Di solito uno dei sistemi più efficaci per capire se quella che si ha davanti sia una vettura di nuova generazione o un semplice restyling è vedere se cambi o meno la distanza tra i due assi. Ebbene, sappiate che stavolta il metodo fa cilecca. Già, perché la Volkswagen Tiguan si rinnova da cima a fondo e migliora sotto ogni punto di vista senza però crescere di taglia. Metaforicamente parlando, insomma, cambia passo… senza però cambiare davvero il passo. Per farmi perdonare questo giochino di parole adesso vi racconto per filo e per segno tutto quel che c’è da sapere sull’evoluzione della best-seller VW.
Via col vento
Visto che c’è tanto da dire non mi dilungherò tanto sulla linea: le foto sono già molto esplicative in questo senso. Il family feeling con il resto della gamma Volkswagen è evidente, così come il legame con le Tiguan del passato. Qui la novità principale è il frontale più alto, che ospita nuovi fari a LED, uniti da una barra luminosa sulle versioni più ricche. A richiesta si possono avere anche i proiettori IQ.Light Matrix HD, capaci di produrre in maniera intelligente un fascio luminoso molto potente.
Anche in coda una nuova barra trasversale a LED collega i due gruppi ottici. Complice il nuovi disegno del fascione paraurti con le sue prese d’aria e le aperture laterali, il Cx passa da 0,33 a 0,28. Per la cronaca la vettura è disponibile con ruote fino a 20 pollici.
Rivisitazione totale
Una volta a bordo, l’abitacolo fa una gran scena, ricordando per molti versi quello della sorella maggiore la Touareg. La plancia ha un look molto pulito ed è dominata da due schermi digitali. La strumentazione è da 10″ abbondanti ed è priva della classica palpebra. Al centro c’è invece lo schermo dell’infotainment MIB4, che può avere una diagonale da 12,9 o 15 pollici. Giusto per capirci, è lo stesso sistema montato anche dalla ID.7.
Con il selettore del cambio DSG spostato sul piantone dello sterzo (ah, sappiate che non esiste più alcuna Tiguan con trasmissione manuale), il mobiletto centrale è più lineare che mai. Su di esso spicca quello che in VW chiamano il selettore dell’esperienza di guida.
Si tratta di un manopolone che può essere premuto, ruotato o usato per lo scorrimento come touch pad per cambiare volume, fino a sei modalità di guida o cinque temi delle luci ambiente e del cockpit. Due altre chicche? L’head up display ora proietta direttamente le info sul parabrezza e l’assistente vocale IDA 2 entro fine anno avrà come spalla anche l’intelligenza artificiale di ChatGPT.
Come su un trono
Un altro fiore all’occhiello della nuova Volkswagen Tiguan sono i sedili ergoActive Plus, certificati AGR, di serie o a richiesta a seconda degli allestimenti. Le poltrone hanno la regolazione della zona lombare a 4 vie e la funzione di massaggio pneumatica con punti di pressione a 10 camere. Inoltre, è possibile gestire il riscaldamento o la ventilazione con due zone a controllo separato.
La tecnologia avanza
Se questa Tiguan si può definire a pieno titolo “nuova” è però per merito anche di una massiccia iniezione di tecnologia. Debutta per esempio il controllo dinamico del telaio DCC Pro, con nuovi ammortizzatori a doppia valvola. Si tratta di una raffinatezza da top car, che amplia il range delle regolazioni possibili, sia verso un maggior comfort sia verso una maggiore sportività. Anche gli ADAS fanno un balzo avanti, grazie a un’elettronica più evoluta e al gioco di squadra di cinque radar (tre forntali e due posteriori) e di una telecamera. Una prova dei progressi la dà l’assistenza al parcheggio, con la macchina che ora può memorizzare manovre complicate e replicarle in autonomia. Presto potrà essere poi telecomandata negli stalli dallo smartphone, senza bisogno di stare a bordo.
La gamma motori Tiguan: ibrida, plug-in o diesel
Nemmeno chi si occupa di powertrain in Volkswagen è rimasto con le mani in mano. La Casa ha prima di tutto riprogettato i sistemi ibridi plug-in . Grazie a una nuova batteria da 19,7 kWh (netti), l’autonomia in modalità elettrica della Tiguan eHybrid, disponibile con una potenza totale di sistema di 204 o 272 CV, può addirittura arrivare a sfiorare i 130 km. La parte endotermica sfrutta poi ora un motore 1.5 TSI in luogo del vecchio 1.4. In gamma debuttano poi due nuove motorizzazioni mild hybrid eTSI da 48V, in grado di fornire una potenza di 130 e 150 CV, a loro volta sviluppate attorno al turbobenzina 1.5 TSI evo2. E le Tuguan turbodiesel? Non temete, ci sono ancora. Si può scegliere tra la 2.0 TDI da 150 CV oppure da 193 CV, l’unica dell’intera gamma a disporre della trazione integrale 4Motion.
Qual è la versione giusta?
Prima di passare alla prova vera e propria, è doveroso uno sguardo alla composizione del listino prezzi della Tiguan, che offre qualcosa di appetibile già sotto i 40.000 euro. Gli allestimenti a catalogo sono quattro, ma uno è come se non ci fosse. La versione base Life non è infatti competitiva rispetto alla Edition Plus creata ad hoc per il mercato italiano. Come si può vedere dallo specchietto in basso, nel quale sono indicati i costi delle Tiguan eTSI, con un sovrapprezzo di soli 200 euro, quest’ultima offre infatti una dotazione molto più completa, con un vantaggio cliente di migliaia di euro. È lei la scelta giusta da fare se si bada al sodo. Per i più esigenti ci sono poi Elegance e la R Line, proposte allo stesso prezzo, una più chic e una più sportiva.