LIVE SALTO DI QUALITA’
Parlare di semplice restyling davanti alla nuova edizione della Citroën C4 Cactus sarebbe quanto mai riduttivo. Poche altre volte è infatti capitato di assistere a un aggiornamento così profondo di un’auto nel corso del suo ciclo di vita. D’altro canto, dopo il lancio delle nuove C3 e C3 Aircross, per la C4 Cactus era necessario compiere un salto di qualità, che la posizionasse in modo diverso sul mercato, avvicinandola al cuore del segmento C e dandole anche un certo tono. Detto e fatto: il model year 2018 cambia volto, perde un po’ dell’aria scanzonata e giocosa della prima ora e diventa più stiloso ed elegante. Il tutto senza rinnegare però la sua natura di auto votata al comfort ed anzi esaltandola, con arredi esclusivi, un’attenzione ancora maggiore alla silenziosità e nuovi smorzatori idraulici progressivi PHC per il fine corsa delle sospensioni, che promettono di rinverdire i fasti del leggendario assetto idropneumatico Citroën.
SOLO TURBO
Anche la gamma italiana pronta al lancio conferma le scelte filosofiche della Casa: addio al popolare tre cilindri 1.200 aspirato da 82 cv e spazio solo alle ambiziose versioni turbo del PureTech, da 110 e 130 cv, il primo eventualmente anche con cambio automatico EAT6. Sul fronte diesel c’è per ora il solo 1.6 BlueHDi da 100 cv, che sarà affiancato in autunno dalla variante da 120 cv, a sua volta con cambio EAT6. Gli allestimenti disponibili sono tre, Live, Feel e Shine, mentre i prezzi partono da 17.900 euro per arrivare a 22.600 euro.
DIETROFONT
Da un punto di vista estetico, basta un rapido colpo d’occhio per notare la svolta netta, con il 90% di componenti nuovi e il parziale dietrofront dei designer sugli Airbump. Le grandi protezioni in plastica che corazzavano la prima C4 Cactus sono ora più piccole e fanno un tutt’uno con le protezioni in plastica che bordano la parte bassa delle lamiere e i passaruota. Il risultato è una linea comunque fresca e originale ma più elegante e raffinata, con tanti tratti orizzontali, che fanno apparire l’auto più larga e meglio piantata sulla strada. Le dimensioni, invece, cambiano poco: la lunghezza è di 417 cm, mentre la larghezza è di 171 e l’altezza di 148. Tra gli altri segni particolari spiccano il tetto, che pare sospeso grazie a una vetratura che sembra svilupparsi a 360 gradi, e i fari su due livelli, con quelli superiori che danno slancio al double chevron. La C4 Cactus 2018 non rinuncia poi a vivere il mondo a colori e offrire tante possibilità di personalizzazione: con una tavolozza di nove tinte e quattro Pack Color, può essere configurata esternamente in 31 modi diversi, mentre gli ambienti disponibili per l’interno sono ben cinque.
COME UN SALOTTO
Anche l’abitacolo si evolve ma resta più nel solco della progenitrice. La principale novità sono i sedili Advanced Comfort, ordinabili con tre dei cinque ambienti appena citati e che sono una delle colonne portanti di quel progetto Citroën Advanced Comfort che tornerà su altri modelli del futuro. Dotati di una struttura ampia, da vera poltrona, hanno un’imbottitura realizzata con schiume di nuova concezione, che promette una postura più corretta e un minore affaticamento nei lunghi viaggi. La plancia mantiene un disegno pulito e lineare ma sofisticato al tempo stesso, complici dettagli ricercati e ispirati, così come in passato, al mondo della valigeria. A rendere particolari gli arredi è anche la scelta dei materiali: plastiche a parte, i rivestimenti in tessuto, con anche eventuali inserti in Alcantara, rendono l’interno caldo e accogliente. Lo spazio a bordo non manca e pure chi siede dietro ha tanti centimetri a disposizione, anche se può lamentarsi per i finestrini che si aprono solo a compasso. Promosso anche il bagagliaio, nonostante la soglia alta: ha un vano regolare e una capacità di 358 litri, che diventano 1.170 sacrificando i posti posteriori.
