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Prova Seat Tarraco: un po’ SUV, un po’ ammiraglia

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A Martorell ci hanno preso gusto. Dopo il successo ottenuto con l’Ateca, ampiamente bissato dalla più piccola Arona,  sono pronti a lanciare sul mercato un terzo SUV, la Seat Tarraco. Questo modello vede la Casa iberica pensare in grande e non solo per modo di dire: con una lunghezza di 474 cm la Tarraco porta il marchio a cimentarsi in un nuovo segmento, dove pronunciare la parola premium non appare più un sacrilegio. Lo dimostra una gamma molto articolata. Ci sono versioni a due o quattro ruote motrici e c’è anche l’interessante opzione di una terza fila di sedili a scomparsa nel piano di carico, per portare a sette il numero dei passeggeri. Il primo prezzo parte appena sotto quota 30.000 euro (29.975 euro, per la precisone) nel caso della Tarraco 1.5 TSI a benzina da 150 cv con cambio manuale e trazione anteriore in allestimento Style. La versione top costa 42.975 euro, in questo caso riferiti alla turbodiesel 2.0 TDI con trazione integrale 4Drive, cambio robotizzato DSG e allestimento Xcellence. Per la cronaca, la candidata best-seller della famiglia dovrebbe essere la 2.0 TDI in variante da 150 cv e allestimento intermedio Business, venduta a 34.765 euro. La prevendita è già iniziata, mentre le prime auto arriveranno verso febbraio nelle concessionarie, che daranno vita anche a un porte aperte.

EVOLUZIONE DELLE SPECIELa Seat Tarraco ha un design elegante e sportivo al tempo stesso, che evolve gli stilemi tipici del brand senza inutili stravaganze. Questa filosofia di design sarà seguita dalle prossime novità Seat. Nel frontale spiccano i fari a LED, una grande mascherina cromata di foggia inedita, le nervature sul cofano e tante linee orizzontali. Simili tratti danno la sensazione di avere davanti una macchina larga e ben piantata sulla strada. È la stessa che cercano di dare in coda l’estrattore e le luci, collegate da una fila di diodi che attraversa l’intero portellone. Lungo la fiancata si nota invece soprattutto la piega all’altezza delle maniglie, che dà slancio a un insieme che maschera bene gli ingombri con proporzioni indovinate.

UN SALOTTOL’abitacolo della Seat Tarraco parla la stessa lingua, con tante linee orizzontali, forme pulite e comandi molto razionali. Buona parte di loro sono raggruppati nel display centrale da 8 pollici, che fa il paio con la strumentazione digitale Seat Virtual Cockpit, il cui schermo a colori è configurabile a piacere. Le finiture sono molto curate, con la parte superiore della plancia morbida, inserti raffinati e assemblaggi sempre impeccabili. Anche i rivestimenti dei sedili sono di ottimo livello, con un assortimento di bei tessuti, Alcantara e pelle.

HI-TECHLe tecnologie di ultima generazione non si limitano a fare scena a livello di cockpit ma danno una mano a rendere i viaggi più sicuri e confortevoli. La Seat Tarraco dispone di infatti di molti dei più evoluti dispositivi di assistenza alla guida che si possono occupare di regolare la velocità mantenendo la giusta distanza di sicurezza, fino anche all’arresto completo, come pure di evitare che la distrazione porti il pilota a uscire involontariamente dalla corsia di marcia. Non manca inoltre la frenata autonoma d’emergenza ma a ben vedere quel che più conta è come l’auto si comporta e come accoglie pilota e passeggeri. Ora cliccate qui sotto, perché di queste cose parlo nella prossima pagina.

