Fulminea nella risposta ai comandi
Premessa: sui cerchi (BBS forgiati, specifici per la Limited Edition) da 20” ci sono dei super prestanti Michelin Pilot Sport Cup 2 nella misura 245/30-20. Pneumatici omologati per l’uso stradale ma apparentemente più vicini all’uso 100% pista. Anzi, si può pure togliere “apparentemente”: il grip che offrono queste gomme è pazzesco. Quando inserisci la macchina in curva e pensi di aver esagerato, invece lei sta lì, senti distintamente che l’effetto “adesivo” è generato dalla gomma.
Poi certo, sarebbe ingiusto e scorretto non dare valore al telaio della Civic e al lavoro di affinamento fatto sulle sospensioni. Nel dettaglio, sull’avantreno sono state sostituite le boccole e il giunto sferico anteriore, per una maggiore rigidità longitudinale (+10%). Sul retrotreno cambia invece il braccio posteriore, che è stato irrigidito dell’8% per offrire più resistenza ai carichi laterali. Tutto questo insieme regala una prontezza impressionante ai comandi di sterzo.
La Civic è una “tuttoavanti” ma la voracità con cui divora la prima parte di curva non lo darebbe a pensare. Si sente un po’ di più, la trazione anteriore, in fase di uscita: sia chiaro, la motricità è pazzesca e il differenziale a slittamento limitato lavora alla grande. Detto questo, è inevitabile che a un certo punto (molto “in là”, comunque) si debba scendere a patti con l’acceleratore, pena un allargamento della traiettoria con le ruote anteriori.
Un motore esplosivo
320 CV a 6.500 giri e 400 Nm di coppia a 2.500 sono un ottimo biglietto da visita. Ma per capire di cosa è capace questo 2 litri turbo bisogna provarlo. E a dirla tutta la pista (tutte le piste) tende a “sminuire” le prestazioni delle auto stradali. Sì perché a meno di avere a che fare con supercar da oltre 500 CV, gli spazi larghi dei circuiti non fanno percepire – non quanto la strada almeno – la rapidità nel prendere velocità. Invece il 4 cilindri giapponese è davvero un campione di spinta a tutti i regimi, da 2.000 fino a 6.600 indicati.
Non c’è mai un punto preciso in cui la risposta diventa cattiva, perché cattiva lo è sempre. Ottimo alleato del motore è il cambio, che non teme nemmeno i peggiori maltrattamenti e risponde sempre in modo super preciso. Impossibile che si impunti, impossibile sbagliare una marcia. Quando sono fatti così, i cambi manuali hanno ancora un senso. Altrimenti, opinione personale, automatico tutta la vita; sì, anche sulle sportive.
Freni instancabili
La guida in pista, oltre a “mortificare” un po’ il motore, genera un altro effetto collaterale: il surriscaldamento dei freni. Con il risultato che la corsa del pedale si allunga, gli spazi di arresto anche, e il feeling del guidatore crolla. Nulla di tutto ciò con la Civic Type R Limited Edition: il disco in due componenti riduce l’inclinazione dello stesso sotto stress (grazie anche al nuovo supporto). Il vantaggio è duplice, perché da un lato aumenta la durata e, dall’altro, la potenza frenante rimane più costante. Piccole migliorie che, tutte insieme, infondono fiducia totale nel guidatore, anche nelle giornate più calde e dopo parecchi giri consecutivi.
Telaio, motore, freni: come si comporta in pista
Prezzo e concorrenti dirette