità di regolazione sono enormi e qualsiasi guidatore può trovare la sistemazione preferita. Se da una M ci si aspetta una grande attenzione al pilota, sorprende invece il trattamento in guanti bianchi riservato a chi siede sul divano. I montanti ai suoi lati sono rivestiti e imbottiti con una cura non comune e i passeggeri hanno a disposizione anche cuscinetti per sistemarsi in modo più comodo. Da qui l’impressione è che la BMW XM possa essere considerata più una limousine a ruote alte che una sportiva DOC.
Un elefante in una cristalleria? Non proprio…
Inutile farne un mistero, d’altro canto: con le sue forme giunoniche, la BMW XM non nasce certo per muoversi tra le viette dei centri storici italiani, per arrampicarsi sulle stradine di montagna o per scendere lungo i sentieri che conducono al mare. È costruita negli Stati Uniti, a Spartanburg ed è pensata per restare sulle highway d’Oltreoceano o tutt’al più per appagare l’ego smisurato dei nuovi ricchi all’ombra della Grande Muraglia. Ciò non toglie però che l’asse posteriore sterzante faccia miracoli quando c’è da manovrare negli spazi stretti, consentendo di destreggiarsi con insospettabile disinvoltura. La fisica non è un’opinione e l’impenetrabilità dei corpi non viene certo smentita, ma le ruote posteriori che a bassa velocità girano in senso opposto a quelle anteriori danno una bella mano, assieme a uno stuolo di sensori e telecamere.
…ma nemmeno l’auto totale
Che l’Integral Active Steering sia il proverbiale asso nella manica della BMW XM appare chiaro chilometro dopo chilometro. Che si tratti di uscire da un parcheggio, di fare un’inversione o di affrontare una svolta stretta, ci si dimentica quasi di condurre un bestione da cinque metri e passa. E anche il peso sembra ridursi come per magia, quando ci si trova a guidare in modo brillante. Fino a una certa velocità le ruote posteriori rendono la coda più svelta a girare, mentre alle andature più sostenute si muovono in fase con quelle anteriore, a tutto vantaggio della stabilità e del rigore direzionale. La XM effettua i cambi di corsia muovendosi in obliquo come un alfiere sulla scacchiera e resta rassicurante anche quando si viaggia a velocità da autobahn tedesca. Ciò non significa comunque che la BMW XM possa essere considerata l’auto totale. Sorvolando sull’assenza di qualsivoglia velleità fuoristradistica, giudicata con metro europeo la XM non è solo “tanta”, ma proprio “troppa”.
Mrs Muscolo
La meccanica regala emozioni. Il pilota può scegliere tra diverse modalità di guida e richiamare attraverso i tastini rossi sul volante la funzione preferita, peraltro customizzabile. Chi guida può regolare un po’ tutto, dagli ammortizzatori allo sterzo, dalla risposta del motore alla distribuzione della coppia incrociando i livelli a piacere. Con tutto impostato su Comfort la XM si rivela una valida passista. Scegliendo invece Sport (o Sport Plus in alcuni ambiti) la macchina affila gli artigli. Per avere il massimo coinvolgimento nella guida, vale poi la pena si regolare su Sport anche i sistemi di assistenza alla guida, rendendoli meno invasivi, e darsi al fai-da-te con il cambio, optando per la modalità manuale. In questo modo la XM si trasforma e diventa un oggetto divertente e gasante, al quale è comunque sempre meglio dare del lei quando si decide di mettere alla frusta i cavalli. La spinta è veemente e il rischio di trovarsi a viaggiare ben più forte di quanto si dovrebbe è sempre in agguato.
Le considerazioni finali
In definitiva la BMW XM è un’auto che va contestualizzata e prima di essere giudicata. Inutile cercare in lei le prestazioni e il dinamismo delle altre M o la versatilità di alcune X. Questa è una vettura destinata a un pubblico che difficilmente prenderà il volante per fare una scorpacciata di curve. Anzi, è forse più probabile che qualcuno in Oriente affidi addirittura la guida all’autista, per accomodarsi sul divano e seguire i propri affari – o semplicemente oziare. È dunque un vero SUV? No e nemmeno un’autentica sportiva. Ciò non toglie però che sia un mezzo di carattere e su cui viaggiare è un gran piacere.