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Guida autonoma: com’è fatta, quanto manca, è pericolosa?

Grazie a uno studio Audi, realizzato con la consulenza di 19 esperti di vari settori, conosciamo meglio le auto di domani

La tecnologia è già pronta, mancano le leggi

Dici guida autonoma, pensi a Stati Uniti e in Cina. In realtà, la Germania (sulla spinta ovviamente della sua fortissima industria automotive) ha creato rapidamente un quadro legislativo che mette la sicurezza al primo posto nello sviluppo e nell’introduzione della guida autonoma. Non a caso, proprio in Germania la guida autonoma di livello 3 è stata autorizzata già nel 2017. Quando si parla di Livello 3 si fa riferimento al fatto che in alcune circostanze il guidatore può staccare le mani dal volante e non azionare i pedali. tutto sulla guida autonomaInoltre, sempre in Germania, dal giugno 2021 i veicoli autonomi di livello 4 e 5 possono circolare nel traffico pubblico, seppur all’interno di aree predefinite. Questa legge è il primo passo verso una regolamentazione completa, su cui attualmente si sta lavorando intensamente, sempre tenendo presente che la sicurezza viene prima di tutto.

In casi estremi, i veicoli autonomi dovranno prendere decisioni di vita o di morte?

La risposta è no, nel senso che il computer che effettua una manovra non prende una decisione: esegue, invece, uno schema predisposto da una o più persone che hanno deciso cosa dev’essere fatto dal software in ogni situazione. E questo non deve spaventare, anzi: tutte le ricerche mostrano che le macchine commettono molti meno errori rispetto agli esseri umani, visto che non si stancano e non si distraggono. 

Gli hacker violeranno le auto a guida autonoma

Il livello di vulnerabilità di un’auto a guida autonoma sarà lo stesso di qualsiasi altra auto, ma ovviamente l’impatto di un attacco hacker può essere potenzialmente più grave. Per questo i costruttori sviluppano incessantemente sistemi di protezione contro gli attacchi informatici e ne migliorano i meccanismi sia all’interno del veicolo sia all’esterno, nel back-end. Man mano che i veicoli diventeranno sempre più connessi in rete e con l’ambiente circostante, aumenterà l’impegno necessario per aggiornare la sicurezza informatica e mantenerla a un livello elevato.

Insieme alle auto si dovranno evolvere anche le strade

Le auto a guida autonoma potranno circolare liberamente nelle strade pubbliche quando il software sarà affidabile e sicuro al 100% (ma lo potrà mai essere, trattandosi di una tecnologia sviluppata dall’uomo? ndr) non solo per le auto stesse, ma anche per l’ambiente circostante. Le città dovranno quindi evolversi adottando infrastrutture digitali: semafori intelligenti e sensori stradali, per esempio, che creeranno un ecosistema adatto alla mobilità autonoma.

Leggi anche: Il parere di Volvo sullo sviluppo della guida autonoma

Diremo addio al piacere di guidare?

Esaurita la questione inerente la sicurezza, restano tante altre questioni aperte. Una è quella sul piacere di guida, aspetto che preoccupa non poco gli appassionati. Se siete fra loro (fra noi), sappiate che nessun costruttore (se non altro fra quelli che hanno un po’ di storia, ndr) impedirà ai propri clienti di guidare, ma permetterà di scegliere quando cedere il controllo, magari in situazioni noiose come il traffico cittadino o gli incolonnamenti autostradali. Insomma, rimarrà la parte bella della guida; quella noiosa sarà in capo al software. 

A proposito di questo, le auto a guida autonoma non richiederanno meno spazio di parcheggio (che è legato all’ingombro del veicolo) ma sapranno utilizzarlo in modo molto più efficiente, andando direttamente dove c’è un posto a disposizione e non girovagando per interminabili minuti alla ricerca di un buco. Inoltre, la diffusione della mobilità autonoma e condivisa diminuirà la densità di veicoli nelle aree metropolitane. 

Le auto a guida autonoma saranno costose, per pochi

Che lo sviluppo della guida autonoma richieda ingenti somme di denaro non deve certo stupire.  Così come è normale che quei costi si riflettano sul prezzo dei prodotti a breve e medio termine. A lungo termine, però, quando l’investimento sostenuto per lo sviluppo sarà stato ammortizzato, i prezzi scenderanno. Inoltre l’incremento del livello di sicurezza stradale ridurrà notevolmente i danni subiti in media da ogni auto, con una conseguente riduzione dei costi di riparazione e assicurazione. Infine, nelle aree metropolitane, molti veicoli autonomi apparterranno ad aziende fornitrici di mobilità condivisa, con un impatto positivo su efficienza e costi.

Abitacoli rivoluzionati

Infine, c’è un aspetto che solo apparentemente è più “frivolo” ma che in realtà ci interessa da vicino perché riguarda il modo in cui ci sposteremo. Sto parlando dell’abitacolo delle auto autonome. Sì perché se l’aspetto esteriore delle macchine non cambierà radicalmente a causa dell’automazione, il design degli interni sarà diverso da come lo conosciamo. Ci sarà infatti più spazio a disposizione, almeno nelle situazioni in cui il volante, i pedali e il cambio potranno scomparire (qui sotto gli interni dell’Audi urbansphere nella configurazione con i comandi in posizione, a sinistra; e quella con il volante  “annegato” nella plancia, a destra).

Il comfort dei passeggeri diventerà prioritario e in alcune situazioni i loro sedili potranno anche non essere rivolti nel senso di marcia. Questa maggiore libertà porterà ad avere più possibilità per creare esperienze personalizzate, su misura per gli utenti, che andranno dal lavoro, al relax alla socializzazione.

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