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Prova Mini Cooper S – Il nuovo volto del turbo

Dopo l’elettrica, ecco la rinnovata Mini a tre porte con motori endotermici. La Cooper S, con il 2.0 turbo da 204 CV, è la più frizzante delle due versioni disponibii

La seduta bassa e il volante dalla corona massiccia, piacevole da impugnare, rafforzano la sensazione di trovarsi alla guida di una vera sportivetta. Di conseguenza con le aspettative sul comfort voliamo bassi, e infatti con i cerchi da 18″ che equipaggiano il nostro esemplare, sulle asperità, si balla un po’: pavé e dossi rallentatori meritano più rispetto che con altre auto… Se volete smussare questo lato del carattere della Mini Cooper S, e comunque evitare i cerchi basic da 16”, potreste trovare un decente compromesso optando per quelli da 17”.

Tutta da guidare

Ciò detto, per tutto il resto i cerchi da 18” sono la scelta migliore per un’auto come questa. Il cui carattere, al di là di tutte le considerazioni sull’estetica, sulle finiture e sulla tecnologia presente nell’abitacolo e non solo, ruota intorno alla guidabilità. Quindi “non” mettetevi comodi e godetevi l’esperienza.

Mini Cooper S: leggera come poche

La Mini Cooper S pesa meno di 1.300 kg. Ok, non è una racer che sta sotto la tonnellata, ma sappiate che l’elettrica SE, che di cavalli ne ha 218, si ritrova tre quintali abbondanti in più da portarsi appresso. Ed è proprio la relativa leggerezza – una caratteristica alla quale l’attuale produzione automobilistica ci sta facendo disabituare – la qualità che per prima emerge appena ci si mette in movimento.

Pronta in tutti i sensi

Innanzitutto la massa ragionevole favorisce la brillantezza di risposta all’acceleratore: il 2.0 turbo prende i giri in fretta e spinge deciso sin dai regimi medio bassi, pur senza essere travolgente, specie in allungo. Il cambio DCT è un buon mix fra rapidità e dolcezza, almeno in modalità automatica. Se, invece, si passa alla selezione delle marce tramite i paddle, la risposta è più lenta di quanto ti aspetteresti in una bombetta come la Mini Cooper S. E il cambio manuale non si può avere nemmeno come optional

Resta il fatto che sul misto stretto, come sul veloce, ci si può divertire davvero: l’assetto solido e sincero trasmette fiducia, i limiti di tenuta sono elevati e le reazioni, almeno sull’asfalto asciutto, ci sono parse sempre abbastanza neutre.

Uno sterzo da manuale

Promosso anche lo sterzo, non inutilmente pesante ma ben fermo in velocità, molto diretto eppure poco sensibile alle irregolarità del fondo stradale (nonostante le gomme 215/40 R18). Ciò si traduce in inserimenti in curva davvero rapidi, e nella sensazione di poter attuare un fine controllo delle reazioni della macchina. Anche perché l’Esp è tutt’altro che invasivo, pur svegliandosi puntuale se state esagerando. Soddisfacente la frenata.

Vista come utilitaria…

Compatta, con un bel cofano che si vede (almeno fino alle gobbe dei fari) dal posto guida, dotata di telecamere e Parking Assistant, la Mini Cooper può svolgere bene il ruolo di vetturetta cittadina, e si parcheggia con facilità (volendo, anche manovrandola stando fuori dall’abitacolo, grazie a una app per lo smartphone). Vista come utilitaria di tutti i giorni si scopre anche discretamente insonorizzata.

E non disdegna i trasferimenti autostradali, anche perché il 2.0 non ha certo il fiato corto. Ma per quanto riguarda i consumi vi conviene vederla, ancora una volta, come una sportiva: nel test, fra percorsi cittadini e poi strette stradine collinari affrontate allegramente, il verdetto del computer di bordo è stato appena sopra i 10 km/l. A sensazione, per avvicinarsi ai 16,4 km/l di media omologata per questa Mini Cooper S serve davvero il piede di velluto.

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