Andrea Camilleri se n’è andato mercoledì 17 luglio, dopo un mese di ricovero all’ospedale Santo Spirito di Roma, all’età di 93 anni. Uno scrittore da oltre 100 libri, inizialmente di nicchia, divenuto famosissimo nel 1994 quando dà il via alle avventure del commissario Montalbano. Un personaggio che qualche anno più tardi arriva sul piccolo schermo, conoscendo così la consacrazione definitiva. Proprio lui, il commissario Montalbano, lo si associa a un’auto in particolare: la Fiat Tipo. La prima, quella del 1988.
Un nome semplice, tante doti nascoste
Un modello per alcuni versi innovativo, indubbiamente pratico, ben fatto, razionale. Così tanto che raccoglie quasi 2 milioni di ordini (1.905.276 per la precisione) in 7 anni di commercializzazione, prima di essere sostituita dalla Bravo. La Tipo ha anche una “seconda vita” nel 2015, quando a Torino decidono di rispolverare questo nome. Ecco la storia di questa macchina, che abbiamo già ripercorso recentemente in questo articolo, ma che qui riviviamo da un punto di vista leggermente diverso.
Meno di 4 metri
Sì, avete letto bene, la Tipo di prima generazione misura 3,95 metri da paraurti a paraurti. Il bello è che ci si può viaggiare comodissimi in quattro e comodi in 5: adulti. Detto questo, non è che oggi gli ingegneri si siano dimenticati come si fanno a fare auto spaziose: fra norme di sicurezza sempre più stringenti (per fortuna), che costringono a ingombranti strutture a deformazione programmata, e un’aerodinamica sempre più curata, è naturale che il rapporto fra dimensioni esterne e interne, oggi, sia decisamente meno favorevole.
“5x5xnoi”
https://www.youtube.com/watch?v=noSZPA_gyXgIl titolo di questo paragrafo è una citazione della pubblicità del 1991 (qui sopra la chicca dall’archivio del Centro Storico Fiat). Una forzatura? Certo che no! L’abitabilità della Tipo è davvero da record. Qualcuno, diciamo quelli nati fra il 1968 e il 1975 (circa) hanno aneddoti molto più piccanti che testimoniano delle doti sopra la media della compatta torinese. Però qui siamo in “fascia protetta” e non possiamo andare oltre. Per chi non avesse capito: abbattendo i sedili posteriori e avanzando quelli anteriori, il letto matrimoniale è servito… E, tempo qualche minuto, i finestrini sono appannati…
“Duemilasedici”, la più amata dagli smanettoni
Meno piccante, ma certamente più azzardato, ciò che racconta chi ha il piede pesante: “Ho dato paga alla Golf GTI”. Sia chiaro, qui ci limitiamo a riportare le voci di alcuni, ben sapendo che i fan della tedesca la pensano in modo esattamente opposto. Al di là dei racconti, i fatti: la Tipo più potente della gamma è spinta da un 2.0 a benzina con testata a sedici valvole. 145 CV, 0-100 km/h in 8,2 secondi e 208 km/h di velocità di punta.
Auto dell’Anno nel 1989
Da qualche anno il premio Car of the Year non gode più del prestigio di un tempo. Nel 1989, quando se lo aggiudica la Tipo, è un motivo di grandissimo orgoglio per gli ingegneri e i designer italiani. Non solo: poter esporre sul lunotto l’adesivo Auto dell’Anno ha un effetto positivo sulle vendite e sul livello di “percepito” del resto della gamma. Tra i fiori all’occhiello della Tipo, la carrozzeria completamente zincata, che elimina finalmente il problema della ruggine che, storicamente, affligge le Fiat fino a quel momento. Infine, il portellone è in vetroresina e non solo regala un risparmio di peso, ma anche una maggiore libertà per i designer grazie alla sua più facile lavorazione.
Strumentazione digitale
Un discorso a parte se lo merita la strumentazione digitale. Certo, vista oggi dopo essere scesi da un moderno virtual cockpit, l’effetto è un po’ quello di prendere in mano un Nokia del 1995 dopo aver messo giù uno smartphone, però bisogna dare atto a Fiat di averci visto lungo. Come optional, al posto delle classiche lancette, è possibile avere un pannello con numeri digitali (grossi) e barre, disposti su linee orizzontali.
Automazione completa
A differenza della Tipo dei nostri giorni, assemblata in Turchia, la prima è costruita in Italia, a Cassino per la precisione. Lo stabilimento è il più avanzato del Gruppo, all’epoca: le probabilità di errore umano calano drasticamente, a tutto vantaggio della qualità e dell’affidabilità. A proposito di temi industriali, dalla base della Tipo nasce un gran numero di auto: Alfa Romeo 156 e 147 (anche se ad Arese modificano pesantemente il telaio con il meraviglioso quadrilatero anteriore), Bravo/Brava, Tempra e Coupé. Tornando ad Alfa Romeo, 145/146, 155, Spider e GTV, oltre a Lancia Dedra e Delta di seconda generazione.