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Eccellenze italiane, tutte le Ferrari di Enzo Ferrari. La prima 80 anni fa

È la Auto Avio 815 del 1940. La prima di una lunga serie di meraviglie (e di qualche inciampo)

FERRARI F40, LA PIÙ AMBITA

ferrari f40

Se la vita di Enzo Ferrari fosse un’enciclopedia, la F40 rappresenterebbe l’ultimo tomo. Uno dei meno densi di successi sportivi, eppure uno dei più ricchi di aneddoti e di significati. Innanzitutto perché a volere questa auto è il Drake in persona. Una sorta di scrittura finale lasciata ai posteri un anno prima di passare a miglior vita. 40 come le candeline che l’azienda di Maranello spegne nel 1987, anno di lancio di questa supercar. All’epoca costa 370.000.000 di lire, oggi il suo valore è schizzato a – minimo – un milione di euro.Perché? Per tanti motivi. Chi c’era, per esempio, può testimoniare che al Centro Civico di Maranello, il 21 luglio del 1987, il clima è surreale. Si respira l’aria delle grandi occasioni. Ermanno Bonfiglioli, per esempio, che in quegli anni segue i Progetti Speciali, racconta di un crescendo di meraviglia ed entusiasmo, nel momento in cui la macchina viene mostrata al pubblico presente. Brividi ancora oggi, 33 anni dopo. Anche perché, a differenza di quanto accade oggi con il rilascio anticipato di immagini più o meno esplicite, della F40 non si sapeva nulla prima del giorno prefissato. Solo le persone direttamente coinvolte nella progettazione, oltre ai più fidati collaboratori di Enzo Ferrari, sono al corrente dei fatti.

Il mito della F40 è alimentato anche dall’utilizzo, per la prima volta nella storia delle Ferrari stradali, della fibra di carbonio e del kevlar, al fine di coniugare la massima rigidità con il minimo peso, che infatti supera di poco i 1.100 kg. Il telaio è a traliccio con struttura tubolare in acciaio con vasca abitacolo rinforzata mediante pannelli di kevlar e fibra di carbonio.Il motore, V8 3.0 biturbo, eroga 478 CV. Un valore che oggi suscita quasi tenerezza. Non ci si deve dimenticare però che le gomme dell’epoca sono infinitamente meno prestazionali di quelle di oggi e che l’elettronica è non pervenuta. A tutto ciò si aggiunge il fatto che il V8 (derivato da quello della 288 GTO Evoluzione) ha un carattere a dir poco scorbutico. Il modo di erogare la potenza è furibondo: quando la sovralimentazione raggiunge il picco di pressione, a maggior ragione se le ruote anteriori non sono dritte, è bene disporre di abilità, esperienza e sangue freddo superiori alla media.

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