Il rinnovamento della C4 Cactus tocca anche la dotazione, che può comprendere un sistema d’infotainment con schermo da 7”, la chiave elettronica, l’avviso per l’uscita involontaria dalla corsia e il dispositivo che legge i limiti di velocità e li riporta nella strumentazione digitale, oltre alla frenata autonoma d’emergenza Active Safety Brake e il rilevatore di stanchezza del pilota. Tra gli optional si segnala il Grip Control, in pratica un controllo della trazione 2.0 con cinque modalità di funzionamento, che assicura la migliore motricità su ogni fondo.
DRIVE METTETEVI COMODIIl posto di guida della Citroën C4 Cactus 2018 è in grado di accogliere bene chiunque. Agendo sulla varie regolazioni (ora c’è anche quella in profondità del volante), alla fine si riesce sempre a trovare una valida sistemazione, quale che sia la posizione preferita. Il nuovo sedile è comodo e sostiene bene busto e gambe senza fasciarli troppo, anche perché i tecnici Citroën hanno preferito puntare sulla libertà di movimento piuttosto che sul contenimento laterale.LA MOLLEGGIATAGuadagnando velocità le sospensioni (coperte da ben 20 brevetti) diventano presto protagoniste della scena: basta imbattersi in qualche buca o affrontare un rallentatore con decisione per capire quali benefici diano i nuovi smorzatori idraulici PHC. Rispetto al una soluzione tradizionale, regalano un pelo di escursione in più e rendono meno secca la risposta quando la sospensione si avvicina a fine corsa, risparmiando alle terga e alle vertebre un po’ di colpi sulle asperità. Non siamo ancora all’effetto hovercraft delle varie DS e CX di antica memoria ma la capacità di filtrare le asperità della C4 Catctus è davvero sopra la media, ottenuta tra l’altro senza eccessive complicazioni e con costi ragionevoli.MANEGGIARE CON CURA
E gli amanti della guida? Si preparino ad avere una guida pulita e senza bruschi trasferimenti di carico, per sfruttare al meglio le caratteristiche del nuovo assetto. Un’eccessiva irruenza rende infatti l’azione meno redditizia, mentre pennellando le traiettorie si riesce a tenere un buon passo nel misto. Solo nelle frenate più decise si avverte come il retrotreno si alleggerisca un po’, ma a conti fatti questa Citroën rimane sempre sicura e prevedibile e il pubblico a cui si rivolge la C4 Cactus è sicuramente più attento al comfort che alla “staccata”. Se la C4 Cactus si può definire comoda, il merito va anche alla buona silenziosità, ottenuta aumentando lo spessore dei vetri e la quantità di materiale fonoassorbente a protezione dell’abitacolo. Nel complesso, la nuova edizione diventa dunque più macchina e si presta meglio a un impiego a tutto tondo, per i piccoli spostamenti quotidiani, così come per macinare chilometri in autostrada.
CON PIEDE FELPATO
In questo caso, chiaramente, la scelta più sensata appare la versione turbodiesel, purtroppo non presente al momento della prova. Conosco però bene il BlueHDi in configurazione da 100 cv, so come abbia un’erogazione piena sin dai bassi regimi e come invogli a passare in fretta ai rapporti più lunghi. Guidando così la C4 Cactus, consumi bassi e silenziosità sono garantiti. Chi ha percorrenze annue medio-basse può invece valutare serenamente anche una C4 a benzina. Optare per la variante da 110 o da 130 cv è una questione di pruriti al piede destro. La soluzione meno potente fa infatti già tutto quel che serve al cliente medio, pronta anche ad assecondare con la sua coppia generosa l’eventuale scelta del cambio automatico EAT6. Il Pure Tech full power è quindi alla fine indicato giusto per coloro che amano avere una maggior riserva di potenza e cercano ogni tanto un guizzo sportivo allo spunto, con tempo di appena 9,1 secondi nello 0-100.