  DRIVE  

La Seat Tarraco ha un posto di guida incredibilmente accogliente. Le regolazioni del sedile e del volante permettono di trovare una sistemazione ideale sia a chi veste una 3XL sia a chi porta invece una XS. Anche sul divano si sta d’incanto, mentre per non soffrire nell’eventuale terza fila (optional da 815 euro) è necessario che chi occupa la seconda si sacrifichi un po’ per i compagni di viaggio e faccia scorrere in avanti seduta e schienale. Mettendosi d’accordo, comunque, c’è modo di trovare spazio per tutti. Da standing ovation è poi il bagagliaio: viaggiando in cinque, la capacità di carico è di ben 780 litri, che possono diventare 1.920 quando si è solo in due.

SPIRITO LIBEROA un’auto così grande e accogliente non si può certo chiedere di sgusciare come un furetto negli spazi stretti ma la Tarraco non se la cava male neppure in città. La carrozzeria ha infatti tagli piuttosto netti, che aiutano almeno a intuire i reali ingombri in manovra, al netto dell’eventuale aiuto si sensori e telecamere. Questa Seat dà però chiaramente il meglio sulle statali e sulle autostrade, dove può far valere doti da grande passita, degne di una vera ammiraglia.

ELETTRONICA AL POTERELa silenziosità è buona e i sedili accoglienti contribuiscono a risparmiare alle terga i colpi più duri causati dalle buche e dai rallentatori. Per esaltare la versatilità della Tarraco è consigliabile ordinare anche il sistema di regolazione adattiva dell’assetto Dynamic Damping Control. In sua presenza, gli ammortizzatori sono controllati da centraline che modificano lo smorzamento in base alla funzione impostata e alle sollecitazioni ricevute. Il settaggio avviene attraverso il Seat Drive Profile, che può impostare tutta l’elettronica di bordo per una guida più ecologica, sportiva, improntata al comfort o pronta ad affrontare il fuoristrada leggero.

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OUTSIDERIn Seat prevedono che il 30% dei clienti possa scegliere una Tarraco a benzina, con la scelta tra il 1.500 TSI da 150 cv o il 2.000 TSI da 190 cv. Quest’ultimo potrebbe far gola giusto ai più sportivi, mentre il primo merita di essere preso in considerazione da chi ha percorrenze annue limitate. Al di là della cilindrata contenuta, questo motore ha una coppia di 250 Nm costante tra i 1.500 e i 3.500 giri, più che sufficiente a rendere il SUV catalano brillante su ogni percorso. Quanto ai numeri, lo 0-100 è liquidato in 9,7 secondi, la velocità massima è di 201 km/h e il consumo medio è di 6,3/6,5 l/100 km).

TESTA O CROCESorvolando sul gratuito attacco politico ai turbodiesel, la scelta migliore da fare resta comunque quella del motore 2.0 TDI. La Casa di Martorell pone al momento il potenziale cliente davanti a un bivio secco: da una parte la versione da 150 cv e 340 Nm con trazione anteriore e cambio manuale, dall’altra quella 190 cv e 400 Nm con trazione integrale 4Drive e cambio robotizzato a doppia frizione DSG. È un peccato insomma che non si possa avere un’accoppiata che sarebbe a mio avviso vincente, composta dal primo motore, che ha già una notevole elasticità e prestazioni di tutto rispetto (0-100 in 9,8 secondi, 202 km/h di punta e 5,8 l/100 km) e dal cambio DSG.

SOLUZIONE VINCENTEChi vuole viaggiare a gasolio senza darsi al fai-da-te con la leva del cambio deve così orientarsi verso la trazione integrale molto efficiente ma non un aggravio di peso e costi che alcuni si sarebbero forse risparmiati volentieri. Potendo, la Tarraco più in palla è comunque proprio la 2.0 TDI DSG 4Drive: permette di muoversi con disinvoltura quando si sfruttano appieno le eccezionali capacità di carico e di affrontare con piglio anche sportivo i percorsi più divertenti. E la scheda tecnica conferma le buone impressioni ricavate al volante: 0-100 in 8 secondi, 210 km/h di velocità e 5,6 l/100 km di consumo medio. 

 

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