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Hyundai Ioniq 6, prime impressioni dal vivo

Ecco come appare, dentro e fuori, la berlina elettrica coreana che si affianca alla Ioniq 5, con uno stile che più diverso non potrebbe essere

Di Hyundai vi abbiamo parlato pochi giorni fa. Anzi, ve ne ha svelato filosofia, aspettative e futuri sviluppi qualcuno molto ben informato sui fatti: il Presidente di Hyundai Italia Andrea Crespi. Fra le tematiche toccate nel corso dell’intervista, la Ioniq 6, cioè la berlina elettrica costruita su una piattaforma che farà da base per molti modelli chiave negli anni a venire. Ma a quelli penseremo, appunto, tra un po’; concentriamoci ora su questa berlina che si ispira in modo esplicito alle streamliner, un genere nato fra gli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso. 

Non stancherà facilmente

“Muse” della Hyundai Ioniq 6 sono dunque modelli nati quasi un secolo fa. Osservandola con attenzione – che piaccia o meno – si capisce però l’abilità del team di design del marchi coreano. Da un lato, infatti, la Ioniq 6 non è e non vuole essere un’auto retrò, dall’altro non traspare voglia di modernità a tutti i costi. Consapevole del rischio di usare una formula “inflazionata”, definirei piuttosto la Ioniq 6 un’auto dal design senza tempo, dal quale si evince, questa sì, una gran voglia di ridurre la resistenza all’avanzamento. Un risultato raggiunto alla grande, come dimostra il Cx di appena 0,21; ai meno tecnici basti sapere che più “tagliente” di così è difficile, oggi, realizzare un’auto. Il che conduce a intuibili vantaggi in termini di efficienza (leggi: autonomia superiore, a parità delle altre condizioni) e comfort, dal momento che i fruscii aerodinamici non dovrebbero far parte del repertorio di questa auto. Uso il condizionale perché il giudizio definitivo potrò darlo solo dopo averla provata, cosa che avverrà all’inizio del 2023, circa.

I pixel, ancora loro

Hyundai IONIQ 6 - fari posteriori

Avete presente la Ioniq 5, la prima elettrica “nativa” di Hyundai? Ecco, stilisticamente la Hyundai Ioniq 6 è il suo esatto opposto. Se la “5” è un trionfo di linee tese, spigoli e volumi “interrotti”, la “6” è tutto un morbido e ininterrotto raccordarsi di archi e profili. C’è però un tratto in comune, tra le due: il pixel nella grafica dei gruppi ottici (ma anche all’interno del volante, per esempio) che serve a comunicare che ci si trova davanti a una vettura digitale, prima ancora che elettrica. Una macchina sempre connessa e sulla quale si trovano le stesse identiche funzioni che si hanno a portata di tasca sul cellulare.

Salotto tecnologico

Hyundai IONIQ 6 - plancia

Pavimento piatto (e alto, rispetto a quello delle macchine endotermiche), tunnel “libero”, assenza della leva del cambio: sono solo tre degli elementi comuni a quasi tutte le auto elettriche. Tre “non elementi”, in realtà, nel senso che la compattezza dei motori elettrici e il fatto che le batterie siano piatte, posizionate in basso tra gli assi, consente di ricavare spazi che normalmente sono occupati. E qui si aprono ampi margini per l’inventiva dei designer d’interni. Quelli di Hyundai, oltre ad aver posizionato un ampio portaoggetti nella zona che normalmente è la base del cambio, hanno disegnato un tunnel piatto tra i sedili anteriori.

Praticità fa rima con stile

Hyundai IONIQ 6 - appoggio laptop

Il motivo? Offrire una sorta di tavolo, un piano d’appoggio stabile e comodo per metterci il laptop e lavorare. E se vi state chiedendo quando, la risposta è: durante le ricariche, nell’eventualità in cui non si trovi una colonnina ultra rapida. In questo caso, infatti, 18 minuti bastano per portare la batteria dal 10 all’80%. Per tutti gli altri dettagli sulla Ioniq 6 vi rimandiamo all’articolo dedicato. Per il resto, l’aspetto molto moderno e tecnologico è la cifra stilistica dell’abitacolo di questa auto. Come per il comportamento dinamico, il giudizio sulla qualità è sospeso fino a che non avremo modo di “vivere” per qualche giorno la Hyundai Ioniq 6 nella sua versione definitiva e non come prototipo. 

Leggi anche: Tutto sulla nuova Hyundai Ioniq 6

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