A volte è l’intuizione di un genio. Altre, l’analisi attenta del mercato e delle sue tendenze, soprattutto future. Oppure, a dare il via alla progettazione di un’auto, può essere un’esigenza bellica. Può capitare cioè che l’Esercito di uno Stato indica una gara per la realizzazione di un veicolo dalle caratteristiche ben precise, al fine di soddisfare le necessità dei soldati sul teatro del conflitto. È questo il caso della Jeep Wrangler, nata su espressa richiesta della Difesa degli Stati Uniti d’America, al fine di fornire supporto alle truppe impegnate nella Seconda Guerra Mondiale.
“UN VEICOLO CAPACE DI ANDARE OVUNQUE”
Già, ma quali sono queste richieste? Sono numerose e anche piuttosto impegnative. Innanzitutto, il mezzo deve potersi muoversi su ogni tipo di fondo. È dunque imprescindibile la trazione integrale con riduttore, ma lo sono anche il peso massimo attorno ai 590 kg (per facilitarne il trasporto navale e aereo) e una portata utile di 272 kg. Ancora, il passo deve misurare 190 cm, il parabrezza deve essere ripiegabile, mentre sono richiesti tre sedili. “Dettaglio”: i tempi sono strettissimi. Ed è soprattutto per questo motivo che in molti si scoraggiano e non partecipano nemmeno alla gara d’appalto.
TRE PROPOSTE, UNA SOLA VINCENTE
Sui tavoli dei massimi responsabili dell’Esercito americano arrivano tre proposte. Bantam Car Company presenta però l’unico progetto che risponde a tutte le richieste, ed è pronto peraltro in appena 49 giorni. In seguito ad accordi tra la stessa Bantam e la Willys-Overland, le due aziende si aggiudicano la gara per un primo lotto di fornitura. Bantam Car Company rimane però beffata quando, nel 1941, Willys-Overland cede a Ford la licenza di costruire il veicolo, dando di fatto il via libera a quella che si può ritenere la prima vera produzione in serie della Jeep (il nome Wrangler è ancora di là da venire).Il tutto, mentre l’Esercito allenta un po’ le maglie del capitolato e consente di aumentare il peso, seppure di poco. Un cambiamento che migliora il prodotto, che non a caso cambia nome, da MA a MB. Sigle sconosciute al mondo, che impara a conoscere questo fuoristrada, anche al di fuori del contesto bellico, semplicemente come Jeep.
JEEP, UN NOME DIVENTATO SINONIMO
Jeep, nell’uso comune (e improprio), viene utilizzato per identificare qualsiasi auto dalle spiccate doti offroad. Come lo scotch per il nastro adesivo, per capirci. Una testimonianza di successo che va oltre i freddi numeri di mercato e “certifica” la validità del progetto. Bene, ma come si è passati da MA-MB a Jeep? Una risposta ufficiale non esiste. Qualcuno sostiene che il nome Jeep derivi dalla sigla “GP”, che nel gergo militare identifica l’abbreviazione “General Purpose”. Qualcun altro sostiene invece che la Willys prenda il nome da “Eugene the Jeep”, personaggio del cartone animato Braccio di ferro.
DALLA GUERRA ALLE CONCESSIONARIE
La Seconda Guerra Mondiale, fortunatamente, finisce. La Willys-Overland, però, non può certo esaurire qui la sua avventura. Tecnici e commerciali si mettono dunque al lavoro per lo sviluppo di un modello stradale sulla base della versione militare. Il lavoro troverà conclusione nella versione di serie denominata CJ-2A Universal Jeep. Debutto sul mercato: estate del 1945. A differenziarla rispetto alla variante bellica sono soprattutto il portellone posteriore, la ruota di scorta posizionata lateralmente, i fari più grandi e il tappo del serbatoio esterno. Fra evoluzioni più o meno grandi, nel 1946 arriva la Jeep Station Wagon di Brooks Stevens. Si tratta della prima Jeep realizzata in acciaio prodotta e venduta in America.
LA CRONISTORIA
In 79 anni di storia, la Jeep taglia tantissimi traguardi e conosce altrettante evoluzioni. Il 1962, per esempio, debuttano il cambio automatico e le sospensioni anteriori indipendenti. Nel 1965 è il turno del primo motore con più di 4 cilindri: è il V6 Dauntless da 155 CV. Nel 1970, in seguito all’acquisizione da parte di AMC (American Motors Corporation), arrivano addirittura due V8, un 5.000cc e un 5.900cc. La pietra pietra miliare è datata però 1973: arriva il sistema Quadra-Trac, ovvero la trazione integrale permanente.
NEL 1987, FINALMENTE, LA WRANGLER
A 46 anni dai primi progetti, il nome Wrangler non ha ancora fatto la sua comparsa. Questo accade appunto nel 1987, quando Jeep (nel frattempo diventato brand a sé stante) irrompe sul mercato con un progetto nuovo dal primo all’ultimo bullone. Il prodotto è decisamente più moderno e si chiama Wrangler. L’offroad resta imprescindibile, ma la qualità generale e l’attenzione per il comfort conoscono un’evoluzione esponenziale.Riprendendo il filone cronologico di cui sopra, nel 1988 AMC vende Jeep a Chrysler; nel 1997 le balestre posteriori vengono sostituite da molle e ammortizzatori. Quanto aI motori, ecco arrivare un 2.500cc e un 4.000cc, mentre nel 2003 esordisce la versione più “dura&pura” Rubicon. L’evoluzione, incessante (dettata anche dalle leggi), conoscerà un grande salto tecnologico con il lancio (nei prossimi mesi, da capire quando data l’emergenza COVID-19) davanti al grande pubblico della versione ibrida. Di pagine di storia, a occhio, ce ne sono da scrivere ancora parecchie.