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Prova Mazda CX-60 2025 – Un nuovo equilibrio

Con sapienti interventi all'assetto il SUV giapponese trova un miglior compromesso tra comfort e guidabilità. I prezzi ora partono da 53.850 euro.

Dettagli di classe

L’abitacolo della Mazda CX-60 2025 si conferma molto accogliente. La sensazione che si ha al posto di guida è di trovarsi comodi, in ambiente ampio e raffinato. Il mobiletto centrale è grande ma non provoca attacchi di claustrofobia e ha anche il pregio di mettere a disposizione alcuni comodi vani portaoggetti. Gli arredi paiono confezionati con cura e sugli allestimenti al top della gamma si possono trovare anche dettagli di pregio.

posto guida.Mazda CX-60 2025

Le novità sono sugli esemplari Homura, ma per me resta impareggiabile il fascino di quelli Takumi, con pelle Nappa bianca, finiture chiare in legno d’acero e le cosiddette “cuciture appese”, tipiche giapponesi. Anche in seconda fila si sta da pascià e non ci si può certo lamentare della capacità del vano di carico, che va da 570 a 1.726 litri.

bagagliaio Mazda CX-60 2025

Salto di qualità

Quando ci si mette in viaggio sono sufficienti poche centinaia di metri per capire che la CX-60 mantiene su strada le promesse fatte dagli ingegneri quando parlano di salto di qualità. Per cogliere appieno i progressi fatti l’ideale sarebbe stato poter provare in sequenza un esemplare non aggiornato e uno nuovo. Anche andando a memoria, però, l’impressione è che con la nuova messa a punto l’assetto trovi un miglior compromesso tra capacità di filtraggio delle sospensioni e handling.

Mazda CX-60 2025

W la sincerità

Ciò non significa che la CX-60 diventi come per magia un’auto sportiva. Il physique du rôle resta sempre quello di un’auto dalla spiccata vocazione ai viaggi e all’uso familiare. Semplicemente ora questa Mazda risulta più equilibrata e sposa meglio il concetto di Jinba Ittai, quello della simbiosi tra cavaliere e cavallo, o tra uomo e macchina. Chi sta al volante ha insomma la possibilità di capire meglio cosa accade tra le ruote anteriori e l’asfalto e ottiene risposte più graduali e rotonde ai comandi.

Mazda CX-60 2025

Un aiuto dall’elettronica

Forzando il ritmo, è il naturale sottosterzo a segnalare l’approssimarsi del limite, con l’elettronica che cerca comunque di salvaguardare il piacere di guida. Alla causa contribuisce per esempio il Kinematic Posture Control (KPC), una esclusiva tecnologia Mazda che varia la dinamica del veicolo in curva frenando la ruota posteriore interna alla svolta. Questo intervento limita il rollio e fa un po’ acquattare la coda sulla strada.

Mazda CX-60 2025

And the winner is…

L’evoluzione compiuta a livello telaistico non mi fa cambiare gusti in fatto di motori. I miei favori vanno sempre alla versione turbodiesel mild hybrid. Il sei cilindri gira tondo sin dai bassi regimi e vede la coppia massima stabile sul picco massimo tra i 1.500 e i 2.400 giri. Ciò si traduce in una progressione lineare e non mi pare il caso di fare drammi se manca un po’ di cattiveria in allungo.

Mazda CX-60 2025

Le ferrea logica dei numeri

Va però detto che il mio è un giudizio che valuta solo gradevolezza e comportamento complessivi. Al netto delle considerazioni fiscali e delle nuove regole in materia di fringe benefit, è chiaro la CX-60 PHEV sia allettante per chi fa pochi chilometri al giorno e può allacciarsi spesso alla rete elettrica. La plug-in hybrid dalla sua ha anche notevoli doti di spunto. Tuttavia le prestazioni, pur superiori, sembrano ottenute con minor naturalezza, specie quando le curve si susseguono a ritmo incalzante.

Mazda CX-60 2025
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