È dallo scorso settembre che vi siamo debitori delle impressioni di guida della nuova Hyundai Ioniq 6. Ora possiamo finalmente saldare il nostro debito. All’inizio dell’autunno l’ammiraglia elettrica della Casa coreana si era infatti concessa per un primo incontro faccia-a-faccia. Si era però trattato di una presentazione statica. In quella occasione il buon Adriano Tosi vi aveva raccontato le sue prime impressioni dal vivo. Ora tocca me tornare a chiudere il cerchio, dopo aver commentato le prime foto e informazioni ufficiali a luglio 2022. E lo faccio con la versione al vertice del listino Ioniq 6, quella con batteria 77kWh, doppio motore, 325 CV e trazione integrale AWD in allestimento Evolution, che ha un prezzo di 62.245 euro.
Come è fatta la Hyundai Ioniq 6
Prima di andare al sodo e di dirvi come va, concedetemi però di tornare un attimo su come è fatta la Hyundai Ioniq 6. Già, perché la prima impressione che si ha andando in giro è quella di catturare l’attenzione della gente ben più di quanto si farebbe con altre berline. La linea, arcuata e ispirata alle streamliner degli Anni 20 e 30, non ha solo il pregio di far registrare un Cx di solo 0,21. Regala infatti alla macchina una personalità unica, che potrà anche non piacere a qualcuno ma che di certo non lascia indifferenti. E di quest’epoca, con il fiorire di proposte di ogni genere, non è poco. Il tutto senza contare dettagli originali come le luci a pixel e i cerchi dal design inedito.
Abitabilità da record
La Hyundai Ioniq 6 intona una voce fuori dal coro anche a livello di arredi. All’interno non ci sono soluzioni scontate. La plancia ha uno stile lineare e si sviluppa per linee orizzontali, aumentando la sensazione di spaziosità con i bordi rivolti verso le portiere. Che i centimetri abbondino non è però solo un’idea. Il pilota il suo secondo godono di grande libertà, complici anche i sedili ampi, accoglienti e pure climatizzati. La zona centrale è occupata da una console a ponte, piatta e libera dalla leva del cambio, che è invece sul piantone dello sterzo.
Il senso del mobiletto è presto detto: fa da piano d’appoggio nel caso si volesse lavorare durante le soste per la ricarica. Dal canto loro, i passeggeri posteriori viaggiano come su una limousine e possono pure accavallare le gambe, senza neppure un rigonfiamento del pavimento nella zona dei piedi. Una chicca? L’illuminazione interna offre un’ampia scelta di colori (fino a 64) e la tonalità che può cambiare in base alla velocità.
Un aiuto dall’elettronica
Complici il muso spiovente e il profilo basso della plancia, dominata da due schermi da 12 pollici, dal sedile di guida sedile di guida si ha un’ottima visuale su quel che c’è davanti al muso. La visibilità posteriore è un po’ più problematica e in manovra conviene affidarsi ai sensori e alle telecamere per evitare parcheggi in stile Tuca-Tuca. In generale, la Hyundai Ioniq 6 dispone di una suite di sistemi di assistenza alla guida molto completa. Ce ne si accorge sin dai primi metri, con cicalini che suonano in continuazione, segnalando mezzi che sopraggiungono, situazioni di pericolo, superamento dei limiti di velocità e un eventuale andamento ondivago all’interno della corsia di marcia. E guai a superare le sue linee di demarcazione: il Beep! è in agguato.
Può bastare un piede solo
Grazie anche a un raggio di sterzata non eccessivo, la Hyundai ioniq 6 non se la cava male negli spazi stretti, a dispetto di una lunghezza di 486 cm. In città si apprezza il fatto che l’auto disponga di una frenata rigenerativa regolabile tramite le levette al volante. Impostato sul massimo intervento, il sistema permette di guidare nella maggior parte delle situazioni usando il solo pedale dell’acceleratore e ricaricando la batteria nei rallentamenti. Per alcuni sarà anche rilassante, ma io preferisco il settaggio opposto, quello che consente invece di dare tanta strada in rilascio. È come se la macchina desse un senso più che mai compiuto a quel termine veleggiamento sempre più spesso usato nel mondo automotive.
