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Ford Mustang VI: pony tra passato e presente

La linea è un omaggio alle fastback degli Anni ‘60 e ’70, ma la meccanica si rinnova. L’obsoleto assale rigido posteriore è sostituito da una soluzione multilink. Debutta un moderno 4 cilindri 2.3 EcoBoost a iniezione diretta di benzina. Il V8? Immancabile

È uno dei simboli dell’America. Come gli hamburger, la Coca-Cola, le patate fritte, i fast food e la benzina a prezzo da discount. Dopo 5 generazioni e 50 anni di storia (leggi qui il nostro speciale), la pony car si rinnova. Profondamente. Mustang is back.

Se la quinta serie aveva portato in dote un salto stilistico epocale rispetto alla precedente, la nuova Mustang non tradisce il design del passato e, anzi, lo enfatizza grazie a linee ancor più muscolose nella zona frontale, dove il cofano è caratterizzato da nervature longitudinali maggiormente pronunciate, alla riduzione dello sviluppo in altezza e all’allargamento delle carreggiate, specie al retrotreno. L’inclinazione del lunotto, accentuata, richiama lo stile fastback caro alle pony car degli Anni ’60 e ’70, mentre non muta sostanzialmente la griglia anteriore trapezoidale, marchio di fabbrica delle Mustang più recenti.

La vera mutazione è sottopelle. Se all’avantreno viene confermato lo schematismo delle sospensioni tipo McPherson, al retrotreno cambia tutto. Addio assale rigido, benvenuta (finalmente) configurazione a ruote indipendenti tipo multilink. Una rivoluzione copernicana! Cui tiene testa il debutto di una nuova motorizzazione, decisamente raffinata, a iniezione diretta di benzina. Si tratta, nel dettaglio, di un 4 cilindri in linea EcoBoost da 2,3 litri a fasatura variabile, sovralimentato mediante turbocompressore e in grado di erogare 305 cv e 41,5 kgm. Entry level della gamma per cilindrata, non quanto a prestazioni, promette d’insidiare il noto V6 3.7 da 305 cv. Confermato, infine, il V8 5.0 da 420 cv riservato alla versione GT, ottimizzato nella riduzione degli attriti, nella distribuzione, nell’erogazione della coppia (53,9 kgm) e nell’aspirazione, forte d’inediti condotti dall’andamento più rettilineo.

E il diesel? Con buona pace di Audi, Bmw e Mercedes, che in Europa hanno esteso l’alimentazione a gasolio alle proprie coupé, negli States resta confinata ai truck o, tuttalpiù, ai pick-up heavy duty. Una Mustang td sarebbe come vestire George W. Bush in tulle rosa. Nulla è dato sapere, al momento, in merito allo straordinario allestimento Shelby GT 500, dedicato alla quinta generazione della muscle car yankee e forte di un V8 5.8 sovralimentato mediante compressore volumetrico da 662 cv. Una soluzione monstre, in ogni caso, è scontato arrivi entro la fine del 2014.

Pur essendo una instant classic, si concede un tocco di modernità. Analogamente alle sportive europee, è possibile optare per diversi programmi di marcia che influiscono sull’erogazione del propulsore, la servoassistenza dello sterzo, sensibilmente più diretto rispetto al passato, la taratura dell’elettronica e la logica di gestione del cambio automatico (se presente). Cosa manca? La possibilità di modificare il setup delle sospensioni in base all’utilizzo più o meno impegnato della vettura. In compenso, debuttano accessori di pregio in materia di sicurezza quali l’avviso d’ostacolo in corrispondenza dell’angolo di visuale cieco e il cruise contro adattivo, affiancati dal sistema Ford SYNC, cuore dell’intrattenimento di Mustang, che garantisce la connessione a bordo e permette di collegare tablet e smartphone tramite una docking station. Consentendo al guidatore di gestire vocalmente le “app” del proprio telefono. Il pony guarda al futuro. Camaro è avvertita…

 

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