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Consumi reali ed emissioni auto, la prova dei vapori nei test WLTP diventa più severa

In arrivo nuove e più severe procedure per la verifica sul rilascio di vapori ad auto ferma: 2 grammi in 48 ore invece che in 24 come in passato

Consumi ed emissioni inquinanti: la tabella di marcia stilata dall’Unione Europea non lascia tregua alle Case automobilistiche. A settembre del 2018 sono arrivati lo standard di laboratorio WLTP (Worldwide Harmonised Light Vehicles Test Procedure) e i test RDE (prove su strada per la misurazione dei NOx e delle polveri sottili), il cui superamento era necessario per ottenere l’omologazione Euro 6d-Temp. A settembre 2019 sarà tempo di un ulteriore inasprimento delle regole: arriva infatti la fase 2 dell’EVAP.

Un test “in forno”

Il test EVAP prevede che l’auto venga parcheggiata in una camera con temperatura superiore a 35°C per 48 ore: la quantità di vapori rilasciata non deve superare, nell’arco delle 48 ore, i 2 grammi. Nella prima fase del WLTP la soglia era fissata sempre a 2 grammi, ma nel periodo di 24 ore.

Vapori pericolosi dai serbatoi di benzina

Il motore Diesel è la causa di tutti i mali dell’aria delle nostre città? Questo è il sentire comune da qualche anno a questa parte, ma si tratta di una percezione distorta, perché non considera diversi fattori. Quello della CO2, per esempio: i propulsori a gasolio, per loro natura più efficienti di quelli a benzina, emettono meno anidride carbonica, incidendo dunque di meno sul riscaldamento globale. 

A favore del Diesel c’è anche la minore volatilità del gasolio rispetto alla benzina. Una volatilità che si traduce nell’evaporazione di idrocarburi dal serbatoio, soprattutto in caso di alte temperature.

In futuro, anche i veicoli usati verranno sottoposti a verifiche

Aggiornamenti ancora più interessanti alla normativa europea giungeranno più in là nel tempo. I test WLTP, per esempio, interesseranno veicoli in circolazione (previo consenso del proprietario/utilizzatore) con oltre 100.000 km all’attivo. Dopo il 2020, sui veicoli arriverà per legge di una memoria a lungo termine che terrà il conto dei litri di carburante consumati (FCM, Fuel Consumption Monitor). Il fine, ovviamente, è quello di avvicinare il più possibile l’impatto ambientale delle auto nell’uso vero agli obiettivi posti dal legislatore.

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