Veyron 16.4 Super Sport e Grand Sport Vitesse avranno un’erede. Da 1.500 cv. I pettegolezzi si rincorrono e, soprattutto, i “muletti” francesi vanno infiammando la Nordschleife al Nürburgring. L’universo delle hypercar sta per accogliere una nuova stella.
La base tecnica è confermata. Il 16 cilindri a doppia W di 8,0 litri sovralimentato mediante 4 turbocompressori, attualmente accreditato di 1.217 cv e 1.500 Nm (153,1 kgm) di coppia, non verrà pensionato e anzi beneficerà dell’inedito abbinamento con un’unità elettrica. Il sistema ibrido dovrebbe erogare 1.500 cv, garantendo a Veyron di riconquistare lo scettro di vettura di serie più veloce al mondo. Record attualmente detenuto – sebbene in via non ufficiale – dall’americana Hennessey Venom GT con 435,31 km/h. Il cambio, da tradizione, dovrebbe essere il doppia frizione DSG a 7 rapporti – in grado di assicurare passaggi di marcia in 150 ms –, mentre la trazione integrale permanente – un must per la supercar transalpina – si affiderebbe come di consueto alla frizione centrale Haldex a controllo elettronico onde ripartire la coppia tra gli assali nonché al differenziale autobloccante posteriore. Dando per scontata la presenza di carrozzeria e telaio monoscocca in carbonio, è lecito chiedersi a quanto ammonterà il peso, già ora superiore alla maggior parte delle supercar: 1.888 kg per Veyron che, nel caso di Grand Sport, salgono a 1.990 kg.
Veyron Grand Sport scatta da 0 a 100 km/h in 2,5 secondi e raggiunge i 415 km/h: limite auto imposto per non disintegrare i pneumatici. L’aerodinamica si adegua (3 step) alla velocità grazie all’elettronica: l’alettone e lo spoiler variano incidenza e altezza in base all’andatura e cambia altresì la luce da terra, che passa da 12,5 cm (standard) a 8 cm all’avantreno e 9,5 cm al retrotreno oltre i 220 km/h, oppure, una volta azionata una chiave specifica per superare i 375 km/h, rispettivamente a 6,5 e 7 cm mentre si chiudono i flap dinanzi alle ruote anteriori per favorire l’effetto suolo. Oltre i 200 km/h l’alettone, in caso di frenata, fuoriesce con un’angolazione di 55° fungendo da freno aerodinamico, aiutando i dischi carboceramici anteriori da 400 mm di diametro e posteriori da 380 mm sui quali agiscono pinze rispettivamente a 8 e 6 pistoncini. Una soluzione recentemente ripresa da McLaren 12C e 650S. Soluzioni che è difficile immaginare non vengano condivise dalla futura erede della supercar francese.