Che effetto tornare sul vecchio Defender
La vecchia, gloriosa Defender? Ovviamente va dappertutto anche lei, difficile trovare un percorso in grado di fermarla. Ovviamente cambia l’approccio: uno è 100% digitale, l’altro 100% analogico. So già da che parte sta la maggior parte degli smanettoni. E lo capisco benissimo. Non si può però non rendere onore ai tecnici Land Rover per aver saputo trasferire un’eredità così pesante su un’auto assolutamente al passo coi tempi.
Dai longheroni/traverse al monoscocca in alluminio
Sensazioni a parte, so che i puristi mi stanno aspettando al varco. E va bene lo dico: la nuova Defender ha un telaio monoscocca in alluminio e sospensioni indipendenti. Fumo negli occhi per gli offroader cresciuti a pane e longheroni e traverse. Quelli della Defender storica. E sapete che vi dico? Che non saprei che farmene del telaio vecchia maniera. Non più. Primo perché questo telaio è il più rigido mai prodotto da Land Rover.
Una cosa, questa sì, va specificata. Se la Defender la comprate per andare ogni giorno fra mulattiere e sentieri, beh, le raffinate sospensioni della Defender moderna devono ancora dimostrare di resistere ai maltrattamenti come gli assali rigidi. In attesa del responso, ecco qualche numero: gli angoli di attacco, dosso e di uscita sono, rispettivamente, di 37,5, 28 e 40 gradi; la profondità di guado è di ben 90 cm. Non male vero? Il merito è delle sospensioni ad aria, che fra le altre cose consentono di variare l’altezza da terra con un’escursione di ben 145 mm, fino a un massimo di 29,1 cm (contro 25 della vecchia Defender e della Wrangler e i 21 della Toyota Land Cruiser).