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MINI 5 porte: è diventata grande

16 cm più lunga della versione a 3 porte, promette spazio a bordo e comfort degni della crossover Countryman. Nonostante l’interasse maggiorato, grazie alle sospensioni regolabili non rinnega il kart feeling. Debutta lo step da 170 cv (SD) del 4 cilindri 2.0 td

La novità era nell’aria. Ora si è materializzata. Nasce MINI 5 porte, seconda variante di carrozzeria della nuova generazione MINI e secondo modello della Casa britannica – dopo Countryman – a poter contare su cinque portiere.

Rispetto alla nuova MINI – già di per sé più grande che in passato – la versione a 5 porte cresce in lunghezza di 16 cm raggiungendo i 3,98 m (che diventano 4 nel caso di Cooper S e SD), eguagliando sostanzialmente la Clubman (3,96 m) e avvicinando l’ammiraglia Countryman (4,10 m). Aumenta di 72 mm il passo, a tutto vantaggio dello spazio riservato alle gambe degli occupanti del divanetto. Questi ultimi beneficiano inoltre di 15 mm in più a livello della testa – l’altezza della vettura passa da 1,41 a 1,52 m – e di ulteriori 61 mm all’altezza dei gomiti. In estrema sintesi, mai più pigiati come sardine. La capienza del bagagliaio si attesta a 278 litri con 5 persone a bordo: 67 litri in più rispetto al modello a 3 porte, sopravanzando la Clubman (260 l) pur rimanendo distante dalla Countryman (450 litri).

Un colpo al cerchio e uno alla botte. Promette spazio e comfort. Quindi bye bye kart feeling? Nemmeno per idea. La MINI 5 porte mutua dalla nuova MINI 3 porte lo schema delle sospensioni a ruote indipendenti anteriori McPherson e posteriori multilink, il cambio manuale sincronizzato elettronicamente con i propulsori, onde non perdere giri nei passaggi di rapporto, così come telaio e sospensioni adattive (optional) forti di ammortizzatori a regolazione elettrica (2 setup impostabili mediante una manopola alla base del selettore del cambio). Setting basati su valvole a portata variabile “annegate” negli steli, in grado di incidere sia in compressione sia in estensione sulla risposta tanto alle imperfezioni dell’asfalto quanto alle sollecitazioni nella guida al limite. Oltre alle modalità di guida Standard e Sport è disponibile il programma Green che porta in dote, in abbinamento alla trasmissione automatica, una funzione tipicamente BMW: il veleggio. Vale a dire l’avanzamento della vettura in folle in rilascio. La selezione di uno dei programmi influisce sulla risposta del propulsore alle pressioni dell’acceleratore, la servoassistenza elettrica dello sterzo e, qualora presenti, la logica di gestione del cambio automatico e la taratura delle sospensioni regolabili.

Analogamente alla versione a 3 porte, ai motori a 4 cilindri si affiancano due tricilindrici. Anch’essi caratterizzati dalla tecnologia TwinPower Turbo. Pacchetto tecnico che, nel caso dei propulsori a benzina, si compone di sovralimentazione mediante turbocompressore, iniezione diretta, fasatura variabile sia lato aspirazione sia lato scarico e controllo continuo delle valvole analogo al Valvetronic BMW. Non meno ricercate le unità a gasolio, forti anch’esse del turbocompressore (a geometria variabile) e caratterizzate dall’iniezione diretta common rail con pressione massima di 2.000 bar. I 3 cilindri, disegnati in funzione della disposizione trasversale nel vano motore, tipica di Mini, e forti di supporti idraulici, dispongono di un contralbero d’equilibratura per l’annullamento delle vibrazioni. Testata e basamento, da tradizione BMW, sono in alluminio.

Spicca, nel dettaglio, il 3 cilindri 1.5 turbo benzina di MINI Cooper, forte di 136 cv e 220 Nm (22,4 kgm) di coppia sin da 1.250 giri/min, elevabili a 230 Nm (23,5 kgm) grazie alla funzione overboost. Unità che condivide con il 4 cilindri turbo benzina di 2,0 litri di MINI Cooper S – caratterizzato da due contralberi d’equilibratura e forte di 192 cv e 280 Nm (28,6 kgm che diventano 30,6 grazie all’overboost) – sia il regime massimo di rotazione (6.500 giri) sia l’integrazione del turbocompressore nel collettore di scarico, a tutto vantaggio della riduzione del ritardo di risposta (lag) alle pressioni dell’acceleratore. 3 cilindri, infine, anche per il TD candidato a divenire il best seller della gamma – un 1.5 da 116 cv e 270 Nm (27,5 kgm) –, mentre costituisce una new entry il 4 cilindri td di 2,0 litri ampiamente utilizzato in gamma nella configurazione da 143 cv, portato però a 170 cv e 360 Nm (36,7 kgm). Unità cui si aggiungeranno, dall’autunno, i 3 cilindri benzina di MINI One 5p. (102 cv) e gasolio; quest’ultimo appannaggio di MINI One D 5p. (95 cv).

Trasmissione manuale a 6 rapporti di serie; automatica – anche sportiva (con paddle al volante) – a 6 marce optional. MINI Cooper S 5p. scatta così da 0 a 100 km/h in 6,9 secondi contro i 6,8 della corrispondente versione a 3 porte e raggiunge i 232 km/h percorrendo mediamente 16,9 km/l. MINI Cooper 5p., grazie al 3 cilindri 1.5 turbo, passa invece da 0 a 100 km/h in 8,2 secondi (7,9 secondi per la 3 porte) toccando i 207 km/h e macinando 20,8 km con un litro di benzina. Non sono da meno Cooper D (0-100 km/h in 9,4 secondi, 203 km/h di punta massima e 27,8 km/l) e SD. Quest’ultima accreditata di uno scatto da 0 a 100 km/h in 7,4 secondi, velocità massima di 225 km/h e percorrenza media di 24,4 km/l.

Infine un cenno alla multimedialità. MINI 5 porte, analogamente alla sorella a 3 porte, è equipaggiabile con una carta SIM integrata. Carta che mette a disposizione la funzione chiamata d’emergenza con rilevazione automatica del veicolo e riconoscimento della gravità dell’incidente, così come le funzioni di social networking e infotainment integrabili attraverso le applicazioni ufficiali per iPhone e smartphone Android.

 

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