Via col vento
E che la Hyundai Ioniq 6 abbia un buon rapporto con l’aria si capisce anche quando si entra in autostrada. La macchina sembra avanzare senza sforzo apparente e i fruscii aerodinamici restano molto contenuti anche quando si viaggia sfidano i tutor. Proprio i tratti da-casello-a-casello permettono di mettere alla prova il cruise control adattivo, che funziona a meraviglia, gestendo velocità e distanza di sicurezza in modo fluido ed efficace. Anche di cambi di corsia regalano effetti speciali, con la strumentazione che mostra le immagini riprese dalle telecamere orientate verso la coda per avere un’idea migliore di ciò che accade alle spalle.
Tre auto in una
È però su strade aperte che la prova della Hyundai Ioniq 6 si fa più interessante. Qui si ha infatti modo di sperimentare come le tre modalità di guida che si selezionano con il tasto sul volante cambino davvero pelle alla macchina. Sport rende le veementi risposte agli affondi sull’acceleratore, incollando le spalle allo schienale e rendendo credibilissimo il tempo di 5,1 secondi dichiarato per lo 0-100. Con questo driving mode viene voglia di approfittare dell’ottima tenuta garantita dai cerchi da 20 pollici e dal baricentro basso, che aiuta la macchina a nascondere un po’ dei suoi 2.100 kg abbondanti. Non che la Ioniq 6 si possa definire davvero sportiva, ma la qualità della guida è tuttavia buona per un’auto di questa stazza. Normal è la scelta più scontata per i trasferimenti di ogni giorno, mentre Eco rende invece tutto più ovattato. Con disponibilità immediata della coppia tipica delle auto elettriche non si ha comunque mai la sensazione di trovarsi in affanno.
Torna subito in forma
Viaggiare in Eco è chiaramente anche il modo migliore per avvicinarsi all’autonomia promessa, che con i cerchi da 20 pollici della Ioniq 6 Evolution è di 519 km nel ciclo misto WLTP. Nell’uso che ho fatto io, con non poca autostrada, il consumo è stato di circa 17 kWh/100 km, dato di tutto rispetto. Chi soffre di cronica ansia da autonomia sappia che questa Hyundai nasce su una piattaforma a 800 V e accetta di essere ricaricata anche a 350 kW. Trovare colonnine ultra rapide così prestanti non è cosa facile ma con una postazione autostradale Free to X di ultima generazione ho visto la macchina passare dal 28 all’82% in una ventina di minuti. Certo, in questo caso si deve mettere in preventivo una spesa vicina all’euro per kWh ma ci si dimentica dei temuti disagi legati a tempi lunghi di ricarica.
Tiriamo le somme
In definitiva, la Hyundai Ioniq 6 mi pare una tra le elettriche più indovinate delle scena attuale. Ha un carattere deciso, spazio da vendere, un costo non esorbitante e una dotazione di tutto rispetto. inoltre la tecnologia di bordo a 800 V la pone un passo avanti rispetto a tante rivali. Il fatto di potersi allacciare alle colonnine più potenti le dà infatti un vantaggio competitivo notevole in termini di praticità e flessibilità d’impiego. Detto dei pregi, veniamo ai difetti. Oltre a limitare la visibilità, la forma della coda fa sì che l’imboccatura del bagagliaio sia un po’ bassa. Ciò va benissimo se si vuole caricare un quadro, meno per trasportare un comodino, che può comunque trovare posto sui sedili posteriori con schienale ribaltabile in avanti. L’ultima nota stonata viene dal un fastidioso riflesso nel parabrezza, causato dalla cornicetta argentata del doppio display.