RSR è una denominazione che affonda le radici nella storia Porsche, risalendo al 1973 quando, per la prima volta, la 911 Carrera RS 2.7 – riconoscibile per il celebre alettone “a coda d’anatra” (ducktail) – venne destinata all’impiego agonistico, seguita dall’ancor più estrema versione racing su base Carrera RS 3.0. Da allora, per la Casa di Stoccarda “RSR” è sinonimo d’attività in pista e, soprattutto, di vittorie. Successi che promette di conquistare anche la più recente evoluzione sul tema, attesa al debutto nel 2017.L’RSR presentata nel 2015, forte di un propulsore 6 cilindri boxer aspirato da 470 cv, ha fatto proprio il titolo virtuale di vettura GT di maggior successo nel mondo. Porsche non ha però dormito sugli allori: l’erede, il cui nome potrebbe evolvere in GTE, ha già completato le prime fasi di collaudo sul circuito di Weissach con al volante tutti i piloti ufficiali coinvolti nello sviluppo del prototipo 919 Hybrid destinato a gareggiare nella classe più estrema (LMP1) del Mondiale Endurance (FIA WEC). Una procedura di sviluppo insolita, ma che ha consentito un travaso d’esperienza dal vertice alla base, così da offrire alla clientela sportiva una vettura tutt’altro che acerba.La nuova RSR verrà impiegata per la prima volta a gennaio 2017, in occasione della 24 Ore di Daytona. Un debutto sulla lunga, anzi lunghissima distanza, che promette d’infiammare il Campionato grazie allo scontro con rivali del calibro di Ferrari 488 GTE, Chevrolet Corvette C7.R e Ford GT. Sotto il profilo tecnico, al momento vige il massimo riserbo in merito alla motorizzazione della nuova “arma” di Stoccarda, destinata alle Classi GTE Pro (WEC) e GTLM (nella serie americana IMSA); crescono però d’intensità le voci che sostengono pulsi, a sbalzo rispetto all’assale posteriore, un propulsore sovralimentato anziché aspirato come in passato. Una piccola rivoluzione tecnica che allineerebbe la vettura da gara a quella di grande serie.