Quella della trazione integrale è una vera fissa per la Suzuki, sin da quando nel 1970 vide la luce il primo LJ10. Lo ricordate? Era l’antenato del Jimny e dei cosiddetti Suzukini che si sono avvicendati negli anni nella gamma di Hamamatsu. Da allora la stragrande maggioranza dei modelli prodotti all’ombra della grande S ha avuto le sue brave versioni a quattro ruote motrici. L’ultima in ordine cronologico a rispettare la tradizione è la Swift 1.2 Hybrid 2024, già provata lo scorso marzo in versione 2WD. Ora, con l’inizio dell’autunno, a chiamare a sé i riflettori è la Swift 4WD, che vanta un interessante primato. È infatti l’unica due volumi di segmento B 4×4 presente nei listini. Le alternative sono tutte o più piccole o del mondo dei SUV.
Si sceglie solo il colore
La Swift 4WD si affaccia tra l’altro nelle vetrine delle concessionarie con un’offerta che non potrebbe essere più semplice. La si può ordinare infatti con un’unica motorizzazione 1.2 mild hybrid, sempre abbinata al cambio manuale e all’allestimento Top al prezzo di 24.500 euro, anche se tra promozioni ed eventuale rottamazione ci sono ottime probabilità di cavarsela pagando meno. Il fatto di poter scegliere giusto il colore – magari con tetto in contrasto come in queste immagini- non va tuttavia visto come un limite. Il pacchetto messo insieme da Suzuki è ricco e prevede una dotazione di serie da fare invidia a auto di categoria superiore. Giustro per fare un esempio, tra le altre cose sono standard i sedili riscaldabili e i più avanzati ADAS.
In incognito
A meno che non si abbia voglia mettere a testa in giù a controllare sotto la macchina se siano presenti o meno gli organi della trasmissione che collegano il motore alle ruote posteriori, ci sono pochi indizi per distinguere la Swift 4WD dalle sorelle a due ruote motrici. A tradire la natura avventurosa di questa versione sono infatti loghi molto discreti e un assetto rialzato di 2,5 cm, che porta l’altezza minima da terra da 11,5 a 14 cm. Anche se la differenza può sembrare minima, garantisce un passo avanti importante in materia di versatilità.
Distanza… di sicurezza
Le sospensioni allungate assicurano infatti una maggior libertà di azione lontano dall’asfalto, riducendo molto il rischio che sassi e radici possano toccare e danneggiare la parte inferiore della vettura. Si possono così sfruttare al meglio le potenzialità della trazione integrale battezzata AllGrip Auto. Il sistema è di tipo on demand e impiega un giunto viscoso per trasferire coppia motrice alle ruote posteriori quando quelle anteriori iniziano a girare più velocemente a seguito di una perdita di aderenza. L’elettronica di bordo è in grado anche di frenare in modo mirato quella ruota che dovesse mulinare a vuoto, garantendo motricità. Il tutto senza che al pilota sia richiesto alcun tipo di intervento.
La leggerezza aiuta
Anche se è semplice e automatico, il sistema funziona alla grande. Grazie anche agli sbalzi ridotti, la Swift 4WD si sposta off-road con una disinvoltura che ricorda quella delle sorelle più specialistiche. Non ha infatti paura di infangarsi e non la spaventano nemmeno le pendenze laterali e quei terreni smossi che arrivano a mandare per aria una ruota, come nella foto qui sopra. L’agilità è figlia anche di un peso molto contenuto, con l’ago della bilancia che si ferma prima dei 1.000 kg in assenza del conducente.
Con una massa così ridotta anche il fatto che il baricentro si alzi non provoca problemi una volta nel misto. La Swift 4WD risponde in maniera docile e omogenea a qualsiasi comando, risultando spigliata e divertente. Al di là della piacevolezza non bisogna però pensare a questa Suzuki come a una proposta dal carattere sportivo. Il recente tre cilindri 1.2 pensa più all’efficienza nell’uso quotidiano che a bruciare le rivali nello scatto, con un tempo comunque dignitoso nello 0-100, pari a 12,5 secondi.