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Youngtimer – Opel Omega Lotus, metteva paura a Ferrari e Porsche

Più potente persino della Porsche 911 Turbo dell’epoca, non è solo potentissima ma anche sopraffina nel telaio

Oggi, non solo Opel non fa più berline di segmento E, per capirci al livello di Audi A6, BMW Serie 5 e Mercedes Classe E, ma pensate a un modello sviluppato con Lotus. Utopia. Tutto ciò invece accade nel 1990. Da una parte l’Omega, l’ammiraglia, dall’altra Lotus, azienda inglese nota in tutto il mondo non “solo” per le vittorie in Formula 1, ma anche per la sua attenzione maniacale per la leggerezza. Ma torniamo un attimo al contesto. Gli anni a cavallo tra gli Ottanta e i Novanta sono quelli della follia allo stato puro, se si ragiona con gli schemi di oggi. Lancia mette sotto il cofano della Thema un motore Ferrari. Mercedes si affida a Porsche per sviluppare la versione sportiva della sua Classe E.

Una soddisfazione sottile

opel-lotus_omega corneringFino alla prima metà degli anni Novanta (e anche un po’ dopo, ok), a rispettare i limiti, sulle autostrade italiane, sono solo gli automobilisti che guidano auto dalla velocità massima pari a 130 km/h. Tutti gli altri, li trovi rigorosamente in corsia di sorpasso con gli abbaglianti stile luci di Natale. In questo contesto, immaginatevi quanto possa essere grande la soddisfazione di presentarsi grandi e grossi, negli specchietti di una Porsche 911 o di una Ferrari 348, con una Opel Omega. E non mollare la presa nemmeno di un millimetro, nonostante i tentativi di allungo da parte del malcapitato al volante della sua supercar.

Nessuna rivale diretta tiene il suo passo

opel-lotus_omega vista posterioreAbbiamo citato Ferrari e Porsche, ma la concorrente n°1 dell’Omega Lotus si chiama Lancia Thema Ferrari. La quale però, con i suoi “miseri” 215 CV, non impensierisce la tedesca nemmeno sulla rampa del box. Da dove scaturisce tutta questa prepotenza? La base di partenza è il motore 3 litri 6 cilindri in linea a benzina già presente nella gamma dell’Omega. A Hethel, quartier generale Lotus, ritoccano però i manovellismi per allungare la corsa dei pistoni. In questo modo la cilindrata cresce fino a 3,6 litri. Non basta, perché gli inglesi aggiungono anche non una ma ben due turbine Garrett. Risultato: 377 cv di potenza e 570 Nm di coppia. E se 377 cv vi sembrano pochi, abituati alle potenze assurde di oggi, ricordate che quelli dell’Omega Lotus sono ancora gli anni delle auto analogiche, senza elettronica, e che gli pneumatici erano decisamente meno performanti rispetto a quelli di oggi.

Non “solo” motore

opel-lotus_omega disegno tecnico377 cv e 570 Nm sulle ruote posteriori di una berlinona a motore anteriore sono, potenzialmente, una garanzia di testacoda in rettilineo. In Lotus però ci sanno fare eccome, in tema di telai. Ecco dunque che per la Omega mettono a punto una serie di modifiche molto efficaci. Il cambio, tanto per cominciare, è il medesimo della Corvette ZR1, mentre il differenziale autobloccante viene dall’australiana Holden. Appendici aerodinamiche circondano la carrozzeria sopra (l’alettone di coda, per esempio) e sotto, con funzione di schiacciamento dell’auto al suolo e raffreddamento: le enormi prese d’aria anteriori servono a dare ossigeno all’intercooler, mentre le due laterali ai radiatori dell’olio.

L’estetica segue la funzione

Molto importante il ruolo dei parafanghi allargati, studiati per contenere le carreggiate allargate e i cerchi Ronal da 17” calzati da gomme 265/40. Rivisto da cima a fondo l’assetto, mentre i freni sono realizzati da AP Racing con dischi anteriori da 330 mm di diametro. Così, i 283 km/h di velocità massima non fanno paura. Se non a chi ha speso ben di più per una Ferrari (vera, non la Thema) o una Porsche. A proposito, la già citata 911 Turbo si ferma a “soli” 260 km/h, la Lamborghini Countach arriva a 295, mentre la Ferrari Testarossa si ferma a 290… Capite bene che basta una scia presa come si deve per vedere una “volgarissima” Omega incollata alla coda di una Testarossa…

Oltre quota 100 milioni di lire

In realtà, il prezzo della Omega Lotus non è poi tanto distante da quello di una Ferrari o di una Porsche. Nel 1990, quando viene lanciata, la tedesca costa ben 116 milioni di lire. Tanti, per quella che rimane una berlina di un marchio non premium, ma giustificati dalla quantità e dalla portata degli interventi, oltre che dai sopra citati numeri. La vettura viene prodotta fino al 1994 in poco più di 1.000 esemplari.

 

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