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Coronavirus, Ferrari produce raccordi per la maschera da snorkeling Decathlon

Sembrava la classica fake news, invece l’idea di utilizzare la maschera della Decathlon è diventata realtà

In queste settimane si è sentito, scritto, visto e detto tutto e il contrario di tutto, in tema di Coronavirus. Persino i più qualificati per fornire opinioni e spiegazioni – medici e virologi – hanno esposto tesi contrastanti, talvolta anche con sé stessi. Ovvio che, in una situazione di questo genere, quando leggi che un ingegnere ha trasformato le maschere da snorkeling della Decathlon in respiratori anti Covid, non apri nemmeno l’articolo. Pensi subito alla bufala. Invece no.

IN USO GIÀ DAL 3 APRILE

Premessa: questa della maschera Decathlon è notizia di qualche settimana fa. Infatti, già dal 3 aprile, la sua versione riadattata per curare i pazienti affetti da Coronavirus è in uso al Maria Pia Hospital di Torino. È di ieri invece la notizia che anche una Casa automobilistica si è messa a produrre raccordi destinati a Solid Energy. Questi raccordi servono proprio a trasformare le maschere da snorkeling Decathlon in ausili a protezione del personale sanitario esposto al contagio. La Casa in questione è la Ferrari, che peraltro ha già messo a punto un programma per il ritorno alla produzione e per la tutela dei propri lavoratori.

VALVOLE PER RESPIRATORI

Ferrari ha anche avviato, nello stabilimento di Maranello, la produzione di valvole per respiratori polmonari. La produzione di questi componenti termoplastici si avvale della tecnologia di manifattura additiva (stampa in 3D) all’interno del reparto dove abitualmente si costruiscono i prototipi delle vetture.Alcune valvole sono state sviluppate dalla Mares, azienda produttrice di attrezzatura subacquea. La logistica del progetto è stata curata da Nuovamacut Gruppo TeamSystem, che ha facilitato inoltre la ricerca delle diverse aziende che hanno contribuito al successo del progetto.

OBIETTIVO: PRODURRE CENTINAIA DI PEZZI

L’obiettivo della Ferrari è di realizzare, già a nei prossimi giorni, diverse centinaia di dispositivi. Componenti che hanno già iniziato e continueranno a essere distribuiti da alcune aziende coinvolte. A coordinare le operazioni è la Protezione Civile, che distribuisce i pezzi a diversi ospedali italiani fra cui quelli di Bergamo, Genova, Modena e Sassuolo, oltre che agli operatori sanitari della città di Medicina.

 

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