Nobile, anzi nobilissima, ma dall’aspetto meno formale e mastodontico rispetto alla “sorella” maggiore Phantom. Ghost, berlina “entry level” – mai affermazione fu più sacrilega – della gamma Rolls-Royce, si è rinnovata.
Più che di un vero e proprio restyling si tratta di un leggerissimo lifting dedicato ai gruppi ottici anteriori, ora dotati di tecnologia d’illuminazione a LED e di un taglio più aggressivo rispetto al passato. Diviene più muscolosa, al contempo, la nervatura longitudinale lungo il cofano, mentre secondo tradizione l’abitacolo abbina lusso e modernità. A pelli e radiche raffinate si accompagnano il sistema Wi-Fi di bordo e l’interazione – portata al debutto dalla coupé Wraith – tra il sistema GPS della vettura e la centralina del cambio automatico ZF a 8 rapporti del tipo mediante convertitore di coppia, così che l’inserimento dei rapporti venga previsto e anticipato in funzione del percorso affrontato, dello stile di guida nonché della posizione e velocità dell’auto. Tecnologia predittiva estesa anche alla servoassistenza dello sterzo e alla taratura delle sospensioni.
Analogamente al passato la berlina inglese è mossa da un ciclopico V12 6.6 biturbo a iniezione diretta di benzina da 571 cv in grado di spingere i 2.360 kg della vettura, tutt’altro che una piuma, da 0 a 100 km/h in 4,9 secondi toccando i 250 km/h (autolimitati). Secondo tradizione sarà disponibile anche a passo lungo. Non differiscono dal precedente modello la trazione (posteriore) e lo schematismo delle sospensioni a triangoli sovrapposti all’avantreno e multilink al retrotreno con ammortizzatori adattivi e molle pneumatiche. Invariata la scocca in acciaio realizzata con elementi scatolati rivestiti da pannelli, sempre in acciaio, assemblati a mano.