Dead man walking, o forse sarebbe meglio dire “dead car walking”: rumors insistenti vogliono che l’erede della hypercar Bugatti Veyron sia condannata a morte. Giustiziata ancor prima di nascere dallo scandalo, soprannominato dieselgate, che ha travolto Volkswagen e stravolto gran parte dei progetti del Gruppo di Wolfsburg, cui appartiene il brand francese.L’erede della supercar transalpina, il cui nome avrebbe dovuto essere Chiron, sembrava a un passo dalla nascita. Lo stile era pressoché definito: avrebbe attinto a piene mani alla concept Vision GT, ispirata alla vettura virtuale destinata al celebre simulatore di guida Gran Turismo 6. Ora, però, tutto è in forse, specie dopo le parole del nuovo CEO Volkswagen Matthias Müller, che per descrivere al meglio la situazione ha dichiarato: «Tutto ciò che non è strettamente necessario, verrà rimandato o cancellato per sempre». Ebbene, dato il disastroso passato commerciale della Veyron – il costo produttivo dell’auto superava nettamente i ricavi derivanti dalla vendita – è difficile pensare, specie ora che il Gruppo tedesco è chiamato a fronteggiare una delle peggiori crisi della propria storia, che vi sia la propensione a rischiare massicci investimenti per un modello esclusivamente d’immagine.Il progetto Chiron potrebbe così essere affossato – l’ennesima “morte” per Bugatti, dopo le cessate attività del 1963 e 1995 – oppure rimandato a data da destinarsi. Quest’ultima ipotesi la più probabile, dato che l’erede della Veyron avrebbe sì mantenuto il ciclopico 16 cilindri a doppia W di 8,0 litri sovralimentato mediante 4 turbocompressori, attualmente accreditato di 1.217 cv e 1.500 Nm, ma con la novità dell’abbinamento a un’unità elettrica. Un cambiamento epocale, come tale “avido” di investimenti per la messa a punto e lo sviluppo. Il sistema ibrido avrebbe erogato 1.500 cv, consentendo di scattare da 0 a 100 km/h in 2 secondi e garantendo al marchio francese di riconquistare lo scettro di vettura di serie più veloce al mondo. Record attualmente detenuto – sebbene in via non ufficiale – dall’americana Hennessey Venom GT con 435,31 km/h.Il cambio, da tradizione, sarebbe il doppia frizione DSG a 7 rapporti – in grado d’assicurare passaggi di marcia in 150 ms –, mentre la trazione integrale permanente – un must per la supercar Bugatti – si affiderebbe come di consueto alla frizione centrale Haldex a controllo elettronico onde ripartire la coppia tra gli assali nonché al differenziale autobloccante posteriore. Dando per scontata la presenza di carrozzeria e telaio monoscocca in carbonio, è lecito chiedersi se mai Chiron vedrà la luce. O se continuerà, mestamente, a esistere solo nei simulatori di guida.