Chi ha “ucciso” il Diesel
Torniamo ora sulla“criminalizzazione” del Diesel: una tematica che abbiamo già affrontato ma che in un periodo come questo si fa sentire, come scritto nelle pagine precedenti, sul portafoglio. Prima facciamo però un piccolo riassunto della situazione. Settembre 2015, scoppia il caso Dieselgate, quello delle emissioni truccate dei motori a gasolio: lo scandalo coinvolge inizialmente solo il Gruppo Volkswagen per poi allargarsi a molti altri colossi del mondo dell’auto, (quasi) nessuno escluso.
A partire da questo fatto grave, anzi gravissimo, si sono innescati due fenomeni. Da un lato le aziende hanno dotato i motori di tutte le tecnologie necessarie per ripulire i motori, portando le emissioni nell’uso stradale a un livello così basso da essere diverse volte inferiore rispetto a quello prescritto per legge. Una legge peraltro molto severa; giustamente, sia chiaro. Dall’altro lato, sia sul piano della normativa comunitaria sia di quella locale (l’UE e le amministrazioni di molte città di tutta Europa) è iniziata una vera e propria guerra ai motori ad accensione spontanea. A Milano, tanto per stare dentro i nostri confini, dal 2030 non potranno più circolare auto Euro 6D Final a gasolio. Per non dire dei Diesel Euro 5 equiparati ai Diesel Euro 4 e messi fuori gioco già dall’ottobre del 